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Subject La sanatoria 2020 resta un flop
Date December 19, 2022 9:25 AM
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Secondo la Campagna Ero Straniero sono stati effettivamente rilasciati solo il 37,7% di permessi di soggiorno sul totale delle domande presentate.

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La sanatoria 2020 resta un flop

Foto via Twitter/Judith Sunderland HRW ([link removed])

Secondo i dati pubblicati dalla Campagna Ero Straniero sono stati effettivamente rilasciati solo il 37,7% di permessi di soggiorno sul totale delle domande presentate.

1. La Sanatoria 2020 è un flop

La campagna Ero straniero ha pubblicato i nuovi dati relativi alla Regolarizzazione per l’emersione dei lavoratori e delle lavoratrici straniere, emanata dal governo Conte.

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“Dai dati ottenuti dal Viminale - riporta ([link removed]) Stefano Bleggi su Melting Pot Europa - [...] risulta che al 19 ottobre 2022 sono stati effettivamente rilasciati solo il 37,7% di permessi di soggiorno sul totale delle domande presentate, ossia 83.032 permessi di soggiorno. 72.554 sono i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro domestico o subordinato (principalmente in agricoltura) su circa 207.000 domande presentate seguendo la prima procedura prevista dalla norma rivolta a datori e datrici di lavoro (30.266 sono le lavoratrici e 42.288 i lavoratori)”.
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Data la situazione drammatica e sempre più insopportabile per i lavori e le lavoratrici migranti che ancora si trovano nel limbo dell’irregolarità, su iniziativa di alcuni legali e associazioni, a giugno scorso, è stata inviata una diffida alla prefettura di Roma e al ministero dell’Interno ([link removed]) da 30 tra lavoratori e lavoratrici in emersione. Successivamente è stata depositata al Tar del Lazio una class action contro i gravi e persistenti ritardi della prefettura di Roma. Il prossimo 31 gennaio si celebrerà la prima udienza, ma dal 3 al 10 gennaio 2023 lavoratori, datori di lavoro ed associazioni possono intervenire nell’azione collettiva contro la Prefettura di Roma
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2. Le riammissioni dei migranti sul confine italo-sloveno

“La riattivazione da parte del governo dei respingimenti dei cittadini stranieri che giungono alla frontiera orientale lascia un senso di afflizione e sconcerto”, osserva l’avvocata Caterina Bove, di ASGI, che, su Altreconomia, denuncia la ripresa delle “riammissioni informali” ([link removed]) sul confine tra Italia e Slovenia.

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“Il Tribunale – con ordinanza del 18 gennaio 2021 – ha chiarito come queste operazioni fondavano la propria base giuridica su un accordo, quello siglato tra il governo italiano e quello sloveno nel 1996, che non è mai stato ratificato dal Parlamento, come prevede l’art. 80 della Costituzione, che in quanto tale non poteva e non può derogare alle leggi vigenti interne, europee e internazionali e che invece vi derogava drasticamente. Il Tribunale aveva appurato e sancito che si trattava di operazioni che, per il modo in cui venivano espletate, violavano apertamente e per esplicita ammissione scritta del governo, il diritto interno ed europeo sull’accesso alle procedure di asilo”, riporta Bove.

Tali riammissioni infatti, avvenivano senza che ai migranti coinvolti fosse consegnato alcun provvedimento scritto e senza alcuna informazione su ciò che gli stava accadendo. “Le persone di fatto attendevano inermi in una condizione di detenzione de facto, in caserma, per poi venire coattivamente fatte salire su un furgone e consegnate appunto alle autorità slovene”.
3. Frontex è complice dei respingimenti in Libia

