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Subject Fortezza Europa: neanche i più piccoli sono al riparo dalla violenza
Date September 19, 2022 9:18 AM
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Minori picchiati e umiliati, la violenza del confine europeo non fa sconti a nessuno.

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Fortezza Europa: neanche i più piccoli sono al riparo dalla violenza


Foto via Twitter/SOS Humanity ([link removed])

Picchiati e umiliati nel corso di pushback lungo la rotta balcanica o lasciati per giorni agonizzare in mare. La violenza del confine europeo non fa sconti a nessuno, nemmeno ai più piccoli e indifesi tra i migranti.


1. Save The Children: sempre più minori subiscono abusi sulla Rotta Balcanica

La violenza fisica per mano della polizia di frontiera è la forma più comune di violenza vissuta dai bambini migranti e rifugiati sulla Rotta Balcanica. Così viene riportato dalla Ong Save The Children nel suo nuovo rapporto ([link removed]) “Wherever we go, someone does us harm. Violence against refugee and migrant children arriving in Europe through the Balkans”.

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Tali violenze avvengono specialmente durante i pushback, ossia l'atto illegale di respingere migranti e rifugiati attraverso un confine senza dare loro la possibilità di chiedere asilo. "I bambini intervistati hanno affermato di essere stati spogliati, costretti a stare in piedi al freddo e di aver ricevuto scosse elettriche e percosse con bastoni, che hanno portato a gravi lesioni fisiche come fratture o gravi contusioni", affermano i ricercatori del rapporto. Inoltre, due terzi dei bambini intervistati hanno affermato di aver subito o di aver assistito ad abusi sessuali durante il percorso.

"La mancanza di protezione alle frontiere europee ha conseguenze terribili per i bambini. L'enfasi dell'Europa nel dissuadere gli arrivi significa che i bambini sono soggetti a violenze scioccanti da parte della polizia e delle guardie di frontiera; violenza che rimane impunita", ha affermato ([link removed]) Ylva Sperling, direttrice di Save The Children Europa.
2. Ancora violenze nel Mar Egeo

Cinque bambini e una donna sono annegati nel Mar Egeo, mentre altre cinque persone risultano disperse. Le autorità turche hanno accusato i funzionari greci di aver respinto i migranti verso la Turchia, come riportato ([link removed]) da InfoMigrants.

Secondo una dichiarazione della guardia costiera turca, la nave dei migranti aveva lasciato il Libano il 10 settembre e stava passando per la Turchia e la Grecia verso l'Italia. I sopravvissuti hanno detto di aver chiesto assistenza alle autorità greche quando hanno finito la benzina vicino a Rodi. I migranti hanno affermato di essere stati portati a bordo di una nave della guardia costiera greca, dove hanno subito il sequestro dei loro oggetti personali, per poi venire spostati su quattro zattere di salvataggio e lasciati alla deriva.

La Grecia ha affrontato ripetute accuse di aver intrapreso tali respingimenti in mare, che sono illegali secondo il diritto internazionale, in quanto non consentono alle persone di richiedere asilo. Nel frattempo, anche i funzionari greci hanno accusato la Turchia di cercare di spingere i migranti verso il proprio paese.
3. Le autorità marocchine aprono il fuoco contro i migranti

L'Ong Caminando Fronteras ha denunciato violazioni dei diritti delle persone migranti da parte delle autorità marocchine che hanno aperto il fuoco ([link removed]) contro una barca, provocando molti feriti e la morte di una donna, per impedire la loro partenza verso le Canarie. Inoltre, due uomini sono stati investiti da un veicolo mentre cercavano di sfuggire agli spari.

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Negli ultimi mesi le autorità marocchine hanno rafforzato i loro interventi come guardie di frontiera per conto dell'Unione Europea. In cambio, il Marocco riceve finanziamenti e concessioni sia dalla Spagna - con cui ha un accordo bilaterale che punta a fermare le partenze - che dall’UE ([link removed]) . In aggiunta, riporta ([link removed]) l’ECRE (Consiglio Europeo per i Rifugiati), “non ci sono avanzamenti nelle indagini per chiarire le responsabilità riguardanti la strage di Melilla. [...] A questo proposito, il partito socialista spagnolo (PSOE) e i partiti politici di destra hanno bloccato tre proposte
([link removed]) volte a creare una commissione d'inchiesta per chiarire le cause delle violenze avvenute al confine di Melilla”.
4. Le condizioni disumane nel sistema di accoglienza olandese

Diverse sono le persone migranti che vivono in un limbo nel centro di accoglienza di Ter Apel, nei Paesi Bassi.

