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Per i minori migranti rischi e avversità non terminano una volta arrivati in Europa
 
 
La nave Ocean Viking che sbarcherà a Taranto le 176 persone salvate nel Mediterraneo centrale nei giorni scorsi, l’accordo di Malta per la redistribuzione dei migranti che non decolla, la situazione al collasso sulle isole greche. E intanto un report dell’Unhcr mette in guardia: per i minori migranti (specie se non accompagnati) le difficoltà e i rischi non terminano con l’arrivo in Europa.

1. La Ocean Viking sbarcherà a Taranto
Sbarcheranno a Taranto le 176 persone a bordo della nave Ocean Viking.

I migranti salvati dalla nave delle Ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere erano stati soccorsi in due differenti episodi a largo delle coste libiche


Il Viminale ha accolto rapidamente la richiesta della nave e ha assegnato il porto pugliese dove la Ocean Viking arriverà mercoledì.

Nelle stesse ore, un’imbarcazione partita da Sfax in Tunisia, con a bordo 110 persone, è stata intercettata dalla Guardia costiera tunisina e le persone a bordo - che avrebbero opposto resistenza - sono state tutte riportate indietro.

2.  L’appello dell’Onu per proteggere i bambini
Si intitola “Viaggi disperati” il nuovo report dell’Unhcr che fotografa la situazione degli sbarchi nel Mediterraneo: 

“80.800 persone sono arrivate in Europa attraverso le rotte del Mediterraneo - in calo rispetto alle 102.700 dello stesso periodo del 2018. Tra coloro che sono arrivati, più di un quarto erano bambini, molti dei quali viaggiano senza i genitori”.

E  proprio proteggere i minori rifugiati e migranti che dopo aver sopportato viaggi difficili e pericolosi continuano ad affrontare rischi e avversità una volta giunti in Europa - ricorda Francesco Di Blasi su Fan Page -  è la richiesta dell’Unhcr agli Stati europei.

“Questi bambini sono fuggiti da conflitti, hanno perso i propri familiari, mancano da casa da mesi, perfino anni, e alcuni di loro hanno subito abusi orribili durante il viaggio, ma le loro sofferenze non terminano una volta giunti alla frontiera - dichiara Pascale Moreau, direttrice dell'ufficio europeo dell'Unhcr - In tutta Europa, i minori non accompagnati, in particolare, sono accolti di frequente in centri di grandi dimensioni privi della sorveglianza dovuta, carenza che li espone a ulteriori abusi, violenze e stress psichico e al rischio crescente di migrare nuovamente o scomparire".

La Grecia, conclude il rapporto, è stata la principale meta di approdo di tutta la regione del Mediterraneo ma, fa notare l’agenzia Onu, “a fine settembre la maggior parte dei minori non accompagnati in Grecia si trovava ancora in soluzioni alloggiative inadeguate”.

3. L’accordo di Malta non decolla
Irlanda, Lussemburgo, Portogallo. Come dichiarato dal Ministro degli Interni Lamorgese al quotidiano la Repubblica, per ora sarebbero solo questi i paesi ad aver appoggiato  lo scorso 8 ottobre a Lussemburgo il pre accordo raggiunto a Malta da Italia, Francia e Germania (qui vi spiegavamo di che cosa si trattava).

L’accordo dunque non decolla, un po’ per le paure della Germania di vedersi attribuire troppi migranti: “Se dunque da centinaia come oggi per caso diventano migliaia, allora io domani posso dichiarare terminato il meccanismo di emergenza. E lo farei pure” ha dichiarato il Ministro Horst Seehofer

Un po’ per le rimostranze della Grecia che in questi mesi sta affrontando il maggior numero di arrivi dalla crisi del 2015.

Per il ministro lamorgese però il meccanismo è già attivo: “perché quando arrivano delle navi delle ong, le condivisioni le facciamo già, con Paesi che danno la loro disponibilità. Quindi l’attuazione c’è già, anche se non c’è niente di scritto. Ora a noi interessa che sia allargato il più possibile”.

4. In Turchia quale futuro per i rifugiati siriani dopo l’attacco ai curdi?
La Turchia ospita la comunità di rifugiati più grande al mondo, 4 milioni di persone. 3,6 milioni di questi sono siriani e proprio di loro si è ripreso a parlare da quando è partita l’offensiva militare turca contro i curdi sul confine sud orientale con la Siria.

Da un lato Erdogan vorrebbe costruire una safe zone per espellere parte dei siriani che il suo paese ospita, dall’altro il presidente turco utilizza “l’arma dei rifugiati” per fare pressioni sull’Europa: “Basta critiche o riapro la porta ai profughi

Proprio in questi giorni l’inviata di Avvenire Francesca Ghirardelli è stata a Smirne e ci racconta di uomini donne e bambini che nella partenza vedono l’ultima speranza

“Certo che ho pensato di andarmene illegalmente. Però ho un figlio e non voglio metterlo su una barca. Ma se mi rimandassero in Siria la questione cambierebbe. Allora preferirei il mare. C’è chi nella polizia fa firmare richieste di rimpatrio ai siriani contro la loro volontà. Se ho prove dirette? Ho paura a dirlo, ma sì”.

5. La maggioranza degli italiani è a favore dell’accoglienza
Quasi sette italiani su dieci sono favorevoli al diritto all'accoglienza dei migranti (il 68%). È il quadro che emerge dalla ricerca su italiani e migranti condotta dall’Ipsos per WeWorld Onlus e presentata la settimana scorsa a Bologna. 

