Temperature che di notte possono scendere anche sotto i 20 gradi, standard umanitari minimi non rispettati, niente acqua calda né bagni. Mentre in Bosnia brucia un altro campo per migranti la situazione a Lipa è lontana dall’essere risolta (o affrontata).
1. Aggiornamenti da Lipa: la situazione sta precipitando
Il 23 dicembre è andato in fiamme il campo profughi di Lipa, vicino al confine croato, dove vivevano 1500 migranti. Oggi dormono tutti in ripari di fortuna e la loro sopravvivenza è lasciata agli sforzi di attivisti, cooperanti o volontari. Lo racconta Linda Caglioni in questo interessante reportage sul Fatto Quotidiano, che ricorda anche come lo scorso 8 gennaio un altro campo sia bruciato a Blažuj, nella Bosnia occidentale. Senza conseguenze gravi, ma ancora senza una risposta politica all’emergenza.
Ma cosa significa vivere da migrante senza rifugio a Lipa?
“La situazione è peggiorata notevolmente nell’ultima settimana per via dell’arrivo della neve e delle temperature rigide, che di notte possono scendere anche a -20 °C” scrive la rubrica Konrad de Il Post.
“Il campo è un posto invivibile, che non rispetta nemmeno gli standard umanitari minimi” dichiara invece al New York Times Nicola Bay, responsabile del Consiglio danese per i rifugiati.
“Non c’è acqua, fa molto freddo ed è tutto molto sporco”. “Ci facciamo la doccia con l’acqua gelata. E se a qualcuno di noi capita di stare poco bene, riceviamo solo un antidolorifico dal dottore del campo. Non abbiamo neanche i bagni. Non so cosa dire. Se non che questo è l’inferno”, racconta invece chi a Lipa è costretto a viverci.
Intanto, il premier bosniaco Zoran Tegeltija ha dichiarato in un'intervista che la Bosnia-Erzegovina non può riuscire a gestire la crisi migratoria da sola, chiedendo il sostegno dell'Ue
2. Riammissioni in Slovenia: per Lamorgese l’Italia tutela i più vulnerabili (ma scorda i respingimenti a catena)
Nel rispondere a un’interrogazione del deputato di Leu, Erasmo Palazzotto, la ministra dell’Interno Lamorgese interviene nel question time alla Camera fornendo anche alcuni dati relativi alle riammissioni dall’Italia alla Slovenia: 1567 le persone rintracciate nel 2018, 3.568 nel 2019, 4.120 nel 2020. “Croazia e Slovenia sono paesi sicuri” per Lamorgese, che però non menziona i respingimenti a catena che finiscono con il riportare i migranti al gelo della Bosnia.
“L’accordo bilaterale con la Slovenia, sottoscritto nel 1996 ha consentito nel 2020 di procedere alla riammissione degli stranieri rintracciati all’atto dell’attraversamento del confine - spiega la ministra nella ricostruzione di Eleonora Camilli su Redattore Sociale-. Nell’anno appena concluso sono state effettuate verso la Slovenia 301 riammissioni dalla provincia di Gorizia e 1000 dalla provincia di Trieste. Lamorgese ha sottolineato, inoltre, che l’accordo con la Slovenia, opera parallelamente al Regolamento di Dublino limitandosi a disciplinare le forme di collaborazione italo-slovena solo per quei casi di riammissione informale dei migranti rintracciati immediatamente a ridosso della linea confinaria, secondo presupposti spaziali e temporali indicati dall’accordo stesso. Desidero evidenziare che le procedure di riammissione tutelano le categorie di stranieri vulnerabili o più esposti ad eventuale pericolo, non sono quindi applicabili a particolari soggetti cioè ai migranti a cui sia stata riconosciuta qualsiasi forma di protezione internazionale, ai minori, alle persone che presentano malattie e agli stranieri registrati al sistema Eurodac”.
