Migranti detenuti nei meandri di traghetti di linea. Uomini, donne e bambini incatenati e rinchiusi al buio per respingerli in Grecia.
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Sui respingimenti illegali dall’Italia alla Grecia
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Foto via Twitter/Open Arms ([link removed])
Migranti detenuti nei meandri di traghetti di linea. Uomini, donne e bambini incatenati e rinchiusi al buio contro la loro volontà al solo fine di respingerli in Grecia. È solo l’ultima agghiacciante notizia emersa grazie al lavoro d’inchiesta dei giornalisti di Lighthouse Reports.
1. Detenuti sottocoperta: i respingimenti illegali dall’Italia alla Grecia
“Mentre i passeggeri sorseggiano birra fresca e cocktail sul ponte di un traghetto”, riporta la testata di giornalismo investigativo Lighthouse Reports ([link removed]) , “[...]nei meandri di questa nave ci sono persone, compresi bambini, incatenate e rinchiuse in luoghi bui contro la loro volontà”.
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Nell’ultima inchiesta svolta dai giornalisti di Lighthouse Reports (insieme ad altre testate, da Domani ad Al Jazeera) è stato evidenziato come gli stati europei - in questo caso le protagoniste sono Italia e Grecia - respingano illegalmente richiedenti asilo rinchiudendoli in quelle che vengono definite “prigioni segrete” ([link removed]) , all’interno di traghetti. Fotografie, riprese video e testimonianze - in particolare di richiedenti asilo afghani e siriani - rivelano che le persone che rischiano la vita nascondendosi sui traghetti diretti ai porti adriatici italiani di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi nella speranza di chiedere asilo, si vedono negare l'opportunità di farlo: “vengono trattenuti al porto prima di essere rinchiusi sulle navi su cui sono arrivati e rispediti in Grecia”.
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In base a un accordo bilaterale di “riammissione” tra il governo italiano e quello greco – che è in vigore dal 1999 nonostante non sia stato ratificato dal parlamento italiano – l'Italia è in grado di rimpatriare i migranti privi di documenti arrivati dalla Grecia. “Tuttavia, questo non può essere applicato a coloro che chiedono asilo”, come ha stabilito anche la Corte Europea dei Diritti Umani nel 2014, in una sentenza ([link removed]) in cui l’Italia è già stata condannata.
2. Aumentano le vittime nella rotta del Mediterraneo Orientale
L'UNHCR ha affermato che 326 persone sono morte o sono scomparse nel tentativo di raggiungere la Grecia attraverso il Mediterraneo orientale dalla Turchia e da altri stati nel 2022. Il numero è quasi triplicato rispetto al 2021, riporta Info Migrants ([link removed]) .
"La questione migratoria non finisce. Ed è allo stesso tempo una sfida e una necessità. Il nostro Paese sta attuando una politica migratoria rigorosa ma equa [...]. Poniamo l'accento sulla migrazione con regole, criteri, accordi, in accordo con le nostre esigenze. Ma siamo fermamente contrari alle reti di contrabbando e all'immigrazione irregolare", così ha affermato il ministro della migrazione greco Notis Mitarachi.
Tuttavia le Ong e gli esperti in diritti umani accusano il governo greco di condurre respingimenti illegali alle sue frontiere marittime e terrestri - documentati anche da molte inchieste giornalistiche - e di negare alle persone il diritto di chiedere asilo.
3. Le Ong chiedono una commissione per indagare sull'ultimo decreto sui migranti in Italia
Un gruppo di Ong - da Alarm Phone a Emergency, da Medici Senza Frontiere (MSF) a Open Arms - protesta contro il provvedimento italiano ([link removed]) e chiede che venga istituita una commissione d'inchiesta per indagare su quanto sta accadendo nel Mediterraneo, riporta ([link removed]) Ansa Med.
