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Subject L’accordo UE-Turchia sarà replicato con i paesi africani?
Date June 22, 2021 4:28 PM
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A poche ore dal prossimo Consiglio Europeo l’unica certezza sembra essere quella relativa al rinnovo dell’accordo tra Ue e Turchia.  

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L’accordo UE-Turchia sarà replicato con i paesi africani?

Draghi con la cancelliera tedesca Angela Merkel – Foto: governo.it, con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT

A poche ore dal prossimo Consiglio Europeo in cui la migrazione torna ufficialmente in agenda, le distanze tra le parti restano grandi. L’Italia spinge sulla solidarietà e sui ricollocamenti, ma finora l’unica certezza sembra essere quella relativa al rinnovo dell’accordo tra Ue e Turchia. Modello che si vorrebbe replicare anche con i paesi del nord Africa e del Sahel.

1. Il prossimo Consiglio Europeo affronterà il tema migratorio
Dopo mesi, quello che inizia giovedì sarà il primo Consiglio Europeo in cui la migrazione compare ufficialmente ed esplicitamente in agenda. E sarà anche il primo vertice nel quale, ad affrontare un tema tanto delicato, per il nostro paese ci sarà Mario Draghi.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Paolo Riva da Bruxelles, ci spiega in questo approfondimento ([link removed]) , le aspettative dell’Italia e i timori di Francia e Germania che con le elezioni alle porte non vogliono perdere consenso politico sul tema migratorio.

Intanto dall’incontro tra Draghi e Merkel, propedeutico al vertice di giovedì - di martedì sera sembra emergere cauto ottimismo ([link removed]) .

La formula magica, come spiega su Repubblica Tonia Mastrobuoni è quella della “dimensione esterna dell’Unione europea ([link removed]) ”, accordi cioè con paesi terzi come quello fatto con la Turchia - che i due capi di Stato sono d’accordo a rinnovare ([link removed]) - da proporre anche ai paesi del nord Africa e del Sahel ([link removed]) .

Resta invece cautela sui ricollocamenti ([link removed]) .

2. Un anno di migrazione nei dati del Global Trends dell’UNHCR
Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni. A raccontarlo sono i dati dell’ultimo rapporto annuale Global Trends dell’UNHCR ([link removed]) pubblicato a Ginevra venerdì scorso. Un aumento del quattro per cento rispetto alla cifra già record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019.

L’emergenza sanitaria non ha fermato i conflitti e caduti nel vuoto gli appelli per il cessate il fuoco, sono guerre e violenze a costringere ancora la maggior parte delle persone alla fuga.
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Alcuni dei dati più interessanti mostrano come più di due terzi di tutte le persone che sono fuggite all'estero provengono da soli cinque paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4,0 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni).

La stragrande maggioranza dei rifugiati del mondo - quasi nove rifugiati su dieci (86%) - infine, sono ospitati da paesi vicini alle aree di crisi e da paesi a basso e medio reddito ([link removed]) .

3. Se l’Europa respinge i minori migranti
Centinaia di minori che scappano e subiscono violenze fisiche e psicologiche durante il loro viaggio, che vengono respinti illegalmente alle frontiere dell'Italia e che non di rado -per usare le parole di Luca Sebastiani su L’Espresso ([link removed]) - trovano un’accoglienza peggiore tra i paesi europei.

L’allarme lo lancia Save The Children, nel rapporto “Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa ([link removed]) ” a cura del giornalista Daniele Biella e del fotoreporter Alessio Romenzi, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

“Quello che accade ogni giorno alla frontiera nord d'Italia - scrive Alessandra Ziniti su Repubblica ([link removed]) - è un passaggio continuo di minori stranieri non accompagnati che entrano ogni giorno in Friuli-Venezia Giulia, tra Trieste e Udine, dove arrivano a piedi dalle montagne o lasciati dai passeur. Si spostano a piedi, nascosti sotto i camion o sui treni o trasportati in macchina nel tentativo di superare il confine. Vengono spesso rispediti indietro anche più volte e spesso in maniera brutale anche tra Paesi della Ue. Sono decine le testimonianze di ragazzi raccolte da Save the children che raccontano delle atrocità subite soprattutto lungo la rotta balcanica”.

