Nonostante le evidenti violazioni dei diritti umani e le nette prese di posizioni di associazioni e società civile, il Governo intende confermare l’accordo con la Libia. Intanto nei giorni scorsi 10 nuove motovedette sono state consegnate alle autorità libiche.
1. L’Italia rinnoverà il Memorandum con la Libia
Ai sensi dell'articolo 3 del memorandum Italia-Libia, il nostro paese ha chiesto di riunire la commissione congiunta dei due paesi e, ai sensi dell'articolo 7, di modificare l'intesa sul contrasto all'immigrazione clandestina. Lo sostiene Repubblica, diffondendo quanto appreso da fonti governative. Trova conferma quindi l'intenzione del governo italiano di mantenere il memorandum chiedendo tuttavia a Tripoli di negoziare alcuni cambiamenti che andranno definiti.
A tal proposito il ministro degli esteri Di Maio, parlando alla Camera, ha confermato che il Memorandum di intesa non sarà revocato, ma che saranno chieste delle modifiche per migliorarlo, come ad esempio un “ulteriore coinvolgimento dell’Onu, della comunità internazionale e delle organizzazioni della società civile per migliorare l’assistenza ai migranti salvati in mare e le condizioni nei centri, alla luce del fatto che la Libia non è firmataria della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato del 1951”.
Tutti i report sono concordi nell’affermare che nei centri di detenzione libica i diritti umani non sono rispettati. L’ultimo lavoro della giornalista Francesca Mannocchi pubblicato pochi giorni fa sul Guardian ,certifica nei centri per migranti una quotidianità fatta di torture stupri e omicidi.
Intanto, in occasione della festa della Marina, l’Italia ha consegnato 10 nuove motovedette alle autorità libiche.
2. I migranti a bordo di Alan Kurdi e Asso Trenta sono stati fatti sbarcare
Dopo otto giorni di odissea, la nave Alan Kurdi è arrivata a Taranto dove gli 88 migranti che erano a bordo sono fatti scendere a terra. Si è conclusa così lunedì scorso l’ennesimo stallo partito il venerdì precedente quando la nave della ong tedesca Sea Eye, pur senza permesso, era entrata in acque italiane.
Come ricorda Repubblica “il Viminale ha reso noto che si è conclusa la procedura di ricollocazione dei migranti presenti sull'imbarcazione, attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta”. La Germania e la Francia ne accoglieranno 60, il Portogallo cinque e l'Irlanda due, ventuno invece rimarranno in Italia.
Sempre lunedì si è conclusa un’altra situazione di stallo: il mercantile italiano Asso Trenta con a bordo 151 persone salvate al largo delle coste libiche è arrivato a Pozzallo.
3. In Grecia è record di arrivi
Continuano senza sosta gli arrivi di migranti in Grecia: questa settimana, quasi 800 persone hanno raggiunto la Grecia dalla Turchia, segnando il ritmo più alto di arrivi in 40 mesi. La polizia ha fermato anche un camion in cui erano stipate 41 persone e che rischiavano di morire.
Il Consiglio d'Europa ha definito le condizioni di vita dei migranti sulle isole greche "orribili".
Intanto il governo greco ha approvato una nuova legge sull'asilo volta a frenare gli arrivi dei migranti, ma per l’opposizione si tratta di un testo che ridurrà gravemente i diritti dei richiedenti asilo.
4. Caporalato: i braccianti della Capitanata saranno domiciliati presso le parrocchie
Come spiega Don Andrea Pupilla, direttore della Caritas diocesana: “Il decreto sicurezza ha complicato le cose a persone che hanno già tante difficoltà”. Proprio in loro aiuto viene il protocollo firmato lo scorso 28 ottobre da Comune e Diocesi grazie al quale a San Severo i lavoratori migranti potranno chiedere un domicilio fittizio presso le parrocchie e gli uffici diocesani.Accordo che ha visto anche l’elogio del Papa: “Desidero porgere il mio sentito ringraziamento al Comune e alla Diocesi di San Severo in Puglia per la firma del protocollo d'intesa avvenuta lunedì scorso 28 ottobre, che permetterà ai braccianti dei cosiddetti 'ghetti della Capitanata', nel Foggiano, di ottenere una domiciliazione presso le parrocchie e l'iscrizione all'anagrafe comunale. La possibilità di avere i documenti d'identità e di residenza offrirà loro nuova dignità e consentirà di uscire da una condizione di irregolarità e sfruttamento” ha detto il pontefice durante l’Angelus domenicale.
