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Subject Ancora respingimenti
Date March 30, 2021 4:32 PM
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Polizia francese al confine con l’Italia, o Guardacoste libici nel Mediterraneo, anche questa settimana migliaia di persone sono state respinte.

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Ancora respingimenti

Foto di Monica G. Prieto ([link removed]) via Twitter ([link removed])

Che si tratti di quelli effettuati dalla polizia francese al confine con l’Italia, o di quelli libici nel Mediterraneo centrale, anche questa settimana abbiamo assistito al respingimento di migliaia di persone.

1. Respingimenti al confine Italia/Francia: una bambina finisce in ospedale per lo choc
“Una bambina afghana di undici anni è ricoverata all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, in stato di choc, dopo essere stata respinta al confine del Monginevro dalla polizia francese. Faceva parte di un gruppo di migranti, una cinquantina, tra cui la madre che ora l'assiste in ospedale, dove si trova a scopo precauzionale ([link removed]) ”.

“Sono sbucati all’improvviso, sembrava un agguato”. Racconta il padre della bambina a Massimo Massenzio che lo intervista per il Corriere della Sera ([link removed]) :

“Parla in lingua Dari, con qualche termine inglese, ma nel rifugio Massi di Oulx c’è un’operatrice in grado di tradurre buona parte delle sue parole. Dopo 4 anni di viaggio e 11 frontiere attraversate, giovedì sera la famiglia di Sahar (nome di fantasia), originaria di Kabul, ha cercato di raggiungere la Francia per ricongiungersi con i parenti nell’Europa del Nord”.

La giovane insieme alla sua famiglia aveva trovato rifugio fino a martedì presso la casa cantoniera di Oulx ([link removed]) , sgomberata la settimana scorsa dalla polizia.

2. Solo negli ultimi giorni respinte in Libia oltre mille persone
Non si fermano i salvataggi nel Mediterraneo centrale. Open Arms con a bordo il personale di Emergency ha soccorso nel fine settimana 38 persone e ha successivamente portato a termine le operazioni di salvataggio di altre due imbarcazioni in difficoltà in Sar maltese.A bordo ci sono ora 219 persone, 56 di loro sono minori e tra questi 17 hanno meno di 10 anni ([link removed]) .
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Non si fermano però neppure i respingimenti in Libia ([link removed]) . Nelle ultime ore, infatti, sono stateintercettate e riportate nel paese nordafricano quasi mille persone ([link removed]) .

3. L’emergenza Covid-19 non ferma le morti in mare
Oltre 2000 persone hanno perso la vita in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa nel 2020, nonostante le ampie restrizioni alla mobilità imposte lo scorso anno dalla pandemia di COVID-19. Lo rivela un nuovo rapporto dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), e il progetto Missing Migrants. Altre 300 morti sono già state documentate, invece, nel 2021.
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"Nessuno dovrebbe rischiare la propria vita per fuggire dalla violenza o dall'instabilità, o semplicemente per cercare una vita migliore", ha dichiarato Frank Laczko, direttore del Global Migration Data Analysis Centre (GMDAC) dell'OIM di Berlino ([link removed]) . Che ha aggiunto: "Sarà importante nelle attuali discussioni tra l'UE e i paesi africani dare la priorità a un'azione concertata per salvare vite e porre fine a questa crisi di morti in corso".

4. Ius Soli: è sempre un buon momento per parlare di diritti
Jòvana, 24 anni, studentessa universitaria serba. Non è nata in Italia, ma ci vive da quando aveva due anni. Non ha la cittadinanza italiana. “Essere privi di cittadinanza - racconta a Collettiva ([link removed]) - implica l’avere costanti preoccupazioni, già da quando sei bambina. Noi ragazzi che cresciamo in Italia abbiamo sempre paura di essere mandati via e di non tornare più, ad esempio se un genitore perde il lavoro. Questo crea tanta instabilità per un bimbo”.

