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La violenza di una politica che sceglie di non intervenire

Foto via InfoMigrants

Le settimane passate verranno ricordate tra quelle più drammatiche. Una responsabilità che in troppi fingono di non vedere.

1. Una strage alle porte d’Europa
“I giorni scorsi sono stati molto duri per noi. La nostra piccola rete ha faticato a mantenere la linea attiva  24 ore su 24, 7 giorni su 7, a sostegno di centinaia di persone in difficoltà che cercavano di raggiungere l'Italia, la Grecia o la Spagna. Spesso siamo rimasti in contatto con persone in difficoltà per decine di ore o per giorni interi. Parlare con le persone in mare non è facile. Le chiamate si interrompono regolarmente, il panico a bordo e i forti venti rendono spesso impossibile capire la persona all'altro capo del telefono. Spesso non possiamo rassicurare le persone sul fatto che i soccorsi arriveranno presto, perché le autorità non rispondono. Invece di rassicurarli, dobbiamo chiedere loro di leggere numeri difficili, ancora e ancora: le coordinate GPS che inviamo a tutte le autorità quando chiediamo il soccorso. Spesso invano”. Dopo una delle settimane più dure in termini di vite umane perse in mare, Deanna Dadusc Deanna e Maurice Stierl hanno intervistato per Aljazeera i volontari di Alarm Phone. Una lettura consigliata per riflettere su come il Mediterrano non nasconda solo centinaia di cadaveri, ma anche la violenza delle autorità europee che hanno scelto di lasciarli annegare.

Non solo Mediterraneo, non solo mare, dall’Africa ai Balcani a seconda delle aree geografiche le violazioni dei diritti dei migranti hanno sfaccettature diverse ma un obiettivo comune: respingere e imprigionare. Fulvio Vassallo Paleologo e Flore Murard-Yovanovitch sul Manifesto.

2. Canarie: continuano gli arrivi da Marocco e Senegal
Continuano gli sbarchi  di migranti nell’arcipelago delle Isole Canarie. Dall’inizio dell’anno quasi 17.000 persone hanno trovato riparo in una struttura temporanea nel porto di Arguineguin, sull'isola di Gran Canaria, una struttura progettata per ospitare 400 persone.

Intanto come ricostruisce Infomigrants, il ministro degli Esteri spagnolo si è incontrato domenica con la sua controparte in Senegal e con il presidente del paese per discutere misure di contrasto all'immigrazione clandestina. Secondo l'agenzia di stampa Reuters, la Spagna ha promesso di aumentare la sua presenza di polizia in Senegal e di inviare ulteriori navi pattuglia e un aereo per sostenere le forze spagnole esistenti. 

3. Soumalia Sacko: concessi i domiciliari all’assasino del sindacalista
La scorsa settimana vi avevamo raccontato la condanna a 22 anni di carcere inflitta all'assassino di Soumalia Sacko. Ora il colpo di scena, per i giudici di sorveglianza l’uomo potrà stare a casa: "Non può inquinare le prove, basta il braccialetto elettronico”.

“L’hanno ucciso due volte”, commentano gli amici del sindacalista ucciso: “come si fa a deliberare nel merito sei giorni dopo una condanna a 22 anni di galera? I giudici del Riesame di Catanzaro vivono forse in un mondo separato e non hanno saputo che il processo per un omicidio barbaro è arrivato a sentenza?

4. Cpr e Navi quarantena: aumentano le presenze
Sono 2.448 le persone attualmente in isolamento precauzionale a bordo delle cinque navi per la quarantena attualmente in funzione e tra queste 197 sono risultati positivi al contagio. Lo rende noto il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, nel consueto aggiornamento. Erano 2212 lo scorso 12 novembre.

Si registra anche un aumento generalizzato delle presenze nei Centri di permanenza per i rimpatri: oggi le persone trattenute nei Cpr sono 455 (erano 348 la settimana scorsa). La capienza complessiva è però leggermente aumentata e i posti sono 608.

5. In Francia fanno discutere le immagini delle violenze ai danni dei migranti durante uno sgombero
Lunedì notte la polizia francese ha sgomberato un accampamento di fortuna apparso a Place de la Republique nel centro di Parigi. Secondo Utopia 56 - associazione che si occupa di assistere i migranti - uomini e donne si sarebbero trovati senza un tetto dopo che un'altra sistemazione informale, vicino allo stadio Stade de France, era stata sgomberato la scorsa settimana. 
Gli agenti di polizia intervenuti nello sgombero sono stati filmati mentre gettavano via le tende, strappandole vie dalle mani dei migranti o trascinando le persone a terra.

Immagini scioccanti per il Ministro dell’Interno Gérald Darmanin che ha ordinato un'indagine interna su quanto accaduto. (Nota a margine una legge sostenuta dallo stesso Darmanin rende nei fatti difficili diffondere video che raffigurano le forze dell’ordine).

6. In Etiopia crescono i timori il conflitto in Tigray possa intensificarsi
Documenti riservati dell’Onu rivelano che nonostante dalla capitale etiope si parli di successo, l'esercito federale  deve affrontare una forte resistenza e la stabilità regionale è a rischio. Il Guardian ha intervistato gli operatori sul campo e conferma le preoccupazioni internazionali sul fatto che il conflitto, durato finora due settimane, possa diventare una lunga e brutale battaglia, destabilizzando una delle regioni più fragili dell'Africa.

Intanto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha chiesto l'apertura di "corridoi umanitari".

7. L’ultimo oltraggio al barcone della strage: è a rischio demolizione
Ve ne avevamo parlato in questa web review: “ Dopo quasi tre anni ha lasciato il porto di Augusta il relitto del barcone che, partito incredibilmente stracarico dalla Libia, si rovesciò nel Canale di Sicilia causando la morte di circa 800 migranti il 18 aprile del 2015. Ribattezzato “Barca Nostra” sarà esposto a Venezia dall’artista svizzero Christoph Büchel come simbolo del fenomeno delle migrazioni.

A distanza di più di un anno, nessuno ha rimosso il relitto del naufragio rimasto a Venezia prigioniero oggi di una serie di cause legali, che rischiano di condannarlo alla demolizione i: “l’ultimo oltraggio alla memoria della moltitudine che ha trovato la morte in quella stiva” come scrive Gianluca Di Feo su Repubblica.

8. In che modo la narrazione dei media sulle migrazioni influenzano la diversità in Italia?
Quando si parla di come i media italiani coprono la migrazione e la diversità, è chiaro che ci sono diversi problemi legati alle buone pratiche. I media del Paese hanno ancora molta strada da fare, scrive Angelo Boccato in questa interessante riflessione.

 

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