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La sentenza Khlaifia resta ancora inapplicata

Nel 2016, la CEDU aveva condannato l’Italia per la detenzione arbitraria di cittadini stranieri nel Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) di Lampedusa (oggi hotspot) e a bordo delle navi Vincent e Audacia. Al nostro Paese veniva contestata l’assenza di mezzi di ricorso effettivo contro tali trattenimenti e le condizioni degradanti in cui questi si traducevano: è la sentenza Khlaifia. Dal 30 novembre al 2 dicembre il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa torna a riunirsi per decidere, tra l'altro, se l’Italia abbia dato o meno attuazione alle prescrizioni contenute nella sentenza. Un procedimento in cui la società civile continua a svolgere un ruolo di primo piano. Ce ne parla Gennaro Santoro in questo approfondimento.

Ecco poi la nostra rassegna web settimanale, con cui vi raccontiamo le ultime notizie su rifugiati e migrazioni. La Croazia condannata per la morte di una bambina afghana respinta al confine; tensione e paura sul confine polacco; le autorità libiche minacciano la Sea Watch 4. Questo e molto altro nella nostra ultima Web-Review.


Scriveteci e diteci che ne pensate, buona lettura!

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Dal 30 novembre al 2 dicembre si riunisce il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per decidere se l’Italia abbia dato o meno attuazione alle prescrizioni contenute nella sentenza Khlaifia c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Un procedimento che ha visto e vede tuttora la società civile italiana impegnata in prima linea come ci racconta Gennaro Santoro in questo approfondimento.
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La Croazia è stata condannata dalla Cedu per violazione dei diritti umani; le autorità libiche minacciano la ong Sea Watch 4; la Grecia detiene migranti senza motivo, la denuncia di Oxfam.
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