3. L’Italia apre ai migranti climatici?
“La novità è contenuta nei decreti sicurezza approvati il 18 dicembre scorso. E riguarda un esercito di essere umani in fuga da catastrofi naturali, dalla perdita di territorio dovuta all’innalzamento del livello del mare, da siccità e desertificazione, da conflitti per l’accaparramento delle risorse idriche o energetiche”. Scrive Francesca Santolini su Repubblica
Come ci avevano spiegato Diego Andreucci e Andrea Oleandri in questo articolo, secondo la Banca Mondiale, entro il 2050, fino a 143 milioni di persone che attualmente vivono nei paesi dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale e dell’America Latina, potrebbero muoversi forzatamente.
4. Covid e fenomeni migratori: quali scenari?
Quali potrebbero essere le conseguenze della pandemia sui fenomeni migratori, in particolare dall’Africa? E quali ricadute potrebbe avere sui Paesi d’origine e su quelli d’approdo il forte rallentamento dei flussi provocato dalle misure internazionali di contrasto alla diffusione del Covid-19? Per cercare di allargare lo sguardo sul fenomeno nel suo complesso e analizzare gli scenari che si possono delineare a causa della pandemia, la rivista Left lo chiesto a Massimo Livi Bacci, professore emerito di Demografia all’Università di Firenze.
5. In Val Susa tra migranti e confini in cammino
In Val di Susa dal 2015 è in corso un cambio di rotta: il turismo non è quasi più bianco e privilegiato - scrivono le ragazze e i ragazzi di Scomodo.
Con loro ripercorriamo i sentieri tra Bardonecchia, Oulx e Claviere, in un paesaggio dove tutto - natura, strutture, e persino la frontiera - è in continuo divenire e incontriamo singoli, associazioni e ong che si prendono cura dei migranti.
6. Una nuova carovana migrante sta attraversando il Centro America diretta verso gli Usa
Il Guatemala ferma con la forza una nuova carovana di migranti diretti in Messico. L'esercito e la polizia si sono contrapposti a migliaia di honduregni che cercavano di raggiungere gli Stati Uniti, mentre il governo messicano di López Obrador raddoppiava i militari al confine.
Come scrive Francesco Manetto su El Pais, domenica le forze armate del Paese centroamericano hanno trattenuto con la forza, con gas lacrimogeni e cariche, i migranti che si dirigevano verso il Messico e cercavano di raggiungere gli Stati Uniti nella speranza che l'amministrazione di Joe Biden - che entrerà in carica mercoledì - potesse cambiare politiche di accoglienza. Venerdì, un gruppo di circa 3.500 persone aveva lasciato la città di San Pedro Sula, dove gli uragani Eta e Iota hanno avuto effetti devastanti. Con il passare delle ore, a questi si sono state aggiunte altre colonne di uomini fino a raggiungere circa le 9 mila unità, secondo le stime delle autorità.
Come se non bastasse, in Messico, a causa del programma Stay in Mexico fortemente voluto dal Presidente Trump, oltre 100mila persone premono al confine con gli Usa e si contano ancora casi di minori in carcere perché migranti. Vittoria Romanello lo racconta su Repubblica.
Intanto, Biden si dice pronto a regolarizzare 11 milioni di persone negli Stati Uniti.
7. Manica, ancora nuovi tentativi di raggiungere il Regno Unito
Oltre 60 persone sono state bloccate dalle forze di polizia francesi e britanniche lo scorso fine settimana, nel tentativo di attraversare la Manica. Per il ministro dell'immigrazione britannico Chris Philip, i tentativi di attraversare la Manica in piccole imbarcazioni restano traversate illegali e i migranti "dovrebbero chiedere asilo nel primo paese sicuro che raggiungono". Nell'ultima settimana, le autorità britanniche e francesi avrebbero impedito a 134 migranti di effettuare la traversata dalla costa francese al Regno Unito.
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