La web-review settimanale
in anteprima per gli iscritti alla newsletter!

Le persone straniere in Italia sono maggiormente colpite da disoccupazione e povertà

    Foto di copertina di Arianna Pagani.

 

Secondo il nuovo rapporto ISMU le persone straniere in Italia sono tra le più colpite dalla disoccupazione: dei 456mila posti di lavoro persi, un quarto era occupato da donne. Questo e molto altro nella nostra web review.

1. Nuovo rapporto ISMU: una persona straniera su tre vive in povertà

Più poveri e con più probabilità di essere disoccupati: questo è ciò che l'ultimo rapporto della Fondazione Iniziative e Studi sulla Multietnicità (ISMU) ha rilevato sulle condizioni delle persone straniere in Italia rispetto a quelle delle persone italiane.


Dei 456mila posti di lavoro che si sono persi tra il 2019 e il 2020, quasi un quarto è da attribuire alle sole donne straniere (a fronte di un loro peso sugli occupati totali, prima della pandemia, pari al 4,5%); in termini di variazione percentuale del numero di occupati, le donne straniere sono diminuite del 10% rispetto al 3,5% degli uomini stranieri e all’1,4% delle donne italiane. “In particolare”, viene spiegato nel rapporto, “l’effetto più vistoso di questo impatto si è riversato sulle donne straniere, in linea con quanto è avvenuto a livello globale, dove la crisi sanitaria ha accentuato la vulnerabilità delle lavoratrici immigrate, comunemente sovra-rappresentate nei lavori a bassa retribuzione e qualificazione e con un accesso limitato ai servizi di supporto per gestire le esigenze di conciliazione con gli impegni familiari. In Italia, le donne straniere hanno registrato una riduzione del tasso di occupazione due volte più importante rispetto agli immigrati maschi. Se si considera che, tra le persone nate in Italia, la riduzione del tasso di occupazione ha colpito uomini e donne in ugual misura, si può concludere come sia soprattutto alle cattive performances delle donne immigrate che si deve la “femminilizzazione” degli effetti occupazionali della pandemia”.

Un dato positivo riguarda la scuola: per la prima volta il numero degli studenti stranieri iscritti ai licei è stato superiore a quello degli iscritti agli istituti professionali. Tuttavia, il ritardo negli anni scolastici è stato riscontrato in circa il 30% degli studenti di nazionalità non italiana, rispetto al 9% degli italiani.

2. Frontex in Senegal: la nuova strategia Ue per fermare le migrazioni

In una conferenza stampa nella capitale senegalese Dakar, Ylva Johansson - Commissaria europea per gli affari interni - ha rivelato la volontà di raggiungere un accordo tra l'agenzia di frontiera dell'Ue Frontex e il Senegal, per il controllo del flusso di migranti diretti in Europa. Si tratterebbe, se andasse in porto, del primo accordo del genere ad operare al di fuori dell'Europa.

Se il governo senegalese fosse d'accordo, ha aggiunto Johansson, l'Ue potrebbe inviare apparecchiature di sorveglianza come droni e navi, oltre al personale di Frontex. “Schierati insieme alle forze locali, gli agenti "lavoreranno insieme per combattere i trafficanti", ha affermato. Non mancano le perplessità su questa nuova campagna di esternalizzazione del controllo delle frontiere: da un lato l’Ue parla dell’importanza di trattare le persone migranti con dignità, dall’altro la risposta è sempre quella di contrastare - anche militarmente - la mobilità delle stesse.

Bisogna ricordare che Frontex è attualmente sotto accusa sia per il coinvolgimento nei respingimenti illegali che per la mancanza di trasparenza.

3. La problematicità della zona SAR Libica

Decine di migliaia di persone che attraversano il Mar Mediterraneo ogni anno vengono catturate dalle milizie della cosiddetta “guardia costiera libica” finanziata dall'Ue e portate nelle prigioni in Libia dove omicidi, estorsioni e stupri sono all’ordine del giorno.

Uno dei motivi per cui l’operazione delle milizie libiche è diventata così efficace in questo sforzo è che nel 2018 la Libia ha ampliato la portata dei suoi pattugliamenti offshore. Come sottolineano i giornalisti Joe Gavnin e Ian Urbina di Outlaw Ocean Project, tale legittimazione deriva anche dalle Nazioni Unite, le quali hanno riconosciuto una zona SAR libica in cui le milizie possono eseguire le operazioni di “ricerca e soccorso”. 