Il capo missione di MSF, Juan Matias Gil, ha affermato che da quando il decreto è stato approvato, le navi di soccorso delle Ong "ripartono dopo il primo salvataggio, mentre prima effettuavamo in media da quattro a cinque soccorsi per missione". Il numero medio di persone soccorse è sceso, di conseguenza, da 300 a 80. Il regolamento, ha detto Giorgia Linardi di Sea Watch, "crea problemi. Recentemente abbiamo utilizzato navi più piccole e più veloci che possono [coprire più aree] nella zona di ricerca e soccorso". Le Ong valuteranno la possibilità di impugnare il decreto legge. "La Corte di Cassazione - ha sottolineato Linardi - ha ribadito nel 2020 che nessuno deve trascurare di salvare chi si trova in difficoltà in mare".
Filippo Miraglia di ARCI ha affermato che "l'unico obiettivo concreto, al di là della criminalizzazione dei soccorsi in mare, e quindi delle Ong che li compiono al posto dello Stato, è quello di allontanare le navi nel Mediterraneo centrale e limitare la loro capacità di operare”.
4. Respingimenti e negazione dei diritti alla frontiera italo-francese
Il movimento francese Tous Migrants ha pubblicato un rapporto che espone i risultati di un'indagine condotta durante l’anno che va da novembre 2021 a novembre 2022 sul sistema di controllo della frontiera italo-francese nell'area di Briançon, riporta ([link removed]) Statewatch.
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Questo rapporto include numerose testimonianze ([link removed]) che illustrano il mancato rispetto dei diritti dei migranti, nonché pratiche di criminalizzazione della solidarietà. Il sistema di sorveglianza delle frontiere assume la forma di controlli e inseguimenti mirati ed è stato evidenziato come le procedure sbrigative della polizia impediscano alle persone di esercitare i propri diritti, compreso il diritto fondamentale di chiedere asilo in Francia.
I respingimenti sono quindi illegali, così come la privazione della libertà cui sono sottoposte le persone prima di essere rimandate in Italia.
5. L’Italia fu responsabile della morte di 268 profughi
Storica sentenza del Tribunale di Roma sul naufragio del 2013: la guardia costiera e la marina italiane furono responsabili della morte di 268 persone ([link removed]) , riporta Alarm Phone.
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Il Tribunale di Roma ha condannato la Guardia Costiera e la Marina Militare italiane per omicidio colposo e negligenza con conseguente mancato soccorso. Per cinque ore non è arrivato alcun aiuto per le persone che stavano annegando: “i nostri assistiti, che hanno visto annegare i propri cari e i propri figli durante le cinque ore in mare aspettando invano di essere soccorsi ci hanno più volte chiesto di fare in modo che quanto accaduto non si ripetesse”, hanno detto i legali dei sopravvissuti che hanno promosso l'azione dopo la sentenza.
“Ora possiamo sperare che questa sentenza ricordi a tutti gli obblighi legali costituzionali e internazionali che incombono su coloro che sono attivi nel soccorso in mare. La sentenza del Tribunale di Roma riguarda non solo il passato, ma anche il presente e il futuro: le vite umane in mare devono sempre essere salvate e nessun ordine può sospendere questo dovere ineludibile”.
6. Frontex prova a smarcarsi dal proprio passato
Si chiama Hans Leijtens il nuovo direttore di Frontex che ha subito voluto mettere in chiaro una rottura con il modus operandi precedente.
“Il nuovo capo dell'agenzia per le frontiere dell'Ue ha promesso di porre fine alla pratica dei respingimenti illegali e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali mentre Frontex è chiamata ad aumentare il numero di rimpatri”, riporta ([link removed]) la giornalista Olivia Bizot su Euronews. Leijtens prenderà le redini dell'agenzia il primo marzo e sostituirà Aija Klanaja, che è stata direttrice ad interim di Frontex dall'aprile 2022. Il predecessore di Klanaja, Fabrice Leggeri, si è dimesso dopo che i risultati iniziali di un'indagine dell'OLAF (Ufficio Anrifrode UE) hanno rivelato che le guardie dell'agenzia dell'UE hanno coperto i respingimenti illegali di migranti su vasta scala, violando quindi diritti umani dei migranti, tra il 2020 e il 2021.
Ma se da un lato Frontex sembra voler “cambiare approccio”, dall’altro la linea dura dell’UE non cambia: Ylva Johansson, commissaria agli Affari Interni dell’UE, ha affermato di voler aumentare il numero dei rimpatri di coloro che sono privi di documenti.
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