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Italia-Libia: a novembre il rinnovo del Memorandum
 
Foto: lasciando la Libia – via Salvatore Barbera (CC BY SA 2.0).
 
Nel 2017 l’Italia firmava con le autorità libiche un Memorandum d’intesa per contenere i flussi migratori. Dopo quasi tre anni di soprusi, guerra, violazioni dei diritti umani, e dopo che inchieste giornalistiche hanno svelato le connessioni tra trafficanti e cosiddetta Guardia costiera libica, l’accordo si rinnoverà in automatico se il Governo italiano non sceglierà di intervenire.

1. Il prossimo 2 Novembre si rinnova il Memorandum Italia Libia sui migranti
Senza un intervento del nostro governo, il prossimo 2 Novembre il Memorandum d'intesa Italia-Libia si rinnoverà per una durata di ulteriori tre anni. 

L’accordo fu firmato dal Ministro degli Interni Minniti nel 2017 e si proponeva di fermare il flusso migratorio diretto in Italia aumentando i controlli alla frontiera meridionale della Libia, collaborando con la cosiddetta Guardia costiera libica e finanziando i centri di detenzione del paese nordafricano, “centri di accoglienza” secondo la dicitura del testo.

Le critiche all’accordo furono da subito feroci, ma se possibile da allora le cose sono anche peggiorate.

“Auspico come sempre un coinvolgimento del Parlamento, nelle forme dovute, in decisioni così importanti. Quanto a quell'accordo, ricordo a tutti che rispetto a tre anni fa la situazione è cambiata: in Libia c'è la guerra", ricorda il presidente della Camera Roberto Fico.

Numerose inchieste giornalistiche hanno poi accertato il ruolo ricoperto da trafficanti di uomini libici, come il noto al Bija, nel controllo dei migranti.

Da Amnesty all’Arci sono in tanti a far pressione sul Governo affinché non rinnovi il Memorandum: Eleonora Camilli per Redattore sociale le ha raccolte in questo articolo.

2. In Inghilterra 39 persone sono state trovate morte in un container.
Una notizia shock che arriva dall’Inghilterra: 39 cadaveri, di cui un adolescente, sono stati ritrovati nel container di un tir nel complesso industriale Watergate Park a Grays, nell'Essex, a una trentina di chilometri ad est di Londra.

Caute le autorità britanniche, anche se sembra che le vittime siano morte nel tentativo di raggiungere il Regno Unito clandestinamente.

Proprio in questa direzione sembrerebbero andare le indagini che fanno registrare i primi fermi, mentre iniziano ad affiorare le prime indiscrezioni sui presunti trafficanti: il viaggio sarebbe costato fino a 34 mila euro.

Intanto il Guardian si interroga su quanto sia pericoloso il viaggio verso il Regno Unito: Lorenzo Tondo e Lucy Lamble ricostruiscono chi erano le 39 persone trovate in un camion a Grays e da dove viaggiavano.

3. Ancora pessime notizie dalla Grecia
Un bambino di 3 anni ha perso la vita nello scontro tra una nave della Guardia costiera greca e un barcone con a bordo oltre 30 migranti al largo dell'isola di Kos. Oltre al bambino risulta disperso un uomo di 26 anni, entrambe le vittime erano di nazionalità siriana. Il gommone sembrerebbe viagiasse senza luci, Repubblica riporta la versione del portavoce della Guardia costiera greca Nikos Lagadianos: “la collisione è avvenuta nell'oscurità totale, le traversate sono spesso effettuate di nascosto e i gommoni di solito sono sovraccarichi di persone. Talvolta è molto difficile rilevare quelle imbarcazioni anche per navi dotate di radar”.

4. L’Hotspot di Lampedusa sarà ampliato
Entro il prossimo Marzo l'hotspot di Lampedusa avrà 132 posti in più rispetto agli attuali 96. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese rispondendo al question time della Camera.

La Ministra dell’Interno ha poi aggiunto che dopo i lavori di riqualificazione dell'hotspot "ci sarà un'intera area dedicata ai minori non accompagnati e spazi per i nuclei famigliari. Alla fine dei lavori il centro disporrà di 489 posti”.La ministra ha poi spiegato che attualmente il centro ospita 48 persone, di cui 41 sono uomini e 7 sono donne. Come ricostruito dal Fatto Quotidiano “si tratta di 38 tunisini, 4 egiziani e 6 donne della Costa d’Avorio, sopravvissute al naufragio della notte tra il 6 e il 7 ottobre scorsi e che saranno trasferite a breve”.