Nella stessa intervista, Jòvana attivista di Italiani Senza Cittadinanza - descrive come tutto ciò si ripercuota anche nella vita quotidiana, “come perdere giorni di scuola quando si deve andare a rinnovare il permesso di soggiorno, o rinunciare alle gite scolastiche all’estero perché il visto è costoso, o non accedere alle borse di studio o ai concorsi per soli italiani”.
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In un lungo e completo approfondimento per Valigia Blu, Andrea Zitelli racconta la lunga battaglia per la cittadinanza delle migliaia di persone nate e cresciute in Italia ([link removed]) , riassumendo il quadro della situazione, le problematiche della legge secondo esperti e associazioni, le proposte di riforma della cittadinanza attualmente all’attenzione del Parlamento, confrontando la situazione italiana con quella degli altri paesi Ue.

Infine, le parole della capitana della nazionale italiana femminile di calcio, Sara Gama, che a Propaganda Live ci ricorda che “è sempre un buon momento per parlare di diritti ([link removed]) ”.

5. 24 anni fa lo speronamento della Katër i Radës
Il 28 marzo 1997, nelle acque a largo di Otranto, avveniva il naufragio dell’imbarcazione albanese Katër i Radës, speronata dalla Marina Militare Italiana. La nave aveva bordo circa 120 persone di origine albanese, prevalentemente donne e bambini, diretti in Italia. Nel tentativo di contrastarne l’approdo sulla costa italiana, lo speronamento causò l’affondamento dell’imbarcazione con la morte di 81 persone, 27 dispersi, mentre furono solo 34 i superstiti.

Un progetto“Katër i Radës - Memorie migranti”, ideato da Ermelinda Bircaj e dall’International Theatre Institute Italia ha ricordato a Brindisi le vittime ([link removed]) .
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Come ricorda Christian Elia nel suo ultimo approfondimento per Open Migration, molto è cambiato da allora e se i giovani continuano a partire in cerca di opportunità di lavoro migliori, l’Albania ha iniziato ad attrarre anche lavoratori stranieri ([link removed]) .

6. Cosa succede in Grecia?
La chiusura del programma di accoglienza “Filoxenia” da parte del governo Mitsotakis ha fatto precipitare la già drammatica situazione dei rifugiati. Allontanati dagli alberghi in cui erano accolti, da Corinto ad Atene, non hanno alternative al dormire all’addiaccio o in alloggi di fortuna. E come racconta su l’AltraEconomia Marta Facchini, sulle isole dell’Egeo la situazione è critica ([link removed]) .

Intanto, “accompagnata dal ministro greco per la Migrazione e l’Asilo, Ylva Johansson - commissario dell'Unione europea per gli Affari interni - ha visitato i campi profughi nelle isole di Samos e Lesbo, parlato con i rifugiati e la gente del posto” e, come riporta Apostolos Staikos su Euronews, ha confermato che saranno costruiti nuovi centri per i rifugiati in cinque isole dell'Egeo ([link removed]) .

7. La favola sportiva di Francis Ngannou, campione UFC partito (come migrante) dal Camerun
Francis Ngannou, 34 anni, camerunense, è il nuovo campione dei Pesi Massimi dell’UFC, ma la sua, come spesso accade, non è soltanto una storia di sport ([link removed]) .

Ngannou è infatti tra i fortunati ad esser riuscito nell’impresa di raggiungere l’Europa ([link removed]) partendo dal Camerun.

Come racconta Daniele Manusia su Ultimo Uomo: “Ha attraversato il deserto del Sahara, ha ingoiato i propri soldi per recuperarli nelle feci. In Algeria si è finto Maliano per non essere espulso, la polizia marocchina lo ha riportato sei volte nel deserto dopo averlo arrestato. Ha provato a scavalcare le reti e il filo spinato che “proteggono” Melilla, enclave spagnola nel continente africano, ma si è ferito le mani e l’addome, e ha preferito andare al pronto soccorso sapendo che la polizia sarebbe venuto a recuperarlo, piuttosto che morire dissanguato. [...] Ha vissuto accampato nei boschi fuori Tangeri ed è diventato esperto di meteo marittimo. Ha provato ad attraversare lo stretto di Gibilterra sette volte, la prima remando con le mani.”
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Una storia che ci ricorda il dramma che affronta chi vuole raggiungere l’Europa da quelle latitudini e che ci dovrebbe far riflettere su “quanto potenziale umano condanniamo alla morte, alla schiavitù, alla povertà, per ragioni politiche ([link removed]) ”.


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