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L’agenzia di stampa Deutsche Welle, ha riportato alcune storie di coloro che sono costretti a vivere nel centro ([link removed]) . "Sono fuggito da condizioni di vita orribili nello Yemen nel luglio di quest'anno sperando di vivere una vita migliore in Europa”, racconta Saleh (nome di fantasia). “Ho dormito fuori con le zanzare per più di tre settimane dato che il centro di Ter Apel è sovraffollato, non mi fanno nemmeno registrare [la richiesta di] asilo e tutta questa attesa e incertezza mi ha fatto venire voglia di suicidarmi". Nelle ultime settimane, la burocrazia delle procedure di asilo e il sovraffollamento del centro hanno portato più di 700 persone ad accamparsi all'esterno. La scorsa settimana è morto anche un bambino di 3 mesi.

"Abbiamo riscontrato molti rischi per la salute. Molte persone hanno vesciche, problemi ai piedi e problemi alla pelle perché non possono fare la doccia e hanno dormito in condizioni difficili all'esterno. Alcuni hanno anche avuto problemi cardiaci e respiratori[...]”, ha affermato Nicole van Batenburg, addetta stampa della Croce Rossa olandese.
5. Il nesso tra cambiamento climatico e migrazioni non può più essere ignorato

L'Ong Oxfam, in un nuovo rapporto ([link removed]) , ha evidenziato un drammatico aumento della carestia nelle aree gravemente colpite dai cambiamenti climatici. Il riscaldamento globale sta portando eventi meteorologici più estremi come siccità, uragani e inondazioni in alcune delle parti più povere del pianeta, il che potrebbe alimentare nuove forme di migrazione.

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“Il cambiamento climatico sta aggravando la fame in 10 dei peggiori hotspot climatici del mondo: Afghanistan, Burkina Faso, Gibuti, Guatemala, Haiti, Kenya, Madagascar, Niger, Somalia e Zimbabwe. Questi paesi [...] sono stati ripetutamente colpiti da condizioni meteorologiche estreme negli ultimi due decenni. Oggi, 48 milioni di persone in questi paesi soffrono la fame acuta (rispetto ai 21 milioni del 2016) e 18 milioni di loro sono sull'orlo della fame”, riporta Oxfam.

Secondo l'Internal Displacement Monitoring Center (IDMC) ([link removed]) , nel 2021 circa 23,7 milioni di persone si sono dovute spostare verso altri Paesi a causa di eventi meteorologici estremi e disastri naturali nel loro paese. Solo 14,4 milioni di persone, invece, sono state sfollate internamente a causa di conflitti o violenze. Il numero totale delle persone attualmente

sfollate a causa di conflitti e disastri naturali è di 59 milioni.
6. Esausti e bloccati in mare: bambini piccoli evacuati dalla Humanity 1

Dopo quattro salvataggi in sette giorni, a bordo della nave di soccorso Humanity 1 sono 415 i sopravvissuti, quasi la metà è composta da minorenni ([link removed]) e le loro condizioni di salute continuano a peggiorare.

Mentre l’Ong SOS Humanity chiede urgentemente un luogo sicuro per lo sbarco, tre bambini piccoli (due di un anno e mezzo e uno di appena 5 mesi) sono stati evacuati per ragioni mediche: “[...] sono indeboliti dalla situazione stressante e non hanno latte in polvere adatto. Essendo esauste, le madri non riescono ad allattarli”.

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Le condizioni dei migranti a bordo sarebbero altrettanto disperate. Lo conferma anche il tweet di Mediterranea Saving Humans, che invita le autorità a intervenire per salvare le persone soccorse nelle scorse ore: “a bordo [...] scarseggia l’acqua potabile e 16 persone – tra cui 3 bambini sotto i 4 mesi e le loro madri – sono state evacuate. Serve subito un porto sicuro per i 398 superstiti: è inumano, oltre che illegale, farli attendere oltre”.

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