5. Al parlamento europeo non passa la mozione a favore dei salvataggi in mare

Per soli due soli voti di scarto, il parlamento europeo, ha respinto la settimana scorsa la risoluzione sui salvataggi in mare dei migranti che invitava gli stati UE a “mantenere i loro porti aperti alle navi, comprese le navi delle ong, che hanno effettuato operazioni di salvataggio”

Se la destra è stata compatta, la maggioranza che era riuscita ad eleggere Ursula von der Leyen presidente della Commissione Ue non ha tenuto. La plenaria ha infatti bocciato il testo con 290 voti contrari, 288 a favore e 36 astenuti. 

Risultati decisivi sono stati i 14 voti del M5s che ha scelto di astenersi (a favore invece il Partito Democratico). Angela Mauro ci racconta il retroscena del mancato voto che sta creando malumori anche all’interno del governo.

6. La nave Ocean Viking sbarcherà a Pozzallo
Dopo 11 giorni in mare, la nave Ocean Viking sbarcherà a Pozzallo assieme alle 104 persone lavate il 18 ottobre scorso. Lo annuncia il Viminale che ha autorizzato lo sbarco, previsto domani mattina alle 8. 

“Si è appena conclusala procedura di ricollocazione” dei migranti soccorsi “in base al pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta. Francia e Germania, in particolare, ne accoglieranno 70” informa il ministero.

I migranti verranno ridistribuiti in base all’accordo raggiunto a La Valletta il 23 settembre scorso tra Malta, Italia, Francia e Germania di cui vi avevamo raccontato in questo approfondimento.

Nei giorni precedenti Malta aveva aperto i porti alla nave Open Arms che aveva a bordo 44 migranti salvati in Sar maltese, mentre resta  in mare la Alan Kurdi, che tre giorni fa ha soccorso 92 persone e da allora è in attesa di poter sbarcare in Italia o a Malta. 

“Le navi delle ong continuano a restare per giorni in mare, i decreti sicurezza sono ancora lì e le soluzioni a lungo termine non si vedono”, Luca Misculin su il Foglio si interroga sulle politiche migratorie del nuovo esecutivo.

7. Crimini di solidarietà: Cédric Herrou di nuovo fermato dalla polizia
Il contadino e attivista Cedric Herrou è stato arrestato e preso in custodia della polizia sabato 26 ottobre a Nizza, dopo un controllo di polizia vicino al confine italiano. Secondo quanto riferito dal suo avvocato a Le Monde, si tratterebbe dell'undicesima volta in cui l’attivista viene arrestato. Herrou è stato poi rilasciato nel pomeriggio.

 Esito diverso ha invece avuto l’arresto di un uomo italiano di 82 anni. Come ricorda Nello Scavo su Avvenire, l’uomo aveva aiutato un un migrante irregolare portandolo in Italia e per questo era stato accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e condannato nel 2017 a tre anni e mezzo di carcere dal Tribunale di Ancona.


8. Stranieri e reddito di cittadinanza
La concessione del reddito di cittadinanza anche ai cittadini stranieri è da sempre stato motivo di polemica politica. Ma quanti cittadini stranieri ne hanno beneficiato finora? Che percentuale del totale rappresentano? I dati di Pagella politica ci ricordano come il Reddito di cittadinanza non avvantaggi i cittadini stranieri.

9. L’equipaggio del peschereccio Accursio in copertina su Vogue
Il 26 luglio scorso hanno salvato un barcone con oltre 50 migranti a bordo, dal 23 ottobre sono in copertina sull’Uomo di Vogue fotografati da Roselena Ramistella.

Un omaggio al gesto umanitario dei pescatori e ai tanti che lontani dal clamore mediatico hanno anteposto al proprio tornaconto il benessere degli altri.


A proposito di questa scelta, il direttore di Vogue Italia Emanuele Farneti ha poi spiegato: 

“Il punto, a mio avviso, sta nel fatto che questi marinai non hanno fatto una scelta di vita radicale e di rottura: semplicemente si sono trovati un giorno nella condizione di prendere una decisione, e quel giorno hanno scelto di tirare su le reti, cambiare rotta e salvare vite umane, pagandone un prezzo di tasca propria – il mancato guadagno della giornata, a volte la propria sicurezza, o persino la libertà personale. È sempre quello cui rinunciamo che dà peso alle nostre scelte” .

10. Sulla guerra di Erdogan e il ricatto sulla pelle dei migranti
“Smettete di definire la nostra operazione in Siria un’invasione, altrimenti il nostro compito sarà facile: apriremo le porte e vi rimanderemo indietro 3,6 milioni di rifugiati” ha tuonato il presidente della Turchia Tayyip Erdoğan, in un recente discorso al Parlamento.

Un interessante approfondimento ad opera di Federica D’alessio per The vision, che partendo dal recente conflitto nel Nord della Siria ci porta alle radici della Fortezza Europa.

Noi avevamo scritto dell’accordo tra Europa e Turchia in questo articolo.


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