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Subject Confini blindati: la Fortezza Europa continua a uccidere
Date June 27, 2022 9:00 AM
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A Melilla, enclave spagnola in Marocco, almeno 37 persone sono morte nel tentativo di scavalcare le recensioni “anti migranti”.

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Confini blindati: la Fortezza Europa continua a uccidere

Foto via MiddleEastEye/Twitter ([link removed]) .

A Melilla, enclave spagnola in Marocco, almeno 37 persone sono morte nel tentativo di scavalcare le recinzioni “anti migranti”. È solo l’ultima tragedia ai confini di un'Europa sempre più blindata.

1. Almeno 37 morti a Melilla nel tentativo di raggiungere l’Europa

Morire nella calca, schiacciate tra i cancelli e sotto il peso dei compagni: sono morte così decine di persone al confine tra il Marocco e l'enclave spagnola di Melilla.
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Secondo le ricostruzioni, il 24 di giugno circa 2mila migranti si sono avvicinati alla frontiera dove poi un gruppo più piccolo ha cercato di sfondare le misure di sicurezza ([link removed]) - saltando le barriere e il filo spinato - per cercare di raggiungere la città, nella ressa hanno perso la vita almeno 37 persone ([link removed]) .

Secondo le autorità spagnole, 133 persone sono riuscite a oltrepassare la barriera e ora sono assistite presso il Centro di accoglienza temporanea (CETI).
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Il collettivo Solidarity Wheels, con sede a Melilla, ha accusato la polizia di frontiera di aver abusato della forza ([link removed]) , sostenendo che si potevano udire anche degli spari. L'agenzia di stampa spagnola EFE ha confermato che decine di migranti sono rimasti feriti durante il tentativo di traversata. Inoltre, l’EFE ha riferito che "mille sub-sahariani" sono stati arrestati, molti dei quali di origine sudanese.
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“Per Pedro Sanchez, premier spagnolo, a Melilla è andato in scena un assalto violento e organizzato ([link removed]) , dietro al quale ci sarebbero la mafie che trafficano con esseri umani. Argomento, quest’ultimo, condiviso anche dal Rni, il partito del capo del governo marocchino Aziz Ajanuch”.

Amnesty International, invece, chiede che venga eseguita un’indagine indipendente ([link removed]) sulle morti al confine.
Non è la prima volta che la Frontiera tra Marocco e Spagna vive ore drammatiche. A maggio dello scorso anno, dopo un periodo di relativa tranquillità, le autorità marocchine avevano allentato i controlli e migliaia di persone avevano tentato di attraversare il confine. Avevamo raccontato quanto accaduto allora in una serie di tre reportage con Romina Vinci e Ilaria Romano ([link removed]) .

2. Le politiche fatali dell’Ue sulle migrazioni: quasi 50.000 morti documentate dal 1993

Il collettivo antirazzista United against refugee deaths (UNITED) ha promosso la campagna ([link removed]) “Fatal Policies of Fortress Europe” per documentare le conseguenze mortali delle politiche migratorie messe in atto dall’Unione Europea.

Dal 1993 UNITED ([link removed]) monitora gli esiti fatali delle politiche riassunte nella costruzione della Fortezza Europa tramite la compilazione dell’Elenco ([link removed]) dei decessi dei rifugiati. “Nel periodo 1993-2021 più di 44.764 morti”, spiega UNITED “possono essere imputate alla militarizzazione delle frontiere, alle leggi sull'asilo, alle politiche di detenzione e alle deportazioni”.

3. Giornata mondiale del rifugiato: tra responsabilità europee e diritti negati
Pochi giorni prima, il 20 giugno, si era invece svolta la ricorrenza della giornata del rifugiato. Diverse Ong che si occupano della tutela delle persone migranti avevano ricordato come i diritti di queste ultime continuino a non essere rispettati.
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“In Libia la maggior parte dei migranti è vittima di detenzioni arbitrarie, torture e violenze, incluse quelle sessuali. La loro possibilità di ottenere una protezione fisica e legale è estremamente limitata, per questo la rotta migratoria, spesso mortale, attraverso il Mediterraneo rimane l’unica via di fuga [...]” ha affermato ([link removed]) Claudia Lodesani, responsabile delle operazioni per Medici Senza Frontiere Italia.
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In vista di questa giornata, due giorni prima, le strade di Napoli si sono riempite di cittadine e cittadini stranieri per protestare ([link removed]) contro il razzismo istituzionale e lo sfruttamento nel lavoro.

