La web-review settimanale
in anteprima per gli iscritti alla newsletter!
Mantenere viva l’attenzione sugli “altri Afghanistan”

  
   Foto via Twitter

Non solo le notizie drammatiche che arrivano dal paese dopo la conquista dei Talebani. A Lampedusa continuano gli sbarchi, mentre si intensificano nuove rotte e non cessano i naufragi.

1. Oltre 500 persone sbarcano a Lampedusa
Ancora nuovi sbarchi a Lampedusa dove oltre 500 persone, tutte stipati all’inverosimile su un singolo peschereccio partito dalle coste nordafricane, sono sbarcate sabato. I migranti sono stati trasferiti all’hotspot di Lampedusa - il centro per migranti dell’Isola che, come ricorda su Fanpage Antonio Palma è  da giorni ormai è strapieno - dopo le operazioni di controllo sulla banchina.

Proprio al Molo Favalaro i migranti sono stati visitati dagli operatori di Medici Senza Frontiere. “Alcune persone avevano i segni di ferri incandescenti applicati sulla pelle, altre cicatrici da colpi di arma da fuoco e ustioni di vario tipo. In genere questi problemi emergono dopo, ma stavolta in tanti, appena scesi sul molo, ci hanno raccontato di aver subito violenze e torture”, racconta Nicolò Binello a Giansandro Merli su Il Manifesto.

Mentre il sindaco di Lampedusa Martello invita a non dimenticare il dramma dei migranti - “È necessario accendere i riflettori sugli “altri Afghanistan”, il suo commento - per alleggerire la pressione sull’isola 375 persone sono state trasportate dalla nave Diciotti a Pozzallo.

Negli stessi giorni si registrano arrivi anche in Calabria e in Salento. Intanto, avverte l’Oim, nell’ultima settimana di agosto oltre mille persone sono state intercettate in mare e respinte in Libia.

2. Un nuovo naufragio nella rotta verso le Canarie 
Una nuova tragedia al largo delle Isole Canarie: 29 persone, tra cui 7 bambini, sarebbero morte mentre cercavano di raggiungere il territorio spagnolo. Lo sostiene l'ong Caminando Fronteras dopo aver raccolto le testimonianze dei superstiti, avvistati alla deriva lo scorso giovedì in alto mare e soccorsi nelle ore successive.

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell'Interno spagnolo, risalenti allo scorso 15 agosto, quest'anno sono già sbarcate alle Canarie almeno 8.222 persone, il 144,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Solo da sabato sono almeno 289 i migranti arrivati sulle isole.

3. A Melilla migranti respinti mentre tentavano di scavalcare la frontiera
Le guardie di frontiera spagnole hanno fermato 350 persone - migranti provenienti in prevalenza dall'Africa subsahariana - mentre stavano tentando di scavalcare le recinzioni che dividono l'enclave spagnola di Melilla dal vicino Marocco. 

Melilla e la vicina Ceuta attraggono da sempre centinaia di migranti attratti dalla possibilità di raggiungere l’Europa. Proprio a Ceuta, interessata a maggio scorso da un ingente esodo favorito dalle autorità marocchine, Romina Vinci e Ilaria Romano hanno dedicato questa serie di approfondimenti.

4. Quale accoglienza per i profughi afgani?
Mentre la violenza nel paese tocca nuove vette, non cessa l’angoscia per chi, temendo per la propria vita, sta tentando di lasciare il paese. Per loro quale accoglienza saprà riservare l’Europa? Sulle pagine di Open Migration Lorenzo Di Stasi aveva provato a fare il punto della situazione, analizzando possibilità e rischi di stallo.

Rischi che si stanno concretizzando e che hanno spinto il presidente della Repubblica Mattarella ad un forte intervento pubblico:

Intanto, come riporta su La Via Libera Rosita Rijtano, dopo i tagli all'accoglienza decisi da Salvini, il sistema è in difficoltà e pare che in settimana sia previsto un decreto con il quale, il Viminale, vorrebbe far leva sulla disponibilità di privati e associazioni che forniranno alloggio e assistenza a spese loro.

