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Accoglienza: dall'Ue 17 miliardi per i profughi ucraini
 
Il Consiglio dell'Ue ha trovato l'accordo per destinare 17 miliardi di euro all’accoglienza dei 4 milioni di rifugiati arrivati in Europa in poco più di un mese di guerra. Su quote e ricollocamenti restano però le incertezze e a opporsi sembra essere proprio la Polonia che nell'immediato ne beneficerebbe più di tutti

Da Bruxelles a Roma. Nel Dpcm del 29 marzo scorso viene riconosciuta la possibilità, per le persone ucraine che hanno aderito alla sanatoria 2020, di lasciare l’Italia per soccorrere i familiari senza rischio di rigetto. Ma come è possibile che dopo due anni migliaia di persone siano ancora costrette in questo limbo burocratico e in attesa di essere regolarizzate? Ce lo racconta in questo approfondimento Claudia Torrisi.

Non si scappa solo dall'Ucraina in guerra. Con l'intensificarsi delle operazioni militari diminuisce ancora di più lo spazio per il dissenso in Russia e così migliaia di persone, in maggioranza giovani e lontane dalla politica di Putin, stanno lasciando il Paese. Elira Kadriu ha intervistato una giovane coppia che ha deciso di trasferirsi a Tiblisi in Georgia.

La guerra continua da oltre un mese, ma nonostante ciò alcuni pregiudizi fanno fatica a cadere. Nei paesi di prima accoglienza è ancora forte lo stigma verso i rifugiati della comunità rom e molte persone di origine africana sono trattenuti nei centri di detenzione. Questo e molto altro nella nostra ultima rassegna web


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I fondi andranno a sostenere l’accoglienza di oltre 3,8 milioni di rifugiati arrivati in Unione Europea tra il 24 febbraio e il 28 marzo. E mentre il numero di arrivi è andato stabilizzandosi intorno alle 40 mila persone al giorno, restano le incertezze su quote e ricollocamenti.
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La regolarizzazione per lavoratrici e lavoratori stranieri per il settore domestico e dell’agricoltura del 2020 procede molto a rilento. Tra le richieste inviate, circa 20mila riguardano persone di nazionalità ucraina, la prima tra tutte quelle aderenti, che ora hanno difficoltà a lasciare l’Italia senza rischiare di vedersi rigettata la pratica. Ce ne parla Claudia Torrisi.
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Con l'intensificarsi delle operazioni militari in Ucraina, diminuisce ancora di più lo spazio per il dissenso in Russia. Così migliaia di persone, in maggioranza giovani, lontane dalla politica di Putin stanno lasciando il Paese. In Georgia si sono trasferiti già oltre 10 mila cittadini russi, ma oltre confine si iniziano a temere le conseguenze di quest'esodo.
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Un’altra settimana di guerra è trascorsa e il numero di persone che si sono rifugiate nei paesi confinanti continua ad aumentare. Nonostante l’emergenza, molti pregiudizi faticano a cadere.
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