Hanno indagato sul ruolo giocato dal boss dei trafficanti libici Abd Raman al Milan negli accordi tra il nostro paese e la cosiddetta Guardia costiera libica a cui “Bija” - questo il soprannome con cui è conosciuto - appartiene. Ora sono minacciati pubblicamente dal trafficante libico e Nello Scavo è stato messo sotto scorta.
1. A Nello Scavo è stata assegnata la scorta per le inchieste sul trafficante libico “Bija”
Abd Raman al Milan detto “Bija”, boss dei trafficanti libici - denunciato dall’Onu per violazione di diritti umani - era presente durante l'incontro di Mineo tra le autorità italiane e quelle libiche.
Al centro del tavolo le trattative per arrivare ad un accordo e bloccare così le partenze di profughi in arrivo sulle nostre coste.
A testimoniarlo lo straordinario lavoro giornalistico di Nello Scavo e Nancy Porsia, che però ora si trovano ad affrontare, come ricostruito da Open, le minacce del trafficante. Minacce prese seriamente dalle forze dell’ordine che hanno assegnato a Scavo la scorta.
"La notizia che apprendiamo ci addolora molto", commentano dall'associazione Articolo 21, solidali con Scavo: "Non bastavano le mafie e i terroristi -adesso anche i trafficanti di vite umane minacciano la libertà di informazione. A Nello, amico oltre che collega, va il nostro abbraccio" .
2. Naufragio del 7 ottobre: ritrovati abbracciati i corpi di una mamma e del suo bambino
È stata una strage di donne e bambini quella occorsa a poche miglia da Lampedusa la notte tra il 6 e il 7 ottobre scorsi. Tredici salme recuperate finora, tutte donne, alcune incinte e anche una bambina di 12 anni.
Sulla nave di 10 metri, secondo le testimonianze, c’erano almeno 50 persone, 22 delle quali tratte in salvo nei primi minuti seguiti al rovesciamento. Tra quest’ultimi una donna che cercava disperatamente sua sorella e il suo nipotino di appena 8 mesi.
I sommozzatori della Guardia costiera li hanno ritrovati a pochi metri dal luogo dell'affondamento abbracciati a 60 metri sul fondo del mare. "Se solo le persone a bordo avessero avuto un giubbotto o soltanto un salvagente, sarebbero oggi vive" aveva dichiarato il il procuratore aggiunto Vella.
3. In Libia è stato chiuso il centro migranti di Misurata
Il 14 ottobre le autorità libiche hanno chiuso il centro di detenzione di Misurata, dando seguito a quanto dichiarato oltre 3 mesi fa. I cento rifugiati e migranti detenuti in questa struttura hanno però poco da festeggiare, sono stati infatti trasferiti in altri due centri di detenzione, quello di Zliten e Souq Al Khamees, centri conosciuti per presentare condizioni di soggiorno ugualmente critiche.
Unhcr e Medici Senza Frontiere hanno spesso testimoniato le condizioni disumane dei due centri in questione:
“Chiudere un centro di detenzione sarebbe un passo avanti positivo se rifugiati e migranti avessero la libertà di movimento, protezione e assistenza. Ma in questa situazione sono passati da una condizione di detenzione a un’altra, vedendo le loro condizioni peggiorare ulteriormente, rimanendo bloccati in un ciclo senza fine di disperazione e violenza. Come minimo, dovrebbero essere rilasciati e assistiti in un ambiente più sicuro” ha dichiarato Sacha Petiot, capo missione di MSF in Libia.
4. In Puglia il primo sbarco di profughi curdi
Oltre 80 migranti sono sbarcati nelle ultime ore in due diverse circostanze sulle coste del Salento. L'ultimo arrivo in ordine di tempo è avvenuto la notte scorsa a Otranto, in provincia di Lecce, e ha per protagonisti 34 migranti curdo-iracheni giunti in Italia a bordo di una barca a vela intercettata dalla Guardia costiera al largo della cittadina.
"È stato uno sbarco particolare anche per noi, erano molto spaventati, sui loro volti si leggeva la tristezza, sollevati per essere vivi, ma non felici di scappare. Erano tutti curdi e iracheni, molto probabilmente scappano dalla guerra" dichiara Mimma Antonaci, portavoce internazionale per la Croce Rossa Puglia.
Intanto, “a una settimana da quando i primi rifugiati hanno varcato il confine nel nordest della Siria per entrare in Iraq, gli arrivi nella parte settentrionale del Paese continuano ininterrotti”. Lo riferisce il personale dell’UNHCR impegnato sul campo secondo cui, alla data di oggi, sono oltre 7.000 le persone ad aver attraversato il confine.
5. “Basta sfruttamento”, i braccianti Sikh scioperano a Latina
Nella zona di Latina i Sikh sono ufficialmente circa 11 mila, originari in gran parte del Punjab. Gravati dal debito che hanno contratto per arrivare in Italia, sono pagati 4 euro e mezzo l'ora e se scioperano o denunciano rischiano di perdere il lavoro.