5. Dall'Afghanistan all’Italia: la storia a lieto fine delle calciatrici di Herat 
Come si sta organizzando l’Italia per accogliere i profughi afgani? “In totale sono circa 5.000 le persone arrivate attraverso le diverse operazioni di evacuazione da Kabul. Sono ora ospitati temporaneamente, per il periodo di quarantena, nelle strutture della Difesa (781) e in quelle gestite dalle Regioni (1.970). Inoltre, 1.250 persone sono ospitate nell’hub allestito ad Avezzano e gestito dalla Croce Rossa Italiana con il coordinamento della Protezione Civile Nazionale”, racconta Eleonora Camilli su Redattore Sociale.

Mentre l’imperativo è quello di non ripetere gli errori del passato, alcune storie sembrano andare nella giusta direzione. 

È il caso delle calciatrici femminili di Herat in Italia grazie al sostegno del Cospe, che ha seguito tutte le fasi del loro viaggio insieme alle autorità sul posto. (Su Internazionale Stefano Liberti racconta l’incredibile salvataggio e l’amarezza per chi non è riuscita a partire).

“Simbolo di un Afghanistan che cercava di ripartire, le leonesse di Herat - scrive Marta Serafini sul Corriere - erano diventate famose. In alcune immagini del 2016 sorridono davanti ad una bandiera italiana dopo aver giocato una partita organizzata dai militari italiani all’epoca ancora di stanza nella provincia. Ma le ragazze del Bastan non erano le uniche. Oltre mille giocatrici erano registrate nelle federazioni attive in sei province del Paese – Herat, Bamyan, Ghazni, Jowzjan, Balkh, e la capitale Kabul, dove prima del 15 agosto si contavano 22 squadre. C’era un campionato e una nazionale, nata nel 2007. L’Afghanistan femminile aveva partecipato a qualche torneo internazionale e nel 2014, era pure riuscita a piazzarsi terza ai Giochi dell’Asia del sud. Poi il 15 agosto anche il sogno del calcio femminile è tramontato”.

6. Tutelare la privacy dei rifugiati: l’appello di Carta di Roma
“Si chiede a giornaliste/i e ai professionisti della comunicazione di tutelare l’identità e la privacy delle persone afghane di cui si riporta la notizia o che vengono intervistate.La natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari (rimasti in Afghanistan) a ritorsioni, tanto da parte delle autorità, sia da parte di entità non statali o di organizzazioni criminali, nel caso in cui si verifichi un’esposizione mediatica non attenta”. Lo si legge in una nota dell’Associazione Carta di Roma che avverte: “Nella attualità della crisi drammatica che sta attraversando il paese, ci sono pervenute informazioni circa arresti e aggressioni a familiari di persone afghane giunte in Italia nelle ultime 48 ore; è responsabilità degli operatori dei media ridurre i rischi di rappresaglie verso i familiari rimasti in patria, tutelando l’identità delle persone afghane che accettano di raccontare la propria esperienza.”

7. La Polonia costruisce un muro anti migranti
La Polonia ha cominciato a costruire un muro anti-migranti al confine con la Bielorussia. La recinzione, alta due metri e mezzo e fatta di filo spinato, avrà le stesse caratteristiche di quella costruita dall'Ungheria al confine con la Serbia nel 2015, ha fatto sapere il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. Da Varsavia tengono a sottolineare che la barriera non è stata pensata per impedire l'arrivo di profughi afghani, ma per frenare l'attuale crisi migratoria al confine bielorusso. Crisi che, secondo Polonia, Lituania e Lettonia, è stata organizzata direttamente dal regime di Aleksander Lukashenko per destabilizzare i Paesi vicini.


