La nuova vita in Italia delle calciatrici di Herat
Dall'incubo dei talebani a una nuova vita in Italia. Quella delle calciatrici del Bastan football club è una storia a lieto fine. Grazie agli incredibili sforzi del COSPE, infatti, alcune di loro possono iniziare una nuova vita a Firenze. Tante altre persone però (incluse molte loro compagne di squadra) non sono riuscite ad abbandonare il paese e ora rischiano la vita in Afghanistan. Per loro, ancora una volta, sono le ong a spendersi in prima linea. Ce lo racconta Eleonora Camilli.
Ecco poi la nostra rassegna web settimanale, con cui vi raccontiamo le ultime notizie su rifugiati e migrazioni. La chiusura della sezione "Ospedaletto" del #Cpr di Torino, le politiche securitarie dell'Europa che non risparmiano nemmeno i migrati afghani, la Grecia di nuovo accusata di respingimenti illegali. Questo e molto altro nella nostra ultima Web-Review.
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La storia delle calciatrici del Bastan football club di Herat si è conclusa tragicamente con il ritorno al potere dei Talebani. Alle donne non è più consentito fare sport e loro - simbolo di emancipazione e di un passato prossimo che si vuole cancellare - rischiavano la vita restando nel Paese. Alcune di loro sono ora al sicuro in Italia grazie agli incredibili sforzi del Cospe. L'associazione di Firenze - insieme a tante ong - è ancora in prima linea per non lasciare senza aiuto chi non è riuscito a partire. Ce ne parla Eleonora Camilli.
"Al di là dei fenomeni più visibili quali i nubifragi o la siccità, per comprendere cosa significa il cambiamento climatico è necessario dislocare la nostra prospettiva, eurocentrica e privilegiata". Per farlo torniamo in Senegal con Elena Giacomelli, Elisa Magnani, Pierluigi Musarò e Sarah Walker dell'Università di Bologna per la seconda e ultima puntata del loro approfondimento dal paese africano.
La sezione “Ospedaletto” del Cpr di Torino è stata finalmente chiusa, ma i centri di permanenza per il rimpatrio continuano a essere luoghi invivibili di privazione della libertà e dei diritti.