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Fare domanda d'asilo in un paese terzo, aspettare l'esito, rimanere lì se la richiesta è accolta. Questa in sintesi la nuova legge sull’asilo approvata dalla Danimarca, la prima ad esternalizzare l’intero processo, asilo incluso.
1. La nuova controversa legge sull’asilo in Danimarca
Presentare la domanda d'asilo, aspettare l'esito della procedura ed eventualmente vedersi riconosciuto lo status di rifugiato non accadrà più sul suolo danese. Lo prevede la nuova legge sull'asilo approvata giovedì scorso da un governo di centro-sinistra, la prima in Europa che esternalizzi l'intero processo, diritto all'asilo compreso.
Per la nuova legge, infatti, la domanda di asilo andrà presentata ai confini danesi. Da lì si verrà poi trasferiti in un paese terzo - attualmente non comunicato, ma la Danimarca si starebbe muovendo con accordi bilaterali - dove si attenderà l’esito della domanda, che se anche dovesse venire accolta - questa la parte più “innovativa” - non darà diritto all’accoglienza sul suolo danese, ma a restare nel paese terzo.
Una legge che mina i diritti fondamentali dei richiedenti asilo e che vede la ferma opposizione di Ue e Onu. Una legge che però rischia di essere imitata anche da altri paesi europei come ci ha spiegato in questo approfondimento Oiza Q. Obasuyi.
2. La nave Sea Eye è sotto fermo amministrativo a Palermo
Avevano festeggiato da poco la cittadinanza onoraria ricevuta venerdì scorso dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ma per la nave Sea Eye 4 - e il suo equipaggio - è scattato il fermo amministrativo nel porto di Palermo, dove era attraccata dopo aver sbarcato a Pozzallo 415 persone precedentemente soccorse in mare
“Il fermo è stato disposto dopo l'ispezione eseguita da personale della guardia costiera per verificare l'adeguatezza della nave rispetto alle vigenti norme di sicurezza della navigazione e di tutela ambientale”.
“La notizia non sorprende visto che da maggio scorso i Port state control, con annessi fermi amministrativi, sono diventati un appuntamento fisso per le Ong del Mediterraneo, ma stavolta si registrano nuovi elementi controversi”, come racconta Giansandro Merli in questo approfondimento su Il Manifesto.
3. A Sabaudia doping ai braccianti agricoli per farli lavorare di più
“A Sabaudia, in provincia di Latina, centinaia di braccianti riescono a lavorare senza sentire la fatica. Ce la fanno grazie al doping, come cavalli da corsa, in una folle galoppata senza fine. Anzi no: alcune volte non riescono a concludere il turno e muoiono d'infarto. Probabilmente è quanto accaduto a Singh Harpal, bracciante indiano. Il medico gli prescriveva un farmaco erogabile solo in regime di esenzione e destinato ai pazienti oncologici in condizioni gravi o terminali per attutire il dolore, il Depalgos compresse da 20 milligrammi. Il suo effetto è simile a quello delle sostanze psicotrope”. Ne parla Graziella Di Mambro su lavialibera.
Una condizione tristemente comune in tutto l’Agro pontino:
4. Anche la Corte dei Conti Ue accusa Frontex
Non bastavano le accuse di respingimenti nel Mar Egeo, quelle di collaborazione con la cosiddetta Guardia costiera libica, o le indagini sulla gestione “disinvolta” delle proprie casse.
Alla crescente pressione nei confronti dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera - di cui ci aveva parlato Paolo Riva in questo articolo - si unisce ora anche la Corte dei Conti dell’UE che in un report sull’operato dell’Agenzia dichiara: “Frontex non svolge con efficacia le sue funzioni”.
Una bocciatura che guarda anche al nuovo mandato dell’Agenzia che diventerà la più grande dell’Ue e quella con il più alto numero di funzionari. “Con i suoi problemi operativi attuali ‘ci sono rischi reali’ che non sia in grado di svolgere in modo adeguato il nuovo mandato - dichiara Leo Brincat, membro della Corte in un intervista a David carretta su Il Foglio. Durante il Covid molti avevano l'impressione che il problema migratorio stesse diminuendo. Forse è così. Ma ora le pressioni migratorie stanno aumentando. Non serve un audit per vederlo. Se Frontex non ha la casa in ordine, con questo potenziale aumento (dei flussi) le cose possono peggiorare”.