Il team di Open Migration

Mantenere viva l’attenzione sugli “altri Afghanistan”

  
   Foto via Twitter

Non solo le notizie drammatiche che arrivano dal paese dopo la conquista dei Talebani. A Lampedusa continuano gli sbarchi, mentre si intensificano nuove rotte e non cessano i naufragi.

1. Oltre 500 persone sbarcano a Lampedusa
Ancora nuovi sbarchi a Lampedusa dove oltre 500 persone, tutte stipati all’inverosimile su un singolo peschereccio partito dalle coste nordafricane, sono sbarcate sabato. I migranti sono stati trasferiti all’hotspot di Lampedusa - il centro per migranti dell’Isola che, come ricorda su Fanpage Antonio Palma è  da giorni ormai è strapieno - dopo le operazioni di controllo sulla banchina.

Proprio al Molo Favalaro i migranti sono stati visitati dagli operatori di Medici Senza Frontiere. “Alcune persone avevano i segni di ferri incandescenti applicati sulla pelle, altre cicatrici da colpi di arma da fuoco e ustioni di vario tipo. In genere questi problemi emergono dopo, ma stavolta in tanti, appena scesi sul molo, ci hanno raccontato di aver subito violenze e torture”, racconta Nicolò Binello a Giansandro Merli su Il Manifesto.

Mentre il sindaco di Lampedusa Martello invita a non dimenticare il dramma dei migranti - “È necessario accendere i riflettori sugli “altri Afghanistan”, il suo commento - per alleggerire la pressione sull’isola 375 persone sono state trasportate dalla nave Diciotti a Pozzallo.

Negli stessi giorni si registrano arrivi anche in Calabria e in Salento. Intanto, avverte l’Oim, nell’ultima settimana di agosto oltre mille persone sono state intercettate in mare e respinte in Libia.

2. Un nuovo naufragio nella rotta verso le Canarie 
Una nuova tragedia al largo delle Isole Canarie: 29 persone, tra cui 7 bambini, sarebbero morte mentre cercavano di raggiungere il territorio spagnolo. Lo sostiene l'ong Caminando Fronteras dopo aver raccolto le testimonianze dei superstiti, avvistati alla deriva lo scorso giovedì in alto mare e soccorsi nelle ore successive.

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell'Interno spagnolo, risalenti allo scorso 15 agosto, quest'anno sono già sbarcate alle Canarie almeno 8.222 persone, il 144,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Solo da sabato sono almeno 289 i migranti arrivati sulle isole.

3. A Melilla migranti respinti mentre tentavano di scavalcare la frontiera
Le guardie di frontiera spagnole hanno fermato 350 persone - migranti provenienti in prevalenza dall'Africa subsahariana - mentre stavano tentando di scavalcare le recinzioni che dividono l'enclave spagnola di Melilla dal vicino Marocco. 

Melilla e la vicina Ceuta attraggono da sempre centinaia di migranti attratti dalla possibilità di raggiungere l’Europa. Proprio a Ceuta, interessata a maggio scorso da un ingente esodo favorito dalle autorità marocchine, Romina Vinci e Ilaria Romano hanno dedicato questa serie di approfondimenti.

4. Quale accoglienza per i profughi afgani?
Mentre la violenza nel paese tocca nuove vette, non cessa l’angoscia per chi, temendo per la propria vita, sta tentando di lasciare il paese. Per loro quale accoglienza saprà riservare l’Europa? Sulle pagine di Open Migration Lorenzo Di Stasi aveva provato a fare il punto della situazione, analizzando possibilità e rischi di stallo.

Rischi che si stanno concretizzando e che hanno spinto il presidente della Repubblica Mattarella ad un forte intervento pubblico:

Intanto, come riporta su La Via Libera Rosita Rijtano, dopo i tagli all'accoglienza decisi da Salvini, il sistema è in difficoltà e pare che in settimana sia previsto un decreto con il quale, il Viminale, vorrebbe far leva sulla disponibilità di privati e associazioni che forniranno alloggio e assistenza a spese loro.

