Le ferrovie salveranno il climLe ferrovie salveranno il clima? Uno studio congiunto IBL-Bridges Researcha? Uno studio congiunto IBL-Bridges Research
Non saranno le ferrovie a salvare il clima. Anzi, l'eccesso di investimenti nel trasporto su ferro rischia di distogliere risorse preziose da altri utilizzi che potrebbero dare un contributo molto più importante alla riduzione delle emissioni. Lo sostiene Francesco Ramella, fellow dell'Istituto Bruno Leoni e direttore esecutivo di Bridges Research, in un paper congiunto IBL-BR intitolato "No, le ferrovie non salveranno il pianeta" (PDF).
Nel periodo 2001-2015 gli Stati membri dell'Unione europea hanno speso nelle ferrovie oltre 70 miliardi di euro annui, per un flusso cumulato superiore ai mille miliardi di euro. Ma i risultati in termini di trasferimento modale e riduzione delle emissioni sono stati modesti. Scrive Ramella: "il costo per tonnellata di CO2 abbattuta al netto della riduzione delle entrate fiscali con la realizzazione di nuove linee AV varia tra un minimo di 850 euro e un massimo di 7.770 euro ossia un ammontare da otto a settantasette volte il costo esterno stimato dalla UE pari a 100 euro". Inoltre, "Un ipotetico raddoppio della estesa delle linee AV comporterebbe in uno scenario ottimistico di traffico iniziale e di sua crescita, un taglio delle emissioni del trasporto stradale inferiore all'1 per cento (e ancor più limato qualora si considerino anche quelle del trasporto aereo)".
Il paper di Francesco Ramella, "No, le ferrovie non salveranno il pianeta", pubblicato congiuntamente da IBL e Bridges Research, è liberamente disponibile qui (PDF).
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