Italia 2026: La transizione digitale passa dalle Uno studio realizzato in collaborazione con TeamSystem
La scarsa digitalizzazione delle piccole e medie imprese rappresenta un limite alla loro competitività e contribuisce a spiegarne la modesta crescita dimensionale. Per questo gli incentivi vanno disegnati in modo più chirurgico per spingere le Pmi e investire in software e applicativi con cui migliorare i propri processi produttivi. Lo sostiene Carlo Amenta, direttore dell'Osservatorio sull'economia digitale dell'Istituto Bruno Leoni, nel Briefing Paper "Italia 2026: La transizione digitale passa dalle Pmi e dagli studi professionali" (PDF).
Scrive Amenta: "Nel passato gli incentivi si sono focalizzati soprattutto sull'acquisto di macchinari e software connessi. Spesso la digitalizzazione richiede però un passaggio culturale che non può che partire dall'utilizzo di applicativi". In particolare, tra le cause dello scarso successo dei programmi precedenti vengono identificati la loro breve durata, la difficoltà di accesso e l'individuazione di un perimetro dei software incentivabili inadeguato rispetto alle esigenze delle Pmi.
Il paper si conclude con alcune proposte di revisione degli incentivi - un voucher per gli acquisti di applicativi, una forma di iper-ammortamento per questi beni, e un meccanismo ibrido - e suggerisce di approfittare del Pnrr per rendere l'incentivo di durata pluriennale, prevedendo forme di compartecipazione anche per i commercialisti e altri consulenti che possono aiutare le imprese nella loro transizione digitale.
Lo studio, realizzato in collaborazione con TeamSystem, è liberamente disponibile qui (PDF).
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