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L’Italia è al quarto posto al mondo per il livello di odio nei confronti delle persone immigrate  

Foto copertina via Unite 4 Rescue/Twitter.

Nel nostro Paese continua a crescere il sentimento xenofobo, mentre in Europa non si fermano tentativi di blindare le frontiere e nuove tragedie del mare.

1. Avversione verso le persone immigrate: l’Italia è al quarto posto al mondo
Migranti e immigrazione non occupano più le prime pagine dei giornali, ma il termometro della xenofobia nel nostro Paese continua costantemente a crescere con il 79 per cento degli italiani che mostrerebbe segni di tensione verso gli immigrati. 


L’Italia supera in questa speciale classifica Gran Bretagna e Stati Uniti: peggio di noi solo Sud Africa (89 per cento), Belgio (81) e Perù.

“Il tema migranti” - scrive Enzo Risso su Domani Giornale - “rimane uno dei nervi scoperti del paese. Dal punto di vista degli atteggiamenti nei confronti dei migranti, emerge un trittico di opinioni marcato da maggioranza relativa, 41%, che esprime scelte di netta chiusura e respingimento. In questo agglomerato aleggiano posizioni di rabbia, ansia, disturbo, paura, repulsione e distanziamento verso i migranti”. Le posizioni anti immigrati sono diversificate e vanno dal 43% di quanti vorrebbero l’arresto dei migranti al 50% dei favorevoli a una politica di completa chiusura delle frontiere; dal 54% che ritiene giusto dare priorità agli italiani per il lavoro al 43% che accusa gli immigrati di sottrarre servizi sociali agli italiani.

2. Abdul, evacuato da Kabul, è finito nel CPR di Gradisca d’Isonzo
Abdul è stato evacuato da Kabul dopo il ritorno dei Talebani, ma invece che accoglienza, in Italia ha conosciuto la detenzione nel CPR di Gradisca d’Isonzo. 

Il 9 dicembre Abdul viene accompagnato su un aereo civile con destinazione Venezia: “Avevo due poliziotti al mio fianco e le manette ai polsi per tutto il viaggio - racconta. Una volta arrivato in aeroporto, i poliziotti italiani mi hanno detto che avrei dovuto fare un mese di quarantena e mi hanno portato in un altro centro”. Abdul non capisce subito in quale luogo si trovi. Contatta il cugino, in Italia da diversi anni, che cerca di capire dove sia. “Non era chiaro dove fosse. Le comunicazioni erano molto difficili, anche perché aveva il cellulare per pochissimo tempo durante il giorno”, riporta il giornalista Luca Rondi su AltrEconomia. Arrivato al CPR di Gradisca d’Isonzo, Abdul è rimasto per 26 giorni in una cella in cui era costretto a dormire con altre 13 persone.

Ad aggravare la vicenda, come spiega l’avvocata di Asgi Caterina Bove, la segnalazione che Abdul non volesse chiedere asilo in Italia, quando in realtà si trattava di un richiedente asilo a tutti gli effetti, già accolto in un centro prima di essere stato evacuato dalle autorità italiane da Kabul.

La storia di Abdul - ora finalmente libero - è soltanto l’ennesimo episodio di violazione dei diritti consumata ai danni di un migrante e perpetrata in un Cpr. Al tema la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili ha dedicato un ampio report “Buchi Neri: la detenzione senza reato nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR)”ora facilmente consultabile a questo sito.

3. Grecia: un nuovo programma di intelligenza biometrica mina i diritti dei migranti
La Grecia sta investendo in un nuovo programma di polizia per scansionare i volti e le impronte digitali delle persone. Programma che, come protestano le associazioni umanitarie, non sarebbe coerente con gli standard internazionali sui diritti umani sulla privacy e che potrebbe amplificare la discriminazione in corso.

