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Respingimenti a catena, (anche) l’Italia viola i diritti dei migranti

Foto via Twitter

Sistematiche violazioni di diritti - 2.162 i casi riportati - in Grecia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Nord Macedonia, Ungheria e Italia, con la cooperazione di diverse forze armate per portare a termine respingimenti a catena illegali. È quanto emerge da un report del  Danish Refugee Council pubblicato in questi giorni.

1. Respingimenti illegali, anche l’Italia viola i diritti dei migranti
La cooperazione informale tra le polizie di diversi stati ha impedito a migliaia di donne, uomini e bambini di cercare protezione in Europa quest'anno. Lo rivela il Report “Protecting Rights at Borders (Prab)” che il Danish Refugee Council ha realizzato in collaborazione con nove organizzazioni della società civile in sei paesi. 

L'iniziativa ha registrato sistematiche violazioni di diritti - 2.162 i casi riportati - in Grecia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Nord Macedonia, Ungheria e Italia e la cooperazione di diverse forze armate per portare a termine respingimenti a catena illegali.

Come dicevamo, neppure l’Italia risulta esente dalle violazioni. Su Il Corriere della Sera, Marta Serafini racconta la vicenda di un gruppo di migranti bloccati dalla polizia italiana vicino Trieste, che dopo essere stata presa in consegna dai militari sloveni e poi croati, sono stati abbandonati in pieno inverno nei pressi del campo di Lipa in Bosnia.

2. La nave Sea Watch ha soccorso 400 persone nei giorni scorsiù
Continuano gli sbarchi a Lampedusa. Sull’isola siciliana, nei giorni scorsi sono arrivate due imbarcazioni per un totale di 134 persone, riporta su La Stampa Fabio Albanese.

Intanto continuano anche i soccorsi. La nave dell’Ong tedesca Sea Eye ha effettuato sei soccorsi negli ultimi giorni: ora a bordo dell’imbarcazione si trovano ci sono circa 400 migranti.

3. Ancora naufragi e soccorsi
Anche questa settimana sono purtroppo da riportare notizie di naufragi e respingimenti.

Come racconta Giansandro Merli su Il Manifesto: “Nella giornata di domenica la sedicente «guardia costiera» libica aveva riportato a Tripoli più di 680 richiedenti asilo e migranti. «Dopo aver ricevuto assistenza medica, sono stati tutti inviati nei centri di detenzione dove condizioni terribili e abusi sono moneta comune», ha dichiarato ieri Tarik Argaza, addetto stampa della missione Unhcr in Libia. Sulla reale destinazione delle persone rinchiuse nei campi libici nessuno ha certezze. La scorsa settimana Safa Msehli, portavoce Oim a Ginevra, ha denunciato che degli 8mila migranti intercettati e riportati indietro nel 2021 solo 4mila si trovano nei centri di detenzione ufficiali. «Migliaia mancano all’appello»”.


4. MSF torna a soccorrere in mare 

Portare soccorso, cure e umanità sulla rotta migratoria più letale a mondo. Queste le motivazioni che hanno spinto Msf a tornare nel Mediterraneo centrale con una nuova nave, la Geo Barents. La nave batte bandiera norvegese, ospita una clinica, una stanza ostetrica e una per le visite, spiega Eleonora Camilli su Redattore Sociale.

Potrà ospitare fino a 300 persone, una capienza che la rende tra le più grandi navi umanitarie nel Mediterraneo.

“Come organizzazione medico-umanitaria assistiamo persone vulnerabili ovunque nel mondo da 50 anni. Di fronte alle morti incessanti e alla colpevole inazione degli Stati, siamo obbligati a tornare in mare per portare soccorso, cure e umanità, facendo la nostra parte per fermare queste tragedie evitabili”, spiega Claudia Lodesani, presidente di MSF a Giulia Belardelli per l’Huffingtonpost.

5. Migliaia di persone sono entrate “illegalmente” a Ceuta nelle ultime ore
Almeno 6.000 persone, tra cui oltre un migliaio di minori, sono riuscite a raggiungere nei giorni scorsi l’enclave spagnola di Ceuta in nordafrica. Come riporta l’Huffingtonpost, i migranti hanno raggiunto l’enclave nuotando o camminando, approfittando della bassa marea, dalle spiagge del vicino Marocco. Per gli esperti le autorità marocchine avrebbero chiuso un occhio - sospendendo i controlli in prossimità della frontiera - come risposta all’aiuto che la Spagna ha dato a Brahim Ghali, leader del movimento per l’indipendenza del Sahara Occidentale, ricoverato in Spagna, ma nemico di Rabat.

6. Chiesti 7 anni e 11 mesi per l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano
“Sette anni e undici mesi di reclusione: è questa la richiesta di condanna avanzata dal pm di Locri Michele Permunian a carico dell’ex sindaco di Riace Domenico “Mimmo” Lucano, accusato nel processo Xenia di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel centro della Locride che era divenuto famoso in tutto il mondo proprio per le politiche sui migranti portate avanti”. (Vi avevamo raccontato il modello Riace in questo approfondimento).

“La richiesta così alta è l’ennesima dimostrazione che Riace e il modello che avevamo realizzato fanno paura - è stato il commento a caldo dell’ex primo cittadino riportato dal Corriere della Sera - . È stato un ideale politico che vogliono distruggere. Non è un caso che comincia tutto nel 2016 quando l’area progressista apre le porte alla criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Dopo arriva Salvini e completa l’opera. Non è nemmeno un caso che oggi a Riace l’accoglienza ancora resiste e la mission continua senza fondi pubblici e tra mille difficoltà”. 

7. La lotta dei braccianti arriva davanti il Parlamento
Circa 13.000 migranti, principalmente originari dell'Africa, sono sbarcati in Italia quest'anno, ma i loro sforzi verso una vita migliore non si esauriscono una volta raggiunte le coste europee. Per la Pbs, Adam Raney, racconta dal Sud Italia come, in mezzo alla pandemia, i braccianti stranieri stiano lottando per avere migliori condizioni di lavoro

Tra loro anche il leader sindacale Aboubakar Soumahoro che proprio oggi ha portato la protesta davanti la sede del Parlamento.


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