Foto via Twitter/Fabio Tonacci
Lo scorso anno 91 persone partite dalla Libia scomparivano nel Mediterraneo. Soccorsi interrotti in maniera sommaria e indifferenza delle autorità europee hanno fatto sì che di loro, non si sappia più nulla. Ancora oggi, per gli stessi motivi, centinaia di persone finiscono la loro vita da invisibili.
1. Say their names: un nome e un volto per gli invisibili del Mediterraneo
Il 9 febbraio dello scorso anno, 91 persone partivano dalla Libia a bordo di un gommone per raggiungere l’Europa, provenivano in prevalenza dalla regione del Darfur. Dopo una chiamata disperata ad Alarm Phone di loro si perdono le tracce. Come spiega Fabio Tonacci su Repubblica, si commise anche l’errore di credere che un gommone arrivato a Malta fosse quello in difficoltà e le ricerche si fermano. In realtà si trattava di altri migranti e di loro non si saprà più niente, mentre le richieste disperate dei familiari di continuare le ricerche cadranno nel vuoto.
Persone scomparse per sempre, fantasmi da un anno, perché come spiega l’associazione Alarm Phone “le statistiche ufficiali contano solo i naufragi confermati dai superstiti. In assenza di testimoni, centinaia di persone scompaiono in questi naufragi invisibili”.
Mentre in 13 città europee si è manifestato per commemorare la memoria delle vittime, grazie all’incredibile organizzazione delle famiglie in Darfur, è stata stilata una lista parziale delle persone scomparse: 62 nomi e numerose foto che danno un nome, un volto e un sorriso molti di coloro che le autorità europee hanno deciso di lasciar scomparire in mare.
2. Sanatoria fantasma: il punto di Ero Straniero
A sei mesi dalla chiusura della finestra per la regolarizzazione straordinaria del 2020 - ve ne avevamo parlato qui - delle 207.000 domande presentate, sono pochissimi i permessi di soggiorno rilasciati ed è ancora molto basso il numero delle pratiche in lavorazione.
Perché lasciare che quella misura fallisca e che gli oltre 200.000 lavoratori interessati rimangano nel limbo da cui speravano di uscire?
Alessandra Ziniti su La Repubblica dà un'anticipazione del dossier di monitoraggio a cui Ero Straniero sta lavorando, raccogliendo dati ed elaborando proposte concrete per superare tutti gli ostacoli emersi, a cominciare dai forti ritardi: al ritmo attuale di 16 al giorno, solo a Milano, ci vorranno trent’anni per portare a compimento le procedure per l’emersione dal nero.
3. Assegnato porto di Augusta alla Ocean Vikings
La nave dell'ong Sos Mediterranée Ocean Viking che, nei giorni scorsi ha soccorso 422 migranti salvati in diverse operazioni compiute al largo della Libia, è arrivata ad Augusta domenica sera dopo aver ricevuto dal Viminale l’indicazione di recarsi verso lo scalo siciliano in tempi rapidissimi grazie alla disponibilità della nave quarantena Rapsody.
"Abbiamo 422 persone a bordo. Otto sono positive al Covid (alla fine sono 46 le persone risultate positive al termine del controllo sanitario). I nostri protocolli sono scattati e i pazienti sono isolati. Ma tutti i naufraghi hanno bisogno urgente di un Porto Sicuro".
“Il problema che riguarda questi uomini e queste donne non può essere delegato solamente alla Sicilia, solamente al porto di Augusta”, ha detto il sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare rivolgendo un appello al nuovo governo.
Nelle giornate scorse, però, oltre 1500 persone sono state intercettate e respinte in Libia.
4. Parigi val bene una messa: la Lega si scopre europeista anche sui migranti?
Matteo Salvini vira su toni europeisti anche sulla questione migranti. Il leader della Lega, nel corso di un punto stampa a Milano, commentando la recente autorizzazione allo sbarco di 422 persone salvate in mare dalla nave Ocean Viking, ha infatti dichiarato: “Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea. A noi va bene che l’immigrazione in Italia sia trattata com’è trattata in Francia e in Germania. Con le stesse regole. Bisogna coinvolgere l’Europa in quello che non è un problema solo italiano.”