Ora, dopo gli ultimi episodi di cronaca - quello del bracciante agricolo abbandonato in stazione a Priverno e quello che vedeva un “datore di lavoro” di Terracina sparare contro i suoi braccianti, solo per raccontare i più agghiaccianti - i lavoratori sikh del basso Lazio hanno organizzato la loro prima protesta autonoma e al grido di “basta sfruttamento” sono scesi in sciopero nelle strade di Latina.
“Questa comunità ha cominciato a parlare, abbiamo presentato più di 150 denunce. Ma non possono essere lasciati soli. Servono più controlli nelle campagne. Vogliamo il rispetto dei loro diritti”, ha dichiarato ad Avvenire Marco Omizzolo.
6. Per un richiedente asilo è quasi impossibile aprire un conto corrente in Italia
Mesi fa, su richiesta dell’Asgi, l’Associazione bancaria italiana aveva emanato una circolare per chiarire a tutti gli istituti di credito che il solo permesso di soggiorno, e addirittura solo la ricevuta di presentazione della pratica, erano sufficienti per aprire un nuovo conto.
Diversa la storia denunciata da Alou Bakayoko, richiedente asilo residente e lavoratore a Torino: "Sono andato in quattro banche diverse e me l’hanno negato, in modi più o meno educati. Un impiegato mi ha chiesto non solo la carta d’identità ma anche tre buste paga. Un altro si è scusato e mi ha detto che avrebbe voluto aiutarmi ma il sistema informatico non è in grado di inserire il permesso di soggiorno tra i dati personali".
Federica Cravero su La Repubblica ci racconta la sua epopea, purtroppo nota ai tanti che si trovano nella sua stessa condizione.
7. Nuovi sbarchi a lampedusa
Proseguono gli sbarchi autonomi a Lampedusa, dove nella notte tra venerdì e sabato sono sbarcate 57 persone.
Come ci informa Mediterranean Hope i 57 sono originari di Sudan, Nigeria, Algeria, Marocco, Bangladesh, Libia e Palestina, e tra loro ci sono anche due minori.
Anche loro sono stati trasferiti nell’hotspot dell’isola, che nelle ultime ore è tornato ad affollarsi in modo significativo.
8. Dossier Idos: la prima religione tra gli stranieri in italia è il cristianesimo
Contrariamente all’opinione comune, 2.742.000 persone pari al 52% degli stranieri in Italia si professa di religione cristiana, mentre la componente musulmana ammonta solo a un terzo del totale (1.733.000 fedeli, il 33,0%). Tra i cristiani la componente ortodossa è quella maggioritaria, seguita da quella cattolica. Il dato è contenuto nel Dossier Statistico Immigrazione 2019 che verrà presentato il 24 ottobre a Roma.
Tra le criticità messe in risalto dal Dossier e anticipate da Redattore Sociale c’è, per usare le parole di Claudio Paravati, direttore del Centro Studi Confronti: “un grave ritardo legislativo in materia di libertà religiosa, su cui servirebbe quanto prima una legge quadro, dal momento che il mondo così articolato e complesso delle nuove presenze religiose in Italia è regolamentato da una vetusta legislazione di epoca fascista ed è un ritardo grave che, oltre a ledere diritti fondamentali in materia di libertà religiosa, rallenta l’emersione pubblica di comunità di fede che potrebbero avere un ruolo importante sul piano delle politiche sociali, di integrazione e di contrasto al radicalismo”.
9. La nave Diciotti è approdata a Pozzallo
La nave della Guardia costiera “Ubaldo Diciotti” è approdata al porto di Pozzallo e ha fatto sbarcare 68 migranti - tra loro dieci donne e tre bambini - che domenica erano stati recuperati al largo della Libia.
La stessa nave era stata lo scorso anno al centro delle polemiche quando il ministro Salvini le aveva negato l’accesso al porto di Catania costringendola in mare per giorni. Per il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, “il clima non è più quello di qualche mese fa, c’è più comprensione, più umanità, meno intransigenza”.
Resta invece in mare la “Ocean Viking” che da venerdì della scorsa settimana ha a bordo 104 migranti salvati sempre al largo della Libia. La nave dopo aver rifiutato di sbarcare i migranti nel porto di Tripoli - che stando alle convenzioni internazionali non può essere ritenuto un porto sicuro, né la Libia un Paese in cui i diritti umani vengono garantiti - ha chiesto a Italia e Malta il place of safety, ma è ancora in attesa.
Ilaria Solaini, giornalista di Avvenire, è a bordo della nave e ci racconta le storia delle tante donne soccorse dalla nave di Sos Mediterraneé e Medici Senza Frontiere.
10. Nel 2018 calano i permessi di soggiorno rilasciati in Italia
Nel 2018 il numero di nuovi permessi di soggiorno rilasciati è diminuito del 7,9% rispetto all’anno precedente. Lo rende noto l’Istat.
Rispetto al 2017 calano in maniera particolare i permessi di soggiorno concessi ai richiedenti asilo -41,9%, mentre aumentano i permessi di soggiorno per motivi di lavoro del 19,7% e quelli per ricongiungimento familiare (+8,2%).
Albania e Marocco sono, sempre l’Istat, i principali paesi di origine. Calano i permessi rilasciati a cittadini nigeriani (-40%), Gambia e Senegal scivolano fuori dai primi 10 paesi d'origine, mentre entrano Egitto e Ucraina.
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