Respingimenti e violenze finanziati dall’Unione Europea
Foto via Reuters/Twitter.
Violazioni dei diritti di richiedenti asilo e migranti: un'inchiesta di Lighthouse Reports rivela le violenze e i respingimenti alle frontiere europee.
1. Dalla Grecia alla Romania: violenze e respingimenti finanziati dall’Ue
Aggressioni fisiche, respingimenti illegali e violazioni dei diritti di richiedenti asilo e migranti sono gli elementi che emergono da un'inchiesta svolta dall’agenzia di giornalismo investigativo Lighthouse Reports - insieme alle testate Der Spiegel, Libération e RTL Croatia - su quanto avviene alle frontiere nei Balcani e nel Mar Egeo e durata ben otto mesi.
Un video mostra alcuni uomini col volto coperto e con indosso le uniformi antisommossa della polizia croata: sono agenti e fanno parte dell'operazione Koridor, volta a fermare con qualunque mezzo i rifugiati alla frontiera. La polizia di frontiera croata - finanziata dai fondi Ue - viene accusata di picchiare i rifugiati con uno speciale manganello ferendoli sulla schiena in maniera grave.
A seguito della pubblicazione dei video e dell’indagine dei reporter, il capo della polizia, Nikola Milina, ha confermato la sospensione degli agenti coinvolti nei pestaggi. Tuttavia, come spiega Lighthouse Reports, non si tratta di “poche mele marce” e la sospensione degli agenti non basterà a fermare le violenze.
2. Dodici Paesi chiedono alla Commissione Europea di finanziare muri anti-migranti
Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia hanno inviato una lettera alla Commissione Europea in cui affermano la necessità di “adeguare il quadro giuridico esistente alle nuove realtà”.
Non è un caso che la lettera sia stata inviata all’indomani della pubblicazione dei video di Lighthouse Reports sulle violazioni sistematiche che avvengono sulle frontiere Ue: gli Stati hanno quindi cercato di giustificarsi dicendo che “le barriere fisiche [...] sembrano essere un'efficace misura di protezione che serve gli interessi dell'intera Ue, non solo dei Paesi membri di primo arrivo”. “Questa misura legittima - si legge ancora - dovrebbe essere finanziata in modo aggiuntivo ed adeguato attraverso il bilancio Ue come questione urgente”.
Mentre la Commissione Europea ha affermato che non finanzierà la costruzione di alcun muro, l’ong Ecre (European Council on Refugees and Exiles) ha ricordato che i respingimenti sono illegali.
3. Ancora violenze in Libia: le milizie uccidono 6 persone
Almeno sei persone sono state uccise lo scorso venerdì in un centro di detenzione di Tripoli a seguito di un tentativo di fuga di massa dalla struttura.
La scorsa settimana le milizie libiche hanno represso migranti, rifugiati e richiedenti asilo, arrestando arbitrariamente più di 5.000 persone. Ci sono centinaia di migliaia di migranti in Libia, alcuni che cercano di viaggiare verso l'Europa e altri che vengono a lavorare nel principale esportatore di petrolio.
Nonostante l’Oim abbia denunciato le condizioni invivibili in Libia per le persone migranti, non risulta che le richieste di questi ultimi vengano ascoltate. Da 11 giorni donne, uomini e bambini protestano davanti alla sede dell'Unhcr Libia per un’evacuazione, ma sia l’Ue che le Nazioni Unite continuano a ignorarli.
4. La Commissione Europea dona nuove motovedette alla “Guardia costiera” libica
L'Ue consegnerà nuove motovedette alla cosiddetta guardia costiera libica. "L'obiettivo principale del sostegno è contribuire a salvare vite umane", ha affermato un portavoce della Commissione europea, affermando che i centri di detenzione devono essere chiusi.
La consegna delle motovedette avviene nonostante le ripetute e accertate violazioni nei confronti dei migranti nei centri di detenzione, violazioni che secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite costituiscono “crimini contro l’umanità”.
5. Un nuovo naufragio: 15 persone decedute nel Mediterraneo Centrale
15 migranti sono deceduti mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo Centrale.
Secondo l’Oim più di 26.314 persone sono state intercettate e riportate in Libia finora quest'anno, mentre 474 sono morte e 689 sono scomparse al largo della costa libica sulla rotta del Mediterraneo centrale.
6. Ancora razzismo sistemico in Italia: aggressione a Roma
Un ragazzo italiano di origine brasiliane di nome Jamilton è stato violentemente aggredito e pestato perché nero.
“Erano circa le 2:00 [...] siamo usciti da un locale e stavamo parlando in via dello Scalo di San Lorenzo prima di prendere le macchine per tornare a casa" - racconta Jamilton in un video dall’ospedale. Dopodiché quattro uomini, accusandolo ingiustamente di aver rubato un cellulare e appellandolo con la n-word, lo circondano e lo picchiano brutalmente, facendogli perdere i sensi.
Il razzismo sistemico non è cosa nuova in Italia: Jamilton ha affermato "Il razzismo in Italia esiste, l'ho provato sulla mia pelle varie volte".
Il team di Open Migration
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