5. Se il viaggio verso le coste è più pericoloso della traversata in mare
Secondo i dati delle agenzie Unhcr e Oim, a luglio 2019 quasi un migrante su dieci è morto durante l’attraversamento del Mediterraneo centrale. Tutto ciò mentre il numero degli sbarchi è in diminuzione da anni. Noi ve lo avevamo raccontato grazie a Lorenzo Bagnoli e Lorenzo Bodrero andiamo che ci avevano fatto conoscere le dinamiche migratorie di Libia e Tunisia i due principali paesi di partenza.
Ma la rotta Mediterranea non è l’unico problema per i migranti che tentano di raggiungere l’Europa: gli spostamenti via terra verso i paesi di partenza, se possibile, sarebbero ancora più pericolosi e letali.
6. Un Atlante delle migrazioni in Europa
Qual è la rotta migratoria più trafficata per raggiungere l’Europa? È la stessa dello scorso anno? Qual è il paese europeo che sta ospitando più migranti in assoluto? Se pensate che sia l’Italia il paese più gettonato e sia così da sempre è il caso che leggiate questo piccolo atlante delle rotte migratorie pubblicato su “Konrad” de il Foglio.
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7. In Francia regole meno severe per i migranti economici
Il governo francese ha annunciato l’intenzione di introdurre nuove regole per facilitare l'immigrazione economica. Lo hanno anticipato ai media fonti del governo di Edouard Philippe. Per Ansa attraverso un decreto si “fisserà, anno per anno, il numero di persone che potranno entrare in Francia per lavorare in settori che mancano di manodopera, senza che il datore di lavoro debba più dimostrare che non riesce a trovare manodopera di residenti francesi”.
Intanto a Calais otto persone, tra cui quattro bambini, sono state portate in ospedale dopo essere state scoperte nascoste in un camion frigorifero: tutte mostravono sintomi di ipotermia. Il camion era stato diretto nel Regno Unito dove la scorsa settimana le autorità avevano trovato 39 persone morte proprio nel retro di un camion.
8. A 30 dalla caduta del Muro di Berlino l’Europa costruisce ancora barriere
Il Presidente del Friuli-Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, vorrebbe costruire un muro lungo la frontiera che a est separe l’Italia dalla Slovenia e da dove ogni anno passano migliaia di migranti. “Come nelle guerre dei balcani degli anni Novanta, l'Europa chiede ai paesi balcanici di violare ciò che nell'Unione sarebbe formalmente inviolabile” scrivono Maddalena Avòn e Michela Pusterla in questo interessante approfondimento su Jacobin Italia.
E a proposito di muri, mentre ci apprestiamo a ricordare la caduta di quello di Berlino. l'Europa continua a innalzare barriere. A dividere questa volta non è tanto l'ideologia quanto la paura nei confronti dei rifugiati e dei migranti, ce ne parla il Transnational Institute.
9. Oltre cento migranti sono sbarcati a Cipro
129 persone sono state intercettate al largo della costa nord-occidentale di Cipro da una nave pattuglia della Polizia lunedì scorso.I migranti, tra cui cinque donne e otto bambini, viaggiavano a bordo di una barca sovraffollata, secondo la polizia cipriota la maggior parte di loro proveniva dalla Siria. Tutti sono stati fatti scendere nel porto di Latchi, una piccola città nella parte greca dell'isola in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza fuori dalla capitale Nicosia.
10.L’inverno può portare a una nuova crisi umanitaria in Bosnia
In Bosnia dal 2018 sono transitate 40 mila persone, circa seimila sono bloccate nei dintorni di Bihać, ultimo avamposto bosniaco prima del confine con la Croazia che per i migranti vuol dire Europa. A seguito di un blitz della polizia nel giugno 2019 i profughi sono stati fatti salire a forza su dei pullman e portati a undici chilometri dal confine con la Croazia, a Vučjak, in un campo gestito dalla Croce rossa che è stato costruito al posto di una discarica. Ora il sindaco della città minaccia di smantellare il campo e di lasciare senza riparo le migliaia di persone che li hanno trovato rifugio. Annalisa Camilli per Internazionale ci racconta la nuova crisi umanitaria alle porte d’Europa.
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