Dato reso ancora più sorprendente se si considera che - secondo quanto emerso dalla ricerca e raccontato da Repubblica - gli italiani sono convinti che il 31% dei residenti in Italia sia straniero (la cifra reale è del 9%) e che l'84% del campione chiede comunque all'Unione europea di svolgere un ruolo centrale a sostegno dell'Italia. 

“I dati – sostiene Chiesara, presidente di WeWorld – mostrano come il clima d'odio costruito e promosso negli ultimi anni abbia generato percezioni distorte, che alimentano paure infondate verso chi arriva in Italia in cerca di accoglienza. Paure che diventano prioritarie rispetto a problemi più concreti e reali continua”.

Resta infatti alto il numero delle persone ostili all’accoglienza e in linea con la chiusura delle frontiere, mentre il tema migranti è “solo” la quarta preoccupazione più sentita dagli intervistati dopo disoccupazione, situazione economica e tasse.

6. Dai lavoratori stranieri il 9% del Pil italiano
Nel 2018 i lavoratori stranieri in Italia hanno prodotto ricchezza per un valore stimato in 139 miliardi di euro, pari al 9% del Pil. È quanto emerge dal nono rapporto sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Leone Moressa presentato la scorsa settimana.

I lavoratori stranieri sono stati 2,5 milioni (il 10,6% degli occupati totali) e producono gettito Irpef per 3,5 miliardi di euro, pagando 13,9 miliardi di contributi previdenziali e assistenziali. Il tutto - come ricorda Linkiesta - con una incidenza del solo 3% sulla spesa pubblica.

Ultima pillola statistica dal rapporto, in 10 anni l’Italia ha perso 250 mila giovani: come ricorda Andrea Carli sul Sole 24 Ore, la fuga all’estero costa 16 miliardi.

7. Solo in cartolina arriva a Torino
“Solo in Cartolina” la campagna lanciata nell’estate del 2018, come risposta alle affermazioni di Matteo Salvini che si apprestava a chiudere i porti, e per ricordare il dramma dei naufragi nel Mediterraneo, è arrivata in mostra a Torino

Negli spazi del Performing Media Lab di via Salgari - bene confiscato alla criminalità, ex officina e teatro di attività illecite, restituito alla collettività e luogo simbolo della rinascita del quartiere Barriera - sono state esposte le opere più significative dei creative fighters.

L’obiettivo resta sempre lo stesso “mostrare quello che accade davanti ai nostri occhi ogni estate, ma che scegliamo di non vedere”.

8. Studenti stranieri, seconde generazioni: il dossier Idos affronta il tema della cittadinanza
Chi e quanti sono i figli dei migranti in Italia? A chi si rivolge la riforma della legge sulla cittadinanza da poco ripresa in esame? Anche a queste domande risponde la nuova edizione del Dossier statistico immigrazione, curato da Idos insieme alla rivista Confronti, che sarà presentato il prossimo 24 ottobre.

Nell’anno scolastico 2017/2018 – anticipano gli autori del rapporto  – “oltre 541mila minori stranieri sono stati seduti nei banchi di scuola, rappresentando quasi i due terzi dei circa 842mila alunni stranieri complessivi che hanno frequentato le scuole italiane”.

Proprio per questo dichiara Claudio Paravati, direttore di Confronti, “è urgente riconoscere la cittadinanza italiana a questi giovani, perché sono parte integrante del presente e non solo del futuro del nostro Paese. Solo così potranno ridursi quei “cortocircuiti identitari” che ostacolano il percorso di crescita ed integrazione nella società”.

9. Le isole greche sono al collasso
Appena 2 settimane dopo l'incendio nel campo profughi di Moria sull’isola di Lesbo, la scorsa notte un altro incendio ha devastato il campo di Vathy a Samos. Il campo ospita 5 mila persone - 5 volte la sua capacità - che sono tutte state fatte evacuare durante la notte.


Non solo Samos. “La situazione nei campi profughi delle isole greche è ormai insostenibile. Il sovraffollamento nei campi di accoglienza è diventato insopportabile", denuncia l’Unhcr mentre negli ultimi due mesi sono arrivate sulle isole greche oltre 18 mila persone, 8.500 solo a Lesbo

“In un campo profughi che può ospitare fino a 3mila profughi ne vivono ammassati 13mila, di cui il 42% sono minori tra 7 e i 12 anni. Le condizioni sono disumane e pericolose, con una doccia ogni 230 persone e nessuna assistenza medica”. A riportarlo ora anche un report di Oxfam che sentenzia: “Il campo di Moria a Lesbo è un simbolo di disumanità nel cuore dell’Europa”.

10. Gli italiani sono bianchi? Storia dei nostri connazionali emigrati negli Usa
“Discendenti di banditi e assassini, che hanno trasportato in questo Paese le passioni senza controllo, pratiche spietate [...] Sono per noi un parassiti, serpenti a sonagli [...] I nostri assassini sono uomini di sentimento e nobiltà rispetto a loro”. Così si poteva leggere sul Times nel 1890, dopo che la folla inferocita aveva linciato a New Orleans 11 italiani immigrati negli Usa. Opinioni come questa non erano certo minoritarie e vedevano gli italiani - soprattutto i meridionali - accomunati agli afroamericani per quanto riguarda discriminazione, esclusione e violenze.

Eppure tutto questo fu poco a poco cancellato e gli italiani finirono per diventare a tutti gli effetti bianchi. Come? Anche sfruttando la figura di Colombo. Ne parla sul New York Times Brent Staples

 


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