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Nel Mediterraneo centrale si continua a morire

     

      Foto via Twitter/Medici Senza Frontiere
 
Ancora naufragi a poche miglia dalle nostre coste. La risposta dei Paesi UE sembra guardare alle stesse azioni repressive di sempre.

 

1. Le Ong denunciano Minniti, Salvini e Mogherini alla Corte Penale Internazionale

La Sea Watch e il Centro Europeo per i Diritti Umani e Costituzionali hanno denunciato i responsabili della cooperazione con la Libia, alla Corte Penale Internazionale, alla luce dei numerosi diritti umani che vengono costantemente violati, tra torture nei centri di detenzione e respingimenti sistematici.

“La rotta del Mediterraneo centrale è una delle rotte migratorie più mortali al mondo. Dal 2014, più di 25.000 persone sono morte o scomparse lì. Altre vengono intercettate, riportate illegalmente in Libia e detenute sistematicamente”, scrive Sea Watch in un comunicato. “Questi crimini non avvengono in modo anonimo: sono pianificati sulle scrivanie [...] delle agenzie dell'Unione Europea. Persone con nomi e titoli, responsabilità e poteri. Una cosa è chiara: non c’è alcun crimine senza criminali”. 

Tra gli accusati, spiccano personalità politiche che hanno ricoperto ruoli istituzionali, come gli ex Ministri dell’Interno Marco Minniti (il fautore del Memorandum con la Libia nel 2017) e Matteo Salvini e l’ex Rappresentante per gli Affari Esteri dell’UE Federica Mogherini.


2. Altreconomia fa ricorso al Tar: scarsa trasparenza sulla gestione delle frontiere

La testata giornalistica Altreconomia e ASGI hanno fatto ricorso al Tar contro i ministeri dell’Interno, della Difesa, della pubblica amministrazione e l’Agenzia industrie difesa (Aid) per vedere riconosciuto il diritto all’accesso civico generalizzato a documenti che riguardano le forniture italiane alla Libia e il conseguente utilizzo di ingenti risorse pubbliche.

“La causa, promossa grazie agli avvocati Giulia Crescini e Nicola Datena dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) e membri del progetto Sciabaca&Oruka, ruota intorno all’accordo di collaborazione stipulato il 21 ottobre 2021 tra l’Agenzia industrie difesa (Aid), ente pubblico nato nel 2001 e “vigilato” dal ministro della Difesa, e la direzione centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere, insediata presso il ministero dell’Interno. Questo patto formale era ed è finalizzato alla fornitura di mezzi e materiali alla Libia per “rafforzare la capacità nella gestione delle frontiere e dell’immigrazione e in materia di ricerca e soccorso in mare”, come ha scritto il Viminale”, riporta il giornalista Duccio Facchini su Altreconomia.


3. Il nuovo piano sulle migrazioni dell’UE rafforza regimi repressivi

Il piano d'azione della Commissione Europea sul Mediterraneo centrale, proposto il 21 novembre 2022 e approvato dai ministri dell'Interno pochi giorni dopo, è un'altra occasione persa per l'Unione Europea per cambiare le sue politiche miopi e dannose su questa cruciale rotta migratoria. Il piano prevede le stesse azioni repressive e inefficaci per impedire alle persone di entrare in Europa “aumentando i finanziamenti e il sostegno ai governi spesso violenti del Nord Africa” denuncia Giulia Tranchin, ricercatrice di Human Rights Watch.

“Il sostegno alla cosiddetta Guardia costiera libica facilita le intercettazioni dei migranti in mare e il loro respingimento in Libia, dove subiscono detenzioni arbitrarie e orribili abusi. L'UE giustifica cinicamente questo sostegno come parte della lotta contro contrabbandieri e trafficanti, pur sapendo che le Nazioni Unite hanno indicato prove di collusione tra la cosiddetta guardia costiera libica e trafficanti che tentano di trarre profitto da questo sistema” scrive Tranchin. 