“Gli avvocati che si occupano di diritti umani”, scrivono Gavin e Urbina “stanno ora ponendo nuove e difficili domande al Parlamento Europeo e all'Organizzazione marittima internazionale (IMO), che è l'agenzia marittima delle Nazioni Unite che ha formalmente riconosciuto la zona di ricerca e salvataggio libica”. Per i più critici, la zona di ricerca e salvataggio libica faciliterebbe le violazioni dei diritti umani e del principio di non refoulement, che vieta di respingerei persone in zone di guerra o altri luoghi in cui è probabile che possano essere torturate o maltrattate in altro modo.

4. Migranti bloccati alla frontiera in Messico si cuciono la bocca per protesta

Una dozzina di migranti al confine meridionale del Messico si sono aiutati a vicenda a sigillarsi le labbra usando aghi e fili di plastica, lasciando un piccolo spazio per consumare liquidi.

La protesta si è tenuta a Tapachula, città di confine con il Guatemala, che da mesi si riempie di migliaia di persone in attesa dei documenti per poter attraversare liberamente il Paese. "Lo sto facendo per mia figlia", ha riferito una delle protagoniste. "Non ha mangiato nulla nelle ultime ore e non vedo alcuna soluzione da parte delle autorità".

"Siamo come prigionieri qui", ha aggiunto, ricordando che attende una risposta dall'agenzia per l'immigrazione del Messico da oltre un mese. Negli ultimi anni è aumentato il numero di migranti che arrivano in Messico in fuga da violenze e povertà. Nel 2021, il Messico ha registrato un aumento dell'87% del numero di domande di asilo, principalmente ad opera di haitiani e honduregni.

5. La Grecia respinge i migranti buttandoli fuori bordo

Nel mese di settembre due corpi senza vita sono stati trovati sulle coste turche. Inizialmente si pensava che si trattasse dell’ennesimo naufragio, ma grazie a una lunga indagine svolta da Lighhouse Reports, The Guardian, Mediapart e altre testate giornalistiche, le responsabilità sarebbero da additare alla Guardia Costiera Greca.

Secondo la ricostruzione di uno dei superstiti, i corpi in questione sarebberoo di Sidy Keita, della Costa d'Avorio, e Didier Martial Kouamou Nana, del Camerun. I due, secondo il testimone, si trovavano sull’isola di Samos, prima di essere stati catturati dalle autorità greche, fatti salire a bordo di un motoscafo e gettati in mare al largo delle coste della Turchia, senza salvagente.

La Guardia Costiera Greca non è nuova a respingimenti illegali, ma è in dubbio la gravità di questo nuovo episodio, che se confermato, come scrive il giornalista Lorenzo D’Agostino, potrebbe portare all’accusa di omicidio:

6. Amazon è diventata co-proprietaria di una compagnia aerea che espelle i migranti dagli USA

Una lunga indagine dell’Intercept racconta come dell’impero Amazon faccia ora parte anche un nuovo business. Si tratta di una compagnia operante nel settore del trasporto aereo di merci, la Omni Air International, che sarebbe coinvolta negli Stati Uniti anche nella deportazione di migliaia di migranti, con tanto di abusi lungo il percorso come riportato dalle testimonianze raccolte

Tra i maggiori clienti, ci sarebbero anche il Dipartimento della Difesa, che utilizza l'azienda per il trasporto di truppe, e il Dipartimento della sicurezza Interna, che ha invece pagato alla società commissioni esorbitanti nel corso degli anni per eseguire i cosiddetti “voli charter speciali ad alto rischio” per la sua macchina di espulsione, l’ICE Air.

Le Ong per i diritti umani hanno più volte denunciato sia Amazon che il governo federale, e fanno pressione affinché l’azienda smetta di investire sulla compagnia.

7. Nasce la nuova newsletter Buchi Neri interamente dedicata ai CPR

Cosa sono e a cosa servono queste strutture dello Stato chiamate Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr)? Sono misure degne di uno Stato di diritto e di una democrazia che si prende cura dei diritti fondamentali delle persone, inclusi quelli dei più vulnerabili? È lecita questa forma di detenzione senza reato? Quali sono le possibili alternative?

Per rispondere a queste domande, nasce la nuova newsletter del sito Buchi Neri interamente dedicata ai CPR in Italia e non solo. Potete iscrivervi qui.

 

 

Il team di Open Migration

Facendo una donazione ci aiuterai ad offrire più informazione di qualità.
Sostienici
Esplora la nostra dashboard
Esplora la nostra dashboard
Open Migration su Twitter
Open Migration su Facebook
Visita Open Migration
Copyright © 2017, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili.
 
Our mailing address is:
Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili
Via Monti di Pietralata 16
Rome, RM 00157
Italy

Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list