Troppa regolamentazione nuoce ai rider Un Briefing Paper dell'Istituto Bruno Leoni mostra come la "tutela" possa rivelarsi controproducente
Una regolamentazione eccessiva, come quella introdotta dal Decreto 101/2019, rischia di danneggiare i rider, che invece vorrebbe tutelare. Lo scrivono Veronica Cancelliere e Carlo Stagnaro nel Briefing Paper "Tanto tuonò che piovve: perché la regolamentazione dei rider è una bomba d'acqua su innovazione e lavoro" (PDF).
Lo studio analizza le conseguenze del Decreto sui compensi e la sicurezza dei rider. Per quanto riguarda la definizione di un salario minimo, con una serie di limiti al cottimo, "finirà inevitabilmente per danneggiare i rider più attivi, disincentivandone l'impegno o spingendoli a dividere il proprio tempo tra più piattaforme. Qualunque ulteriore irrigidimento - come il divieto di cottimo o addirittura l'equiparazione dei fattorini ai lavoratori dipendenti - renderebbe il modello di business delle piattaforme vieppiù insostenibile. Il paradosso è che, in tal modo, non solo si danneggiano le prospettive di guadagno dei rider, ma si scoraggia anche l'ingresso di nuovi operatori sul mercato". Anche l'obbligo di assicurazione Inail, secondo Cancelliere e Stagnaro, rischia di rivelarsi controproducente: "appare incomprensibile la scelta di vincolare le piattaforme a servirsi di Inail per contrarre le assicurazioni necessarie. Inail, infatti, svolge una funzione mutualistica tra lavoratori dipendenti, categoria alla quale - come abbiamo visto - i rider non appartengono. Inoltre, e soprattutto, per effetto di questa mutualità le tariffe Inail non riflettono il reale rischio assicurato, e dunque non forniscono alcun incentivo di prezzo a migliorare le condizioni di sicurezza dei fattorini".
Il Briefing Paper di Veronica Cancelliere e Carlo Stagnaro, "Tanto tuonò che piovve: perché la regolamentazione dei rider è una bomba d'acqua su innovazione e lavoro" è liberamente disponibile qui (PDF).
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