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Dai "porti chiusi" agli "sbarchi selettivi"
 
Per giorni, tre navi di altrettante Ong sono rimaste in stallo davanti alla costa siciliana in attesa di un porto sicuro. A bordo avevano quasi mille persone soccorse in diverse operazioni nel Mediterraneo. È il ritorno della politica dei “porti chiusi” a cui si aggiunge oggi l'imposizione di “sbarchi selettivi”. Fatti scendere minori, donne, nuclei famigliari e fragili, cosa ne è di quello che il Ministro degli Interni Piantedosi ha definito "carico residuale"? Ce lo racconta Claudia Torrisi in questo approfondimento.

Una delle navi in stallo, la Ocean Viking, si è diretta verso il porto di Tolone in Francia, dove infine è riuscita a far sbarcare le persone a bordo. L'episodio, oltre a riaccendere i riflettori sulla gestione dei flussi migratori a livello europeo, ha portato a nuove tensioni tra i governi di Francia e Italia. Oltralpe hanno risposto con maggiori controlli al confine di Ventimiglia, dove hanno ripreso con maggior vigore i respingimenti di migranti verso l'Italia. Una frontiera al centro della ricerca etnografica di Michelle von Dach che si interroga sul paradosso di un confine che, di fatto, esiste solo per chi migra.

La narrazione della migrazione come confine da difendere non si limita alla sola Europa continentale. Il Regno Unito - ancora di più dopo la Brexit - guarda ai barchini che attraversano la Manica con sempre maggiore sospetto. Negli ultimi giorni, i forti pregiudizi della stampa contro i migranti hanno fatto arrabbiare la comunità albanese - sono albanesi circa 1/3 delle quasi 40mila persone arrivate nel Regno Unito via mare dalla Francia- Christian Elia ci racconta perché.

Come sempre concludiamo con l'attualità.
 Tutte le notizie della settimana su rifugiati e migranti nell'ultima web-review.

Scriveteci e diteci che ne pensate, buona lettura!
 
Il team di Open Migration

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“Sbarcare a distanza di quasi tre settimane dalla prima operazione di soccorso, e in un porto così lontano dall’area di intervento nel Mediterraneo centrale, è il risultato di un drammatico fallimento di tutti gli Stati europei, che hanno violato senza giustificazione alcuna il diritto marittimo”. Con Claudia Torrisi ricostruiamo quanto successo nelle ultime ore.
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Nell’ambito del progetto interdisciplinare ‘HumMingBird’, al quale anche Open Migration lavora, la ricercatrice dell’Università di Zurigo Michelle von Dach ha condotto un breve soggiorno di ricerca etnografica in Val di Susa per esplorare i luoghi di passaggio e le aree di confine delle nazioni europee da cui transitano migliaia di migranti ogni anno.
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La BBC ha pubblicato, nei giorni scorsi, un articolo secondo il quale gruppi criminali albanesi, facendo base nella Francia settentrionale, reclutano corrieri della droga tra i migranti che vivono in condizioni estreme nei dintorni di Calais, mentre aspettano di tentare di passare il Canale della Manica per entrare in Gran Bretagna. Le cose in realtà non stanno esattamente così. Ce lo racconta Christian Elia.
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Quella passata è stata un’altra settimana drammatica per il salvataggio in mare. Dopo il tira e molla dei giorni precedenti, tutte le persone soccorse dalle navi Ong Humanity 1, Geo Barents e Rise Above sono finalmente a terra. La nave Ocean Viking però è stata costretta ad arrivare in Francia.
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