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Subject Sul confine bielorusso-polacco si continua a morire
Date November 16, 2021 11:23 AM
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Un giovane di quattordici anni è deceduto sulla frontiera bielorusso-polacca.

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Sul confine bielorusso-polacco si continua a morire

Foto via Reuters/Twitte ([link removed]) r ([link removed]) .

Un giovane di quattordici anni è deceduto sulla frontiera bielorusso-polacca; il nuovo rapporto dell’Ophrd evidenzia la criminalizzazione di chi difende i diritti umani; il presidente del Consiglio Ue Charles Michel valuta finanziamenti Ue per la costruzione di muri.

1. Un quattordicenne curdo perde la vita alla frontiera bielorusso-polacca

Un ragazzo curdo di 14 anni è l'ultima vittima della crisi in corso nella regione di confine tra Bielorussia e Polonia, dove migliaia di migranti e rifugiati sono bloccati in condizioni disumane.
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Secondo il team di InfoMigrants ([link removed]) che ha riferito dal lato polacco del confine, il giovane sarebbe andato in ipotermia mentre si trovava nel campo sul lato bielorusso, un campo in cui sono ammassate 1.800 persone, e sarebbe deceduto una volta arrivato in ospedale.
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Nel frattempo l’Unione Europea ha deciso di rispondere alla crisi in corso inasprendo le sanzioni ([link removed]) contro la Bielorussia, ritenuta la mandante di quella che erroneamente ([link removed]) - come ha sottolineato la giornalista Eleonora Camilli - viene definita “guerra ibrida”.

Una “guerra”, secondo questa vulgata, mossa nei confronti dell’Ue, ma in cui le uniche vittime sono le persone migranti alle prese con il freddo e le continue violazioni di diritti umani .

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2. Un nuovo rapporto evidenzia l'aumento della criminalizzazione di chi difende i diritti umani

Negli ultimi anni in Europa sono aumentati drammaticamente gli attacchi contro le organizzazioni per i diritti umani ([link removed]) e contro gli attivisti che lavorano per difendere i diritti dei migranti.
È quanto dimostra un nuovo rapporto ([link removed]) , dal titolo Europe: Open Season on Solidarity pubblicato dall’Observatory for the Protection of Human Rights Defenders (Ophrd). Il rapporto fornisce un'analisi dei modelli di criminalizzazione della solidarietà attraverso le voci di coloro che difendono i diritti dei migranti in tutta Europa.

Quelli preoccupanti osservati nel continente sono tre ([link removed]) , si legge nel sito del World Organisation Against Torture (Organizzazione mondiale contro la tortura): la creazione di un ambiente ostile, un aumento delle narrazioni stigmatizzanti, spesso equivalenti a incitamento all'odio, contro i migranti e coloro che lavorano per la loro difesa e l'ostacolo al lavoro di questi difensori e delle loro organizzazioni che, in alcuni casi, porta al loro perseguimento penale.
3. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel apre le porte ai finanziamenti Ue per i muri di confine

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha affermato ([link removed]) che l'Unione Europea potrebbe legalmente finanziare le barriere alle frontiere, mettendo in discussione la politica comunitaria utilizzata finora.
"Sulla base di un parere del Servizio giuridico del Consiglio, è legalmente possibile", ha detto Michel, parlando a Varsavia in una conferenza stampa insieme al primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Michel ha suggerito che il dibattito sarà presto riesaminato all'interno dell'UE.
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Benché la Commissione Europea, insieme ai gruppi di centro e di sinistra al Parlamento europeo, si sia opposta ([link removed]) all'utilizzo dei fondi dell'Ue per la costruzione di recinzioni e muri alle frontiere esterne del blocco, il dibattito sulla possibile costruzione di barriere continua ad andare avanti.

4. L’Italia non è stata “abbandonata” dall’Europa in tema immigrazione

Benché quando si parla di sbarchi, ritorni ciclicamente l’idea ([link removed]) che l’Italia sia il Paese che “accoglie più migranti di tutti” e che sia “sola”, Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI, torna sull’argomento per dimostrare ([link removed]) come questo non sia vero.

“Delle 867 mila persone giunte dal mare - scrive ([link removed]) il giornalista Giansandro Merli su Il Manifesto riprendendo lo studio - 80mila non hanno chiesto asilo e altre 375 mila hanno ricevuto un diniego. Tolti i circa 38 mila rimpatri riconducibili per via delle nazionalità ad arrivi dal Mediterraneo, gli irregolari sarebbero dovuti aumentare di almeno 617 mila unità[...]”. Inoltre “Le stime della Fondazione Ismu sostengono che le persone senza documenti sono 74 mila in più. Senza le regolarizzazioni intercorse nel frattempo, calcola Villa, sarebbero cresciute di 220 mila. Almeno 397 mila migranti, quindi, sono andati altrove. 250 mila li hanno rintracciati altri paesi europei, tra cui Germania (32%), Francia (25%) e Svizzera (16%).”

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Infine, secondo gli ultimi dati Eurostat ([link removed]) , il numero più elevato di richiedenti asilo registrato per la prima volta nel secondo trimestre del 2021 è rilevato in Germania (29.545 richieste), seguita dalla Francia (22.015 richieste), dalla Spagna (12.335 richieste), e infine dall’Italia (8.018 richieste).
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5. Le potenze mondiali a Parigi per discutere della legge elettorale in Libia
I leader di Francia, Libia, Germania, Italia ed Egitto, così come la vicepresidente degli Stati Uniti, si sono recati a Parigi per una conferenza internazionale ([link removed]) , organizzata per cementare il sostegno alle previste elezioni del 24 dicembre in Libia.

Le potenze mondiali hanno esortato la Libia ([link removed]) ad attenersi a un piano per lo svolgimento delle elezioni presidenziali il 24 dicembre, sottolineando l’importanza di consentire al paese di voltare pagina nella sua storia. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che è essenziale che sia redatta una nuova legge elettorale “con l'accordo di tutti non nelle prossime settimane, ma nei prossimi giorni”.

Benché anche la questione della protezione dei diritti umani sia stata sollevata ([link removed]) , risulta ad ogni modo difficile prevedere un’apertura della Libia sul fronte dei diritti umani. La Libia non è, infatti, tra i firmatari della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati, e le autorità libiche si sono spesso macchiate di crimini nei confronti delle persone migranti.
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6. In Libia i trafficanti alzano il tiro e chiedono il riscatto su Facebook
Proprio restando in Libia, nei giorni scorsi decine di facce di giovani che reggono sul petto un numero identificativo sono state pubblicate sui vari gruppi Facebook di cittadini dell'Africa centrale all'estero. È - come racconta Pierfrancesco Curzi ([link removed]) su il Fatto Quotidiano - questa l'ultima tecnica utilizzata dai mercanti di uomini per lucrare sulla vita delle persone imprigionate nell'inferno libico. "È anche l'unico modo per questi ragazzi di salvarsi. Se non portano soldi, vengono uccisi", racconta al giornale un mediatore culturale nigerino.

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