A ciò si aggiunge la preoccupante tendenza a vedere le Ong che salvano migranti in mare come nemiche. “Come hanno affermato più volte le Ong che si occupano di soccorso in mare, il diritto marittimo internazionale stabilisce già un quadro giuridico per il soccorso[...]. È giunto il momento che i governi dell'UE facciano lo stesso”.


4. Il governo vuole collegare il Decreto Flussi al Reddito di Cittadinanza

Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha annunciato che il suo governo prevede di emettere presto il suo primo decreto sulla migrazione. Un possibile cambiamento sarebbe quello di legare il numero di migranti autorizzati a lavorare in Italia alla volontà dei loro paesi d'origine di fermare l'immigrazione irregolare, riporta Info Migrants.

Il governo punta a valutare quanti di coloro che sono già presenti in Italia possano essere assunti prima di portare lavoratori stranieri dall'estero. Ciò significa che il numero di nuovi lavoratori migranti ammessi nel Paese dipenderà dal numero di residenti, italiani e stranieri, che percepiscono il reddito di cittadinanza e possono lavorare nelle diverse aree coperte dal decreto, dal lavoro nei campi ai trasporti, dall'edilizia al turismo.

Come però ricorda la campagna Ero Straniero: “il Ministro, piuttosto, farebbe bene a occuparsi dell'immobilismo degli uffici che dipendono dal Viminale dove si accumulano e non trovano conclusione le pratiche relative all'ultimo decreto flussi e alla sanatoria 2020, rendendo impossibili assunzioni e stabilizzazioni”.



5. Un nuovo naufragio al largo di Lampedusa

“Un’inchiesta è stata aperta dalla procura di Agrigento in seguito al naufragio di un barcone di migranti avvenuto il 3 dicembre al largo dell’isola di Lampedusa e nel quale risultano disperse tre persone. Il procuratore capo Salvatore Vella ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato”, riporta il Manifesto.

“Il naufragio è avvenuto quando l’imbarcazione carica di migranti si trovava 40 miglia dalle coste dell’isola siciliana in zona Sar maltese. Quaranta persone, tra le quali sette donne e un bimbo, sono state tratte in salvo e trasportate nell’hotspot di contrada Imbriacola, una è stata trasferita in elisoccorso all’ospedale di Agrigento. Il naufragio è avvenuto quando un mezzo di soccorso si è avvicinato all’imbarcazione e i migranti che si trovavano a bordo si sono spostati tutti su un lato”.

Intanto, la Geo Barents, nave di Medici Senza Frontiere (MSF), ha effettuato il salvataggio di 74 persone tra cui molte donne e minori, partiti dalla Libia a bordo di un gommone.

“I sopravvissuti sono esausti e deboli dopo aver trascorso 15 ore in mare in condizioni meteorologiche avverse. Ora tutti sono al sicuro a bordo della Geo Barents e stanno ricevendo le cure necessarie dal team di Msf”, ha affermato MSF su twitter.


6. La Germania verso lo stop alle deportazioni in Iran

“Nessun cittadino iraniano che cerca rifugio in Germania dovrebbe essere espulso”, è quanto afferma la Ministra dell'Interno Nancy Faeser e riportato da Deutsche Welle.

Alcuni dei 16 stati tedeschi hanno già deciso di fermare le deportazioni a causa dell'attuale situazione in Iran e la Ministra dell'Interno ha chiesto al resto degli stati di seguire il loro esempio. 


7. Meloni vuole più UE per gestire le migrazioni

Durante i Med Dialogues organizzati dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha affermato l’importanza di una gestione dei rimpatri che sia “europeizzata”.

“Il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito prevalentemente come una comunità di destino e non come un luogo di morte causato dai trafficanti di vite umane", è la tesi di Meloni che chiede all'UE di "rilanciare la cooperazione migratoria con i partner dell'Africa e del Mediterraneo, che devono essere maggiormente coinvolti nel contrasto a traffico esseri umani". 

Nel discorso di Meloni non mancano ulteriori riferimenti a possibili nuovi accordi bilaterali con i Paesi del continente africano: in particolare, Meloni ha fatto riferimento alla Libia in cui il Ministro degli Esteri Antonio Tajani si starebbe preparando ad andare per un “accordo generale” sui migranti.


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