5. L’accordo sulla redistribuzione dei migranti tra i paesi Eu potrebbe (di nuovo) fallire
L’appello alla solidarietà europeo lanciato dal governo italiano nel campo della gestione dell’immigrazione continua a sbattere contro un muro di no. L’ultimo dei quali arrivato dalla Germania.
“Dai gruppi al Bundestag dei due partiti della maggioranza, Cdu/Csu e Spd, è arrivato un no all’appello lanciato dalla Commissaria Ue Ylva Johansson, che in seguito all’arrivo di oltre 2.000 profughi a Lampedusa in sole 24 ore aveva chiesto agli Stati membri di sostenere l’Italia nell’accoglienza” riporta l’Agenzia Agi.
Intanto, come riporta il Post, i ricollocamenti dei migranti continuano a non funzionare: “nell’ultimo mese sono stati ricollocati appena 20 richiedenti asilo sui poco più di seimila arrivati sulle coste italiane, cioè lo 0,3 per cento. Dieci sono stati ricollocati in Irlanda, e altri dieci in Lituania. Anche il Lussemburgo è interessato ad accoglierne alcuni, probabilmente un numero simile”
6. A Torino in piazza per ricordare Moussa Balde (e per chiudere i Cpr)
“Avvocati, giuristi e associazioni si sono dati appuntamento lo scorso 4 giugno per chiedere verità e giustizia per Moussa Balde, il 23enne della Guinea suicidatosi nel Cpr di Torino, "una struttura illegale" secondo i manifestanti che ne chiedono la chiusura.
In occasione della manifestazione, e a seguito del decesso di Moussa Balde, Asgi ha assemblato il “Libro Nero del CPR di Torino”: “un contesto disumanizzante, dove gravi carenze nei servizi, ricorso illegittimo all’isolamento, umiliazioni, uso di psicofarmaci “a litri” e autolesionismo sono all’ordine del giorno”.
7. Per la Grecia la Turchia è un “paese sicuro” per i richiedenti asilo
“Un passo importante per affrontare i flussi di immigrazione illegale e l'attività criminale delle reti di contrabbando". Con queste parole il ministro della migrazione Notis Mitarakis ha sottolineato l’annuncio con il quale il suo paese, lunedì scorso, ha designato la Turchia come paese terzo sicuro per i richiedenti asilo.
“Come prodotto della cooperazione tra il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell'Immigrazione e dell'Asilo, questa decisione ministeriale congiunta è pienamente in linea con il diritto internazionale e protegge la Grecia dalle richieste di quei cittadini provenienti da paesi come Siria, Afghanistan, Pakistan e Somalia che oggettivamente parlando non hanno motivo di non considerare la Turchia come un paese non sicuro. Soprattutto, però, è un altro passo verso la piena e incrollabile attuazione della dichiarazione congiunta Ue-Turchia, che obbliga il nostro paese vicino a non permettere il funzionamento di circuiti di contrabbando e di transito in Grecia".
8. Anche a Tokio ci sarà un team olimpico per i rifugiati
Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro In Brasile, per la prima volta nella storia di questa competizione universale, dieci atleti avevano gareggiato per rappresentare tutti i rifugiati, gli sfollati interni e i richiedenti asilo (ce lo aveva raccontato Marco Merlini in questo approfondimento).
Ora a distanza di 5 anni, questa esperienza sta per ripetersi e Tokyo - che ospiterà i Giochi inizialmente previsti per il 2020 - vedrà gareggiare anche la squadra olimpica dei rifugiati.
Tra loro potrebbe esserci anche il canoista Saeid Fazloula, rifugiato siriano che vive e si allena in Germania. Su Info Migrants la sua storia e quella degli altri atleti rifugiati che andranno a Tokyo.
Il team di Open Migration