Delega fiscale: e se fosse 25% per tutti? Ormai quattro anni fa l'Istituto Bruno Leoni avviava il dibattito sulla riforma del nostro sistema fiscale avanzando una proposta intitolata "25% per tutti". Una proposta che ancora oggi viene considerata - anche da chi non la condivide - come l'unica riflessione organica e compiuta sui limiti attuali del nostro fisco e sulle strategie per superarli. Bene, per quanto sia difficile crederlo, quella proposta incentrata su una imposizione personale caratterizzata da una aliquota unica e dal cosiddetto minimo vitale, è oggi una concreta possibilità. Per arrivare a questa conclusione basta sovrapporre il nostro "25% per tutti" al disegno di legge delega recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri per convincersene.
Il testo del disegno di legge delega pone la crescita economica, la semplificazione del sistema tributario e la progressività del sistema stesso come principi ispiratori della riforma. Chi ha letto "25% per tutti" può testimoniarlo: non potremmo essere più d'accordo. Il disegno di legge delega immagina che la riforma possa disegnare a regime un sistema duale di imposizione all'interno del quale l'Irpef vedrebbe ridotte le aliquote medie effettive e la variabilità delle aliquote marginali. È esattamente quello che avevamo in mente con "25% per tutti". L'ipotesi di delega prevede il riordino delle spese fiscali e l'armonizzazione della tassazione del risparmio. Anche qui, con noi si sfonda una porta aperta. Per quanto riguarda la tassazione di impresa, il riavvicinamento dei valori civilistici a quelli fiscali e l'abolizione dell'Irap sono obiettivi che la delega condivide con "25% per tutti" così come il tendenziale spostamento del carico fiscale dalla imposizione diretta alla indiretta.
Difficile non essere soddisfatti. Evidentemente avevamo seminato bene. Data l'ampiezza del disegno di legge delega, se una riforma coraggiosa e coerente si vuole veramente fare oggi la si può fare sul serio. La delega ci consente di pensare che sia finalmente venuta l'ora di un cambiamento radicale come quello che con "25% per tutti" avevamo in mente. Il realismo suggerisce che così non sarà, ma non di solo realismo c'è bisogno in tempi come quelli che viviamo.
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