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 Tra gli esclusi dalla solidarietà

     Foto via Twitter/KatyFallon

Da Malta al Niger, passando dalla Grecia e anche dal nostro Paese. Viaggio tra le notizie della settimana che ci ricordano come ogni giorno si continui a respingere.


1. A Malta condizioni disumane nei centri di detenzione

Un richiedente asilo marocchino, rinchiuso in uno dei centri di detenzione per migranti di Malta, durante la pandemia di COVID-19 ha scritto una poesia sui suoi problemi sul retro di un modulo di bonifico della Western Union. «Al mattino desidero essere liberato e la sera comincio a piangere. In questo paese gli schiavi vengono venduti come farina», si legge.

È quanto viene riportato da Politico in un articolo, sulle gravi violazioni dei diritti ai danni dei migranti rinchiusi nei centri di detenzione, basato sulle testimonianze di coloro che sono stati successivamente rilasciati. Gli ex trattenuti hanno affermato che all’interno dei centri vi erano un clima di ostilità, regolari tentativi di suicidio, condizioni disumane e poco dignitose.


 

2. Tra i migranti di Agadez, in Niger, in viaggio per l’Europa

Il 20% dei migranti che arrivano in Libia passano per il Niger. Nel primo trimestre del 2022 sono state 17.677 le persone entrate dal Mali, solo a marzo altre 8.269 sono arrivate invece dal nord-ovest della Nigeria, area colpita da continue violenze.

Ci sono poi quelli che in Niger ci sono finiti perché respinti dai Paesi vicini. Secondo i dati forniti dall’Ong Alarme Phone Sahara, circa 8.207 persone sono state espulse verso il Niger dalla sola Algeria nel primo trimestre del 2022.

«I migranti cercheranno percorsi alternativi per continuare il viaggio, rischiando abusi e sfruttamento. Dobbiamo restituire loro dignità, garantire vie sicure e legali a chi fugge e il diritto di tutti di avere salva la vita, assicurare investimenti nell’accoglienza e non nella deterrenza». Lo racconta in questo approfondimento video sul Corriere della Sera Medici Senza Frontiere (MSF), che in Niger fornisce assistenza medica di base e supporto psicologico alle persone in transito.
 

3. Due richiedenti asilo afghani sono stati assolti in Grecia

Un giovane afgano, N., era accusato di aver messo in pericolo suo figlio, annegato durante la traversata in mare. Un altro uomo afghano, H., era accusato di essere uno “scafista” della barca. Mentre il primo è stato assolto, il secondo ha ottenuto una sospensione della pena. 

H. era stato accusato di aver preso il timone della barca durante la traversata. I trafficanti che spostavano il gruppo erano sbarcati poco dopo la partenza, lasciando soli i migranti. Se fosse stato dichiarato colpevole, H. avrebbe rischiato l'ergastolo per la morte del bambino e altri dieci anni di carcere per ciascuna delle 23 persone che aveva inavvertitamente aiutato a trasportare.


4. Reddito di cittadinanza a cittadini stranieri: il governo non l’ha ancora esteso

«Per ottenere il reddito di cittadinanza bisogna essere residenti in Italia da 10 anni. Una regola che esclude buona parte dei poveri assoluti e che sta causando migliaia di processi perché stride con le norme UE», scrive sul Fatto Quotidiano Franz Baraggino. Una regola da cambiare e sulla quale sta facendo luce anche la Corte Europea di Giustizia.

Secondo la denuncia presentata a Bruxelles, si violano norme UE che vietano ogni discriminazione basata sulla nazionalità dei lavoratori e tutelano quelli degli altri Stati membri (art. 45 TFUE), «che – dice una sentenza della Corte di giustizia – con le imposte e i contributi che versano contribuiscono anche al finanziamento delle politiche sociali dello Stato membro di accoglienza».

Resta il dubbio che – come dichiarato dalla sociologa Chiara Saraceno – «si preferisca la condanna della Corte europea piuttosto che affrontare il dibattito politico»


 

5. Neonati e vittime di tortura tra i migranti dell’ultimo soccorso in mare 

Quasi 160 persone sono state soccorse giovedì nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l'Italia a bordo di navi di fortuna. La nave Ocean Viking ha prelevato i migranti da due gommoni sovraffollati nell'area di ricerca e soccorso libica.

La Geo Barents, a cui è stato concesso il permesso di attraccare in Sicilia dopo un’attesa in mare lunga una settimana con a bordo circa 470 migranti, ha dichiarato giovedì che le autorità italiane hanno interrotto lo sbarco senza spiegazioni, lasciando ancora sulla nave 238 migranti.

La maggior parte dei sopravvissuti – afferma MSF – aveva subito abusi in Libia, e tra quelli ancora a bordo c’è chi riporta segni di fratture agli arti e un diabetico. 

Venerdì mattina sei persone sono saltate fuori dalla nave «per disperazione dopo 11 giorni di attesa ingiustificata», ha twittato MSF.



Intanto in un nuovo naufragio a largo di Sfax, in Tunisia, hanno perso la vita 4 persone.
 

6. Assolti in Cassazione quattro cittadini eritrei accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

«La Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne a G. Afewerki, G. Abraha, M. Hintsa e G. E. Kidane perché il fatto non sussiste. I quattro cittadini eritrei erano stati giudicati colpevoli in primo e secondo grado per favoreggiamento dell’emigrazione clandestina nel processo “Agaish”, che in tigrino vuol dire “ospite”, con pene comprese tra i due anni e i tre anni e mezzo di reclusione». Lo racconta Giansandro Merli su Il Manifesto.

La storia dei quattro cittadini eritrei comincia nel 2015 quando a Roma – come racconta IrpiMedia in un articolo dello scorso anno – venne sgomberato il campo di Ponte Mammolo, una baraccopoli nata per offrire prima assistenza ai migranti che non riuscivano a entrare nei circuiti di accoglienza. I quattro sono stati ingiustamente accusati di far parte di una rete di trafficanti che si arricchiva sul trasporto di migranti ma «l’evidente profitto economico sostenuto dai magistrati si scontra però con le stesse evidenze probatorie portate a processo».

Nel processo diversi sono stati gli errori: dallo scambio di persona del “Generale” –identificato come uno degli imputati che avrebbe tenuto le redini del traffico – fino a errori di traduzione nelle intercettazioni.


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