Una domanda al ministro Provenzano Praticamente nessuna politica in Italia è corredata da strumenti di valutazione
Alcuni giorni fa, il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Peppe Provenzano, ha annunciato su twitter che "La Strategia Aree interne passa dalla fase di sperimentazione a vera e propria politica strutturale. Nel 2019 erano 41 le aree, oggi 71: oltre 1 mld di interventi su scuola, salute, mobilità, digitale. Ora al via la selezione di 2 nuove aree per Regione". La strategia prevede una molteplicità di interventi a favore dei luoghi marginali, con uno stanziamento complessivo pari a 1,142 miliardi di euro.
Ecco: questi fatti mostrano che c'è un enorme problema nella comunicazione politica e istituzionale. Che senso ha parlare di "sperimentazione", se poi si procede imperterriti senza neppure tentare di imparare dall'esperienza? O "sperimentazione" è solo un termine utilizzato per dire che i soldi non bastano per soddisfare tutti gli appetiti e, allora, qualcuno dovrà rassegnarsi e restare a bocca asciutta? Il Ministro Provenzano, prima di fare il politico, era uno studioso, e in teoria dovrebbe essere sensibile a questi temi. Invece, ha dimostrato di essere particolarmente sordo alle richieste di chiarimenti. Per questa ragione, l'Istituto Bruno Leoni ha deciso di fargli omaggio di una copia di "Morire di auti", il libro in cui Antonio Accetturo e Guido de Blasio fanno il punto sulla valutazione delle politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e spiegano come si conduce una seria campagna di policy evaluation.
Non siamo ingenui: praticamente nessuna politica in Italia è corredata da strumenti di valutazione, men che meno in un momento come questo. Ma allora, perché parlare di "sperimentazione"? Perché scimmiottare un linguaggio che lascia intendere un impegno serio e un cambio di passo, quando poi non si fa altro che replicare le vecchie prassi? Ministro Provenzano, anche a Natale è importante tenere a mente un importante precetto: le parole sono importanti.
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