Frontex, l’agenzia UE per il controllo delle frontiere marittime e terrestri -che proprio in questi giorni sceglie il suo nuovo direttore ([link removed]) - è complice ([link removed]) degli abusi in Libia. Così denunciano l’Ong Human Righs Watch e Border Forensics che, in un nuovo rapporto ([link removed]) dal titolo Airborne Complicity: Frontex Aerial Surveillance Enables Abuse ([link removed]) , sviscerano le violazioni dell’Agenzia che si serve della sorveglianza aerea per respingere migranti, con la cooperazione della cosiddetta guardia costiera libica.
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“Abu Laila, 28 anni, siriano. Secondo i suoi calcoli aveva circa 11 ore per attraversare il Mar Mediterraneo per sfuggire agli abusi in Libia e raggiungere [...] l’Europa quando le forze libiche hanno intercettato la barca il 30 luglio 2021. Le prove che abbiamo raccolto su mesi di ricerche suggeriscono che l'aereo che ha visto fosse uno utilizzato dalle autorità europee per monitorare da vicino il Mediterraneo centrale e trasmettere informazioni su barche come la sua alle autorità libiche. Dopo che la barca è stata intercettata, è stato riportato in Libia, arrestato, picchiato e costretto a comprare la sua libertà”.
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Nel frattempo, l’attuale direttrice ad interim di Frontex Aija Kalnaja è sotto indagine ([link removed]) da parte dell’OLAF, l’Ufficio antifrode e anticorruzione dell’Ue: “l'OLAF ha confermato che c'è un'indagine in corso riguardante Frontex”, si legge su Euractiv. “Tuttavia, poiché le indagini sono in corso, l'OLAF non può rilasciare ulteriori commenti [...]”.
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4. Il dramma dei migranti sfruttati in Olanda e Germania

“Impiegati dalle agenzie interinali nei Paesi Bassi, i lavoratori migranti venivano alloggiati in case fatiscenti al di là del confine tedesco”, lo riporta ([link removed]) la giornalista Eleonora Mureddu su Europa Today.

Sotto accusa le leggi Ue sulla libera circolazione dei lavoratori: “secondo quanto riferito, le agenzie interinali acquistano o affittano alloggi a basso costo in Germania, dove le condizioni di vita sono spesso al di sotto degli standard e rappresentano un pericolo per i residenti. Le agenzie attirano poi i lavoratori dell'Europa orientale e sudorientale con false promesse e traggono profitto dal loro lavoro. Le autorità hanno anche evidenziato come spesso i salari non venissero versati e i migranti fossero sottoposti a turni estenuanti, principalmente nell'industria della carne o nei cantieri edili”.

Secondo Euractiv ([link removed]) “è necessaria un'azione a livello Ue per combattere il maltrattamento dei lavoratori migranti all'interno del blocco”.
5. Un nuovo naufragio nel canale della Manica

Almeno quattro persone sono morte e circa 43 sono state salvate ([link removed]) dopo che un'imbarcazione di migranti si è trovata in difficoltà nelle acque al largo della costa inglese del Kent mercoledì mattina. Un'importante operazione di ricerca e salvataggio, che avrebbe coinvolto la guardia costiera britannica, la marina francese, un'ambulanza aerea e un peschereccio nelle vicinanze, è stata avviata nelle prime ore di mercoledì mattina (14 dicembre) nelle acque britanniche al largo della costa inglese del Kent. Poco hanno potuto i soccorritori, contro le temperature che nella notte hanno raggiunto gli zero gradi ([link removed]) .
6. Alla nave Life Support assegnato Livorno come porto sicuro

Si dirige verso il porto di Livorno la nave Life Support di Emergency ([link removed]) , partita da Genova nei giorni scorsi. Ha concluso il suo primo salvataggio in mare e ha a bordo 70 naufraghi soccorsi in zona Sar libica: cinque donne di cui una incinta al settimo mese, 2 bambini al di sotto dei 2 anni di età e 24 minori non accompagnati a partire dai 13 anni.

Come riporta Rinaldo Frignai sul Corriere della Sera “un'altra nave di una Ong tedesca, la Sea Eye 4, era in attesa di un altro porto sicuro per 63 migranti trasbordati dalla Rise Above dove ne sono rimasti 27.”
Arriva purtroppo anche la notizia della morte di una bimba di due anni nel poliambulatorio di Lampedusa. Era stata soccorsa da un barcone affondato a 10 miglia dall'isola ([link removed]) .
7. In arrivo un nuovo codice di condotta per le Ong

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sarebbe allo studio di un nuovo codice di comportamento per le Ong, che sarà varato probabilmente dopo Natale, al massimo nei primi giorni del prossimo anno.

Due le principali novità: i soccorritori dovranno chiedere alle persone messe in salvo appena salite a bordo, la manifestazione di interesse sull'eventuale domanda di protezione internazionale ([link removed]) . In questo modo dovrebbe essere il Paese di bandiera della nave a farsi carico dell'accoglimento del migrante dopo lo sbarco.

La seconda novità riguarda invece le modalità in caso di intervento in area Sar. I soccorritori dovranno chiedere immediatamente un porto di sbarco, “verso il quale la nave sarà tenuta a dirigersi immediatamente dopo il salvataggio, senza restare giorni in mare in attesa di altri possibili soccorsi” e senza la possibilità di trasbordare i soccorsi da un’unità navale all’altra.

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