Strage di Cutro: le falle nei soccorsi e le responsabilità italiane
A quasi due settimane di distanza dal naufragio davanti alle coste di Cutro il mare continua a restituire corpi e il numero delle vittime è salito a 72. Con il passare dei giorni emergono sempre con maggiore chiarezza anche le falle nei soccorsi che hanno portato alla strage. Tra tutte il rimpallo di responsabilità tra Frontex e Guardia Costiera, ma anche una politica europea che non è mai riuscita a superare un approccio securitario in tema di migrazione. Ne parliamo in questo approfondimento di Oiza Q. Obasuyi.
Poche settimane prima di questa nuova strage in mare, si era concluso con una sentenza di prescrizione il processo per il "naufragio dei bambini" iniziato 10 anni prima. Una sentenza che al di là dell'avvenuta prescrizione, certifica però in maniera chiara anche la responsabilità di Guardia costiera e Marina Militare italiana nel naufragio avvenuto l'11 ottobre 2013 e in cui morirono 268 persone. Una sentenza che secondo Arturo Salerni - uno degli avvocati delle vittime costituite parti civili nel procedimento - potrebbe essere utile anche per evitare nuove morti in mare. Lo ha intervistato Tommaso Fusco.
Il barcone inabissato davanti alle coste calabresi era partito da Smirne in Turchia, un Paese ancora in ginocchio dopo il devastante terremoto che ha colpito l'area al confine con la Siria lo scorso 6 febbraio. Con Ilaria Romano siamo stati a Kilis - città di confine e a maggioranza siriana - oggi il primo approdo per chi cerca riparo dopo il sisma. Siamo stati a conoscere i protagonisti dell'accoglienza e chi ha finalmente trovato rifugio.
Il numero delle vittime del naufragio di Cutro continua ad aumentare mentre Frontex e Guardia Costiera intensificano il rimpallo di responsabilità. Il Governo continua ad attribuire la colpa ai soli scafisti, ma inchieste e indagini rivelano un quadro più complesso e ampio in cui le responsabilità sul mancato salvataggio si moltiplicano. Il tutto si inserisce in un contesto ancora più ampio in cui i Paesi dell’Ue continuano ad applicare politiche securitarie e restrittive sul diritto alla libertà di movimento. Ce ne parla Oiza Q. Obasuyi
A distanza di quasi 10 anni dal giorno del naufragio, arriva una sentenza di prescrizione per gli imputati. Ma la sentenza certifica anche la responsabilità di Guardia costiera e Marina Militare italiana nel naufragio di 268 persone, 60 delle quali bambini. Ci siamo fatti raccontare da Arturo Salerni, uno degli avvocati delle vittime costituite parti civili nel procedimento, come interpretare la pronuncia e cosa aspettarci per il futuro.
Situata al confine con la Siria, lungo la strada che da Aleppo porta a Gaziantep, la città di Kilis è stata il primo approdo per molti dei siriani che dall’inizio della guerra, nel 2011, hanno lasciato il paese. Oggi lo sta diventando per chi cerca riparo dopo il terremoto che il 6 febbraio ha devastato l'area.
A quasi due settimane di distanza dalla strage di migranti di Cutro - e mentre il numero delle vittime accertate è salito a 72 - emergono con chiarezza le falle che hanno portato al naufragio, su tutte il mancato intervento tempestivo dei soccorsi.