1. Divisioni e ritardi, il vero volto dell’UE
La risposta alla guerra in Ucraina è in netto contrasto con la reazione ad altre ondate migratorie di massa, come ad esempio quelle scatenate dalla guerra in Siria o dalla conquista dell'Afghanistan da parte dei Talebani l'estate scorsa. Anche i rifugiati provenienti da quei conflitti sono stati accolti, ma la direttiva sulla protezione temporanea non è mai stata attivata per loro e lo sforzo più forte fatto allora è sembrato essere più orientato a impedire l'arrivo di ulteriori richiedenti asilo, che a rafforzare l’accoglienza.
Su Politico, Giovanna Coi, Arnau Busquets Guàrdia, Cornelius Hirsch, Jacopo Barigazzi, Tim Ball e James Randerson ripercorrono le tappe più drammatiche della migrazione dell’ultimo decennio in Europa e si chiedono se quanto fatto per i rifugiati ucraini possa aprire una nuova fase di accoglienza all’interno dell’UE.
2. L’Ungheria scioglie i cani poliziotto contro i rifugiati non ucraini
Ancora violenze ai danni delle persone rifugiate non ucraine alle frontiere con l’Ungheria: la polizia magiara è accusata di servirsi anche dei propri cani per attaccarle.
"Abbiamo attraversato la prima e la seconda recinzione. Poi la polizia ungherese ci ha mandato dei cani, ci hanno picchiato e, alla fine, ci hanno arrestato", racconta Hassan, un uomo siriano. Tra le persone colpite c’è anche un rifugiato libanese fuggito dall’Ucraina: “Nonostante avessi tutti i documenti per provare che vivevo legalmente in Ucraina, il mio passaporto libanese mi rendeva una persona non gradita nel territorio. La polizia mi ha ammanettato, ha confiscato tutti i miei documenti e dopo tre giorni di detenzione mi ha deportato in Serbia”.
3. La storia di Taoufik Kaoubabi, cittadino marocchino fuggito dall’Ucraina e rigettato dall’Italia
“A Kharkiv avevo la mia vita che stavo costruendo da nove anni. Studiavo, lavoravo, e mi stavo specializzando nell'Università della città, come chirurgo oftalmico. Ero davvero felice, ancor più che da un anno e mezzo avevo coronato il mio amore per Yana, la mia fidanzata ucraina, con il matrimonio. Oggi è tutto cancellato, con la guerra e infine la discriminazione, e il razzismo, che per la prima volta ho toccato con mano".
Inizia così il racconto di Taoufik Kaoukabi, cittadino marocchino che è dovuto fuggire dall’Ucraina insieme a sua moglie Yana a causa della guerra, per poi ricevere il rigetto, a Bergamo, alla richiesta di protezione temporanea - concessa invece a sua moglie, che è ucraina.
Come scrive la giornalista Karima Moual, si tratta dell’ennesimo caso di doppio standard applicato ai cittadini e alle cittadine non europee, specie se provenienti dal Sud del mondo: “i numerosi filmati di testimonianze raccapriccianti, di studenti africani e mediorientali lasciati al freddo al confine (noi lo raccontavamo in questo articolo), hanno svelato come la solidarietà, e le braccia aperte non erano proprio per tutti. Che vige un doppio standard, tra cittadini occidentali e quelli più a sud, soprattutto africani”.
4. In Lituania ci sono 2500 migranti trattenuti arbitrariamente
Medici Senza Frontiere (Msf) ha denunciato la presenza di oltre 2.500 richiedenti asilo e migranti trattenuti in condizioni disumane in Lituania, arrestate in seguito all’attraversamento del confine dalla Bielorussia. Secondo l’Ong molti rischiano di sviluppare disturbi mentali.
Msf ha affermato anche di essere "estremamente preoccupata per l'impatto della detenzione prolungata sulla salute mentale di richiedenti asilo e migranti" e ha invitato le autorità lituane a "porre fine immediatamente alla detenzione arbitraria".
"Le équipe di Msf hanno assistito al disagio fisico e mentale causato dalla detenzione", ha affermato Georgina Brown, rappresentante nazionale di Msf in Lituania. "Le persone non hanno accesso a un processo di asilo equo e non esiste un supporto specializzato per disturbi psichiatrici o sopravvissuti a torture e violenze sessuali", ha aggiunto.
5. Un altro incendio nell’insediamento informale di Borgo Mezzanone
“Tutto è successo intorno alle 4, prima dell'alba. Un incendio è divampato nel ghetto di Borgo Mezzanone, sulla ex pista dell'aeroporto militare. A causare il rogo, che ha distrutto una ventina di baracche, sarebbe stato un cortocircuito” viene riportato su Rai News.
Si tratta dell’ennesimo incendio che ha colpito persone richiedenti asilo, e non solo, che sono costrette a vivere in insediamenti di fortuna e che sono spesso vittime di caporalato e sfruttamento.
6. Refugees Welcome e un nuovo modello di accoglienza
Dei 17.000 posti circa che il Terzo Settore metterà a disposizione dei rifugiati ucraini, 4.463 saranno in famiglia. Un risultato storico, considerando che prima della guerra in Ucraina l’ospitalità in famiglia non era riconosciuta dalle istituzioni come una soluzione possibile.
Un risultato possibile grazie anche alla solidarietà degli italiani che, dopo l'invasione russa, hanno dato immediata disponibilità a ospitare in casa propria chi fugge dalla guerra.
Ma come funziona l'accoglienza in famiglia?
Lo racconta su Secondo Welfare - il think tank di ricerca dell’Università Statale di Milano - Fabiana Musiccio, direttrice di Refugees Welcome Italia.