5. Dall'Afghanistan all’Italia: la storia a lieto fine delle calciatrici di Herat 
Come si sta organizzando l’Italia per accogliere i profughi afgani? “In totale sono circa 5.000 le persone arrivate attraverso le diverse operazioni di evacuazione da Kabul. Sono ora ospitati temporaneamente, per il periodo di quarantena, nelle strutture della Difesa (781) e in quelle gestite dalle Regioni (1.970). Inoltre, 1.250 persone sono ospitate nell’hub allestito ad Avezzano e gestito dalla Croce Rossa Italiana con il coordinamento della Protezione Civile Nazionale”, racconta Eleonora Camilli su Redattore Sociale.

Mentre l’imperativo è quello di non ripetere gli errori del passato, alcune storie sembrano andare nella giusta direzione. 

È il caso delle calciatrici femminili di Herat in Italia grazie al sostegno del Cospe, che ha seguito tutte le fasi del loro viaggio insieme alle autorità sul posto. (Su Internazionale Stefano Liberti racconta l’incredibile salvataggio e l’amarezza per chi non è riuscita a partire).

“Simbolo di un Afghanistan che cercava di ripartire, le leonesse di Herat - scrive Marta Serafini sul Corriere - erano diventate famose. In alcune immagini del 2016 sorridono davanti ad una bandiera italiana dopo aver giocato una partita organizzata dai militari italiani all’epoca ancora di stanza nella provincia. Ma le ragazze del Bastan non erano le uniche. Oltre mille giocatrici erano registrate nelle federazioni attive in sei province del Paese – Herat, Bamyan, Ghazni, Jowzjan, Balkh, e la capitale Kabul, dove prima del 15 agosto si contavano 22 squadre. C’era un campionato e una nazionale, nata nel 2007. L’Afghanistan femminile aveva partecipato a qualche torneo internazionale e nel 2014, era pure riuscita a piazzarsi terza ai Giochi dell’Asia del sud. Poi il 15 agosto anche il sogno del calcio femminile è tramontato”.

6. Tutelare la privacy dei rifugiati: l’appello di Carta di Roma
“Si chiede a giornaliste/i e ai professionisti della comunicazione di tutelare l’identità e la privacy delle persone afghane di cui si riporta la notizia o che vengono intervistate.La natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari (rimasti in Afghanistan) a ritorsioni, tanto da parte delle autorità, sia da parte di entità non statali o di organizzazioni criminali, nel caso in cui si verifichi un’esposizione mediatica non attenta”. Lo si legge in una nota dell’Associazione Carta di Roma che avverte: “Nella attualità della crisi drammatica che sta attraversando il paese, ci sono pervenute informazioni circa arresti e aggressioni a familiari di persone afghane giunte in Italia nelle ultime 48 ore; è responsabilità degli operatori dei media ridurre i rischi di rappresaglie verso i familiari rimasti in patria, tutelando l’identità delle persone afghane che accettano di raccontare la propria esperienza.”

7. La Polonia costruisce un muro anti migranti
La Polonia ha cominciato la costruzione di un muro anti-migranti al confine con la Bielorussia. La recinzione, alta due metri e mezzo e fatta di filo spinato, avrà le stesse caratteristiche di quella costruita dall'Ungheria al confine con la Serbia nel 2015, ha fatto sapere il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak. Da Varsavia tengono a sottolineare che la barriera non è stata pensata per impedire l'arrivo di profughi afghani, ma per frenare l'attuale crisi migratoria al confine bielorusso. Crisi che, secondo Polonia, Lituania e Lettonia, sarebbe organizzata direttamente dal regime di Aleksander Lukashenko per destabilizzare i Paesi vicini.


Il team di Open Migration

Facendo una donazione ci aiuterai ad offrire più informazione di qualità.
Sostienici
Copyright © 2017, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili.
 
Our mailing address is:
Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili
Via Monti di Pietralata 16
Rome, RM 00157
Italy

Want to change how you receive these emails?
You can update your preferences or unsubscribe from this list