“Parole le sue - scrive Carlo Lania su Il Manifesto - che, nelle ore in cui Mario Draghi prova a mettere insieme i tasselli del nuovo governo, a qualcuno hanno fatto pensare ad un allineamento di Salvini alle posizioni europeiste del premier incaricato anche per quanto riguarda l’immigrazione, cavallo di battaglia sul quale finora la Lega ha costruito gran parte dei suoi consensi elettorali. Accostamento a dir poco azzardato, visto che almeno fino a ieri sera Draghi ha evitato accuratamente ogni riferimento a quanto accade nel Mediterraneo nei colloqui con le delegazioni dei partiti, preferendo lasciar cadere l’argomento nei pochi casi in cui è stato affrontato”.
Per chi volesse, Marco Procopio ricostruisce in questo articolo sul Fatto Quotidiano, le ultime posizioni avute dall’ex ministro degli interni sulla questione sbarchi.
5. Status rifugiato riconosciuto a chi scappa dalla leva in Ucraina
“Il Tribunale di Bari riconosce lo status di rifugiato ad un cittadino ucraino che, renitente alla leva, in caso di rimpatrio potrebbe essere costretto a partecipare al conflitto che sta dilaniando la regione del Donbass, macchiandosi in tal modo, del compimento di crimini di guerra. Nel caso, invece di rifiuto, subirebbe un atto di persecuzione in quanto punito con la reclusione. La decisione è rilevante in quanto fa riferimento a numerose fonti aggiornate; in particolare, al decreto firmato dal presidente ucraino n. 13/2020 che regolamenta l’esercito dei riservisti nonché la coscrizione regolare per il servizio militare e la chiamata alla leva”. Per approfondire la sentenza, l’articolo di Melting Pot a cura dell’ Avvocato Cristian Valle.
6. Usa: una task force per riunire le famiglie dei migranti separate
Svolta negli stati Uniti dove il neo eletto Presidente Biden vara una task force per riunire le famiglie di migranti separati dall'amministrazione Trump al confine con il Messico.
Ma non solo, come riporta l'Ansa, questo è solo uno degli obiettivi dei tre ordini firmati dal presidente Usa per rottamare le politiche migratorie del suo predecessore, che hanno causato "caos, crudeltà e confusione".
“La separazione di centinaia di bambini dai loro genitori immigrati era stata una delle decisioni più controverse dell'era Trump, suscitando un'ondata di indignazione internazionale”.
Gli altri due decreti puntano invece ad investire in un’immigrazione sicura, legale e ordinata nella regione centro americana e a promuovere l'integrazione e l'inclusione dei migranti facilitando il processo di naturalizzazione.
7. La Colombia regolarizza i migranti venezuelani
In Colombia, il governo regolarizza 1,7 milioni di migranti venezuelani. La svolta - racconta Daniele Mastrogiacomo su Repubblica - è stata annunciata dal presidente Iván Duque dopo l'incontro con l'Alto commissario Onu, Filippo Grandi. Una decisione che consentirà ai rifugiati del Paese vicino di accedere ai servizi sanitari, compresa la vaccinazione anti-Covid.
8. Pandemia e migrazioni
Come la pandemia ha influenzato la vita e la salute dei migranti?
Due articoli pubblicati questa settimana approfondiscono la questione. Su Linkiesta Emanuela Barbiroglio racconta come “con l’attenzione tutta rivolta verso il Covid-19, i migranti privi di documenti sono scomparsi dai discorsi dell’opinione pubblica”. Un silenzio che nasconde le difficoltà che in troppi ancora riscontrano a veder garantito il loro diritto alla salute e a vivere in condizioni degne.
Accoglienza, tensioni, lavoro. Partendo dal recente testo “Covid-19 e migrazioni: uno sguardo d’insieme” di Lorenzo Prencipe, Marco Omizzolo analizza in questo articolo i principali problemi con cui i migranti sono costretti a confrontarsi.
9. Il viaggio infinito dei minori migranti
“Persone, non migranti. È così che vogliono essere chiamati quanti cercano di attraversare il confine. Perché dietro ai numeri raccolti dalle associazioni per cercare di inquadrare il fenomeno, si celano innanzitutto storie di uomini, donne e bambini che hanno imparato ad abitare il cammino. «Non siamo vittime, né poveracci » dicono in farsi ai ricercatori di On Borders che da nove mesi raccolgono le loro testimonianze nei rifugi di Oulx”. Su La Stampa Federico Allasia racconta la traversata dei minori, un viaggio che può durare anche sei anni.
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