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Per la stessa occasione, Will Media ci faceva riflettere sul vissuto dei migranti e su cosa abbiano dovuto abbandonare nel loro viaggio:
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4. Nuovo memorandum d’intesa contro lo sfruttamento nel lavoro

Le autorità regionali dell'Italia meridionale hanno adottato misure per prevenire lo sfruttamento nel lavoro ([link removed]) a seguito delle diffuse segnalazioni di abusi sui lavoratori nel settore agricolo. Un sindacato locale afferma che un protocollo d'intesa firmato la scorsa settimana mira a portare i lavoratori migranti "dalle condizioni di sfruttamento alla legalità".

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l Memorandum in questione sarebbe volto a promuovere la legalità e sviluppare politiche condivise per ridurre il lavoro nero, oltre che a rafforzare le migliori pratiche nel campo dell'agricoltura. L’accordo è stato firmato dal sindacato FLAI CGIL, dalla Regione Basilicata, dagli enti e dalle associazioni regionali del settore agricolo nell'ambito del progetto Diagrammi di Legalità al Sud.

“L'intenzione del progetto è quella di assumersi la responsabilità dei lavoratori migranti e portarli dalla condizione di sfruttamento alla legalità attraverso la formazione e l'inserimento lavorativo e abitativo”, ha affermato Vincenzo Esposito, segretario regionale della FLAI CGIL Basilicata.

5. A Torino corruzione e mazzette per agevolare le pratiche

“Quasi cinque ore di interrogatorio, per ammettere e spiegare. L’agente scelto di polizia Alessandro Rubino ieri è comparso davanti al pm Gianfranco Colace dopo una settimana di carcere: ha optato per la collaborazione nell’inchiesta sui permessi di soggiorno “accellerati” che lunedì scorso aveva portato a nove misure cautelari. Il verbale è stato secretato, così come quello del vice commissario Alessio Nettis che per primo aveva scelto di parlare, sia davanti al gip che al pm, spiegando di essere stato coinvolto nel giro di favori e bustarelle per ottenere pratiche più celeri proprio da Rubino” riporta la giornalista Sarah Martinenghi ([link removed]) su Repubblica.

Durante l’interrogatorio, un poliziotto ha affermato che la rete sarebbe stata ben più ampia. Tra le accuse vi sono anche l’aver chiesto prestazioni sessuali alle donne in cambio di procedure accelerate per l’ottenimento dei documenti.

6. Rifugiati afghani torturati a Farmakonisi dalle guardie greche

La Ong Aegean Boat Report ha pubblicato un’indagine ([link removed]) su quanto avvenuto a Farmakonisi, un’isola disabitata della Grecia.
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Alcune famiglie provenienti dall’Afghanistan arrivate sull’isola hanno chiesto aiuto contattando Aegean Boat Report, inviando foto e geolocalizzazione. Tuttavia solo la guardia costiera greca sarebbe stata in grado di salvarle, spiega la Aegean, che afferma anche di aver perso successivamente contatti con le persone rifugiate dell’isola. Queste ultime, riporta Aegean, sono state arrestate dalle autorità greche per poi essere respinte in Turchia.

“Le vittime di questo respingimento illegale hanno spiegato come delle persone in divisa scura e il viso coperto da passamontagna, abbiano torturato alcuni degli uomini del gruppo mentre erano in custodia greca a Farmakonisi, “sembrava divertirli” ha spiegato una delle vittime, “[...] stiamo fuggendo dalla tortura, cercando di trovare sicurezza, il tutto per poi essere torturati in Europa quando arriviamo, dov'è l'umanità?” riporta Aegean.

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