4. I numeri dell’accoglienza in Italia
Nel 2020 ci sono stati meno meno beneficiari del sistema di accoglienza: 37.372 migranti, in calo rispetto ai 39.686 del 2019 ([link removed]) e anche rispetto al picco di 41.113 registrato l'anno precedente.Mentre crescono i minori stranieri soli: 5.680, il 19,5% in più dell'anno precedente.

Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Siproimi/Sai a cura di Anci e ministero dell’Interno ([link removed]) , che ogni anno restituisce una fotografia dell'accoglienza in Italia.

La regione che mette a disposizione più posti è la Sicilia 4.672 (il 14,9% del totale).

“Da analisi delle relazioni annuali relative alle attività svolte nel 2020 dai progetti che hanno accolto sia adulti che minori, emerge una presenza rilevante di beneficiari di condizioni di vulnerabilità. La quota più significativa si riferisce alle vittime di tortura e/o violenze (pari al 5,8% del totale degli accolti), seguono le vittime di tratta (4,8%) e i beneficiari con problemi di disagio mentale (3,1%) ([link removed]) ”.

5. Abolire Frontex
Attivisti, capitani di navi di soccorso e circa 80 organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo hanno lanciato una campagna internazionale che chiede che l'agenzia europea per le frontiere Frontex sia privata di fondi e smantellata.
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In una lettera aperta inviata la scorsa settimana alla Commissione europea, al Consiglio dell'UE e al Parlamento europeo, la coalizione della campagna ha messo in evidenza le "pratiche illegali e disumane" dell'agenzia di frontiera, accusata di aver promosso e applicato politiche violente contro i migranti.

"Più di 740 persone sono morte finora quest'anno cercando di attraversare il Mediterraneo, alla ricerca di un luogo sicuro", si legge nella lettera. "Il regime di frontiera dell'UE li ha costretti a intraprendere rotte migratorie pericolose, spesso su imbarcazioni insicure; ha arruolato i paesi vicini per fermarli durante il loro viaggio; li ha accolti con violenza e respingimenti o si è rifiutato di salvarli - abbandonandoli ad annegare in mare".

Ne scrive Lorenzo Tondo su il Guardian ([link removed]) .

6. L’inferno di chi viene respinto in Libia
“Sono rimaste in cinque. Tutte minorenni. Tutte somale. La loro età è nota alla polizia libica. Ma non è certo l’essere poco più che bambine a metterle al riparo dagli stupri dei guardiani foraggiati, equipaggiati e addestrati da Italia e Ue. Anche se ieri Bruxelles ha scaricato le responsabilità su Roma. Un mese fa due ragazzine, dopo l’ennesima sessione di abusi ad opera degli agenti, hanno provato a togliersi la vita. Entrambe sono state ricoverate in ospedale a Tripoli e visitate da personale di Medici senza frontiere, che ne ha chiesto l’immediato rilascio. Ma non c’è stato niente da fare. Le hanno di nuovo gettate in cella. Per continuare come prima”.

Come racconta su Avvenire Nello Scavo ([link removed]) , le violenze - confermate anche dalle Nazioni Unite che chiedono l’immediata liberazione delle giovani - avvengono nel centro di detenzione ufficiale di Shar al-Zawyah, prigione nella quale vengono portati i migranti catturati in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica. Guardia costiera che il nostro paese continua a finanziare e addestrare.
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7. Medu denuncia le terribili condizioni di vita dei braccianti
Solo la metà dei braccianti ha un contratto e una busta paga ([link removed]) . È quello che ha rilevato il Rapporto “Zone rosse, lavoro nero” di Medici per i diritti umani nella Piana di Gioia Tauro ([link removed]) durante la stagione di raccolta agrumicola con l’obiettivo di promuovere la tutela della salute e dei diritti fondamentali dei circa 2.000 braccianti stranieri impiegati in agricoltura in condizioni di grave sfruttamento.
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Una situazione "desolante" secondo Medu ([link removed]) , che opera nella zona per l'ottavo anno consecutivo, tra tendopoli intasate da "cumuli di rifiuti”" trasporto “inesistente” e assistenza sanitaria “vicina al collasso".


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