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Subject In fuga dalla violenza e dalle discriminazioni
Date March 28, 2022 10:42 AM
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Un’altra settimana di guerra è trascorsa e il numero di persone che si sono rifugiate nei paesi confinanti continua ad aumentare

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In fuga dalla violenza e dalle discriminazioni

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Foto via Aj+/Twitter ([link removed]) .

Un’altra settimana di guerra è trascorsa e il numero di persone che si sono rifugiate nei paesi confinanti continua ad aumentare. Nonostante l’emergenza, molti pregiudizi faticano a cadere.


1. Rifugiati in fuga dall’Ucraina trattenuti nei centri di detenzione

Un'indagine ([link removed]) di The Independent, in collaborazione con Lighthouse Reports, Radio France e altri media partner, rivela come molti residenti in Ucraina di origine africana che hanno attraversato il confine per sfuggire alla guerra sono stati rinchiusi in centri di detenzione.
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Alcune di queste persone, stando alle indagini, sarebbero state trattenute per settimane: almeno quattro studenti fuggiti dalla guerra sono al momento detenuti in una struttura di detenzione a Lesznowola (Polonia), una cittadina a 40 km da Varsavia. Nel centro, sarebbero 52 gli stranieri rinchiusi, riporta ([link removed]) France Info.

Un centro di detenzione per migranti in Ucraina, invece, risulta ancora operativo nonostante la zona sia stata recentemente bersagliata dai missili russi ([link removed]) . Un appello ne chiede la chiusura e l’immediata evacuazione delle persone trattenute:
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2. Profughi e rom, un doppio stigma nella Polonia che accoglie

Già vittime di odio e violenza a causa di stereotipi razziali e xenofobia, la discriminazione nei confronti della minoranza rom ucraina ha travalicato i confini allo scoppio della guerra.

In Polonia, le persone rom faticano ad essere accolte e hanno paura a lasciare i centri di accoglienza. Su Avvenire racconta la loro situazione Paolo Lambruschi ([link removed]) .

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3. L’accoglienza dei profughi ucraini può portare a un cambiamento delle politiche migratorie dell’Ue?

L’adozione tempestiva della protezione temporanea per i profughi dall’Ucraina ha suscitato reazioni positive su quello che è di fatto un unicum recente, soprattutto se consideriamo come sia invece l’approccio securitario quello che solitamente gli stati membri dell’Ue adottano in materia di migrazioni.

Ma siamo davvero davanti a un cambiamento di paradigma nella politica di asilo e migrazione dell'UE?

“Il test più grande per l'UE è ciò che gli Stati membri e la Commissione faranno dopo”, ragiona Lucas Rasche, policy fellow dell’Hertie School-Jaques Delors Centre, e se questa collaborazione tra Stati per rispondere all’emergenza in Ucraina, porti poi ad “un’equa ripartizione delle responsabilità”. Il dubbio è che invece siamo davanti a una maggiore politicizzazione dell'accesso alla protezione ([link removed]) .

4. Il Regno Unito verso un’ulteriore stretta sui flussi migratori

I parlamentari alla Camera dei Comuni hanno ripristinato ([link removed]) alcuni elementi della controversa legge sui confini e la nazionalità - il Nationality and Borders Bill, soprannominato "Anti Refugee Bill" dagli attivisti - rimossi dai Lords.
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Con la legge il Regno Unito, spiega il Guardian, “sembra essere destinato a criminalizzare gli arrivi di rifugiati e potrebbe spedire i richiedenti asilo in Paesi terzi per l'elaborazione [delle loro richieste d’asilo]”. Tra gli elementi più discussi anche il diritto dei ministri di revocare la cittadinanza e la mancata tutela del diritto al lavoro dei richiedenti asilo. Il disegno di legge prevede che anche ai rifugiati ucraini, nonostante la situazione di massima vulnerabilità, sia richiesto un visto per poter accedere nel Regno Unito.

"Nella sua nella forma attuale, il disegno di legge renderà il Regno Unito uno dei paesi più anti-rifugiati al mondo” ha affermato ([link removed]) Sophie McCann, advocacy officer di Medici Senza Frontiere UK.
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5. La procura di Pavia vuole processare Younes El Boussettaoui, da morto

La procura di Pavia vorrebbe processare Younes El Boussettaoui, uomo marocchino ucciso a Voghera il 20 luglio scorso dall'allora assessore leghista Massimo Adriatici.
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“È l'esito, incredibile e surreale, di un controllo dei vigili di Voghera il 10 maggio scorso, due mesi e dieci giorni prima del pedinamento e dello sparo di Adriatici che uccise El Boussettaoui in piazza Meardi”, si legge ([link removed]) su Repubblica. Le ragioni della procura risiedono nel fatto che due mesi prima, El Boussettaoui venne fermato dagli agenti che lo trovarono senza documenti.

“Quando abbiamo ricevuto l’atto siamo rimasti senza parole”, hanno commentato ([link removed]) i legali.

6. Il caso dei ragazzi di El Hiblu

Tre giovani ragazzi africani sono sotto processo a Malta dal 2019 ([link removed]) : sono accusati di terrorismo, violenza e del sequestro della El Hiblu, l’imbarcazione su cui si trovavano.

I tre giovani, erano fuggiti dalla Libia il 26 marzo 2019 e si trovavano su un gommone insieme ad altri migranti quando la nave cargo El Hiblu, sotto indicazione dell’operazione militare europea Eunavfor Med, li ha recuperati in mare con l’intenzione di riportarli in Libia. I tre giovani hanno a quel punto protestato e preteso di essere portati al sicuro a Malta, ma una volta sbarcati - nonostante non si siano macchiati di nessuna violenza contro cose o persone - sono arrivate le accuse.
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Diverse Ong tra cui Free The El Hiblu 3 ([link removed]) e Amnesty International ([link removed]) stanno promuovendo una campagna per la liberazione dei tre giovani.

7. Nel frattempo 157 persone sono in attesa di un porto sicuro

Restano in attesa ([link removed]) di un porto sicuro i 157 migranti soccorsi nei giorni scorsi in due diverse operazioni nel Mediterraneo centrale.
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I sopravvissuti affermano di essere fuggiti a causa della violenza in Libia, ma il maltempo sta rendendo le loro condizioni sempre più difficili:
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