L’Ong Human Rights Watch riporta che negli ultimi anni, la polizia greca ha effettuato arresti e perquisizioni abusive e spesso discriminatorie nei confronti di migranti e altre popolazioni emarginate. Questo nuovo programma molto probabilmente faciliterebbe e aumenterebbe la pratica illegale di profilazione razziale - ossia la perquisizione o l’arresto di persone sulla base di suggestioni legate unicamente all’etnia e/o alla provenienza. Il programma costerà circa 4,5 milioni di euro, il 75% dei quali finanziato dal Fondo per la sicurezza interna della Commissione Europea. 

L’utilizzo dell’intelligenza biometrica per scopi securitari e discriminatori è ormai una prassi utilizzata dai Paesi membri dell’Ue nonostante l'articolo 17 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) sottolinei l’importanza del diritto alla privacy che “non può essere soggetta interferenze arbitrarie o illegali”.

4. Ancora naufragi al largo delle Isole Canarie
Più di 40 persone, tra cui tre bambini, hanno perso la vita mentre si dirigevano verso le Isole Canarie a bordo di un’imbarcazione. Lo riporta l’ong spagnola Caminando Fronteras.

Secondo Helena Maleno, portavoce dell’ong, la nave trasportava 30 uomini, 20 donne e 3 bambini, di loro solo dieci persone sono state salvate nei pressi della costa di Tarfaya in Marocco. Si tratta dell’ennesimo naufragio sulla cosiddetta rotta atlantica, attraversata ogni anno da migliaia di migranti che intraprendono un viaggio rischioso, sperando di raggiungere l'Europa.

Secondo Caminando Fronteras oltre 4 mila migranti sono morti o sono scomparsi l'anno scorso mentre cercavano di raggiungere la Spagna, il doppio rispetto al 2020. 


5. L’Italia ha bisogno di medici ma non assume quelli stranieri
La giunta della Regione Lazio ha approvato una delibera che apre anche ai medici stranieri la partecipazione ai concorsi pubblici, ma solo per incarichi a tempo determinato.

Come spiega il giornalista Andrea Cappocci su Il Manifesto si tratta di “una misura emergenziale e limitata a una regione. Il problema della carenza dei medici però in Italia è strutturale. Lo dimostra il fatto che, pur con l’80% della popolazione vaccinata, ogni ondata di Covid costringe gli ospedali a sospendere l’attività ordinaria per mancanza di risorse. Aver raddoppiato i posti letto in rianimazione non significa aver moltiplicato anche la capacità assistenziale”. 

A ciò si aggiunge il fatto che per partecipare ai concorsi pubblici per i medici occorre avere la cittadinanza italiana o quella di un Paese dell’Ue: “E questo taglia fuori un gran numero di professionisti, che da noi non hanno speranza di fare una carriera nella sanità pubblica. In altri paesi, oltre alla mobilità interna all’Ue, si attirano medici da Paesi più lontani. Nel Regno Unito, quasi la metà dei medici stranieri proviene dal subcontinente indiano. In Francia c’è un importante contributo da Medio Oriente e Nord Africa. La Germania richiama molti medici formati nei Paesi dell’ex-Urss”.

6. Ancora diritti negati ai migranti in Italia: tra violenze e sfruttamento
Un lavoratore migrante impiegato nei campi vicini al ghetto di Rignano ha affermato di essere stato sfruttato e picchiato insieme ad altri compagni.

Si tratta di lavoratori che sono stati pagati solo 4,50 euro l'ora per il loro lavoro nei campi e che sono stati trattenuti 5 euro al giorno per il trasporto. Uno di questi ha affermato che alla richiesta di paga più alta, è stato aggredito fisicamente. "Sono arrivato da Torino nel 2020 e mi hanno dato un letto in un container per il quale ho pagato 150 euro", ha detto. "Ogni mattina io e altri 20 operai venivamo portati con un furgone a lavorare nei campi, dalle 6 del mattino, dalle undici alle dodici ore. Quando mi ribellavo e chiedevo una paga più alta, qualcuno veniva a picchiarmi mentre dormivo. Sono persino finito in ospedale”. 

La testimonianza è stata riportata in un video pubblicato da CIGIL Foggia che ha denunciato le gravi condizioni in cui sono costretti a vivere lavoratori e lavoratrici migranti.


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