Sono stati il fiore all’occhiello dell’era Salvini, dopo mesi di annunci e inversioni di marcia i due decreti sicurezza legati al nome dell’ex ministro leghista sono stati finalmente modificati.
1. Dopo la quarantena sulla nave “Allegra” muore ragazzo di 15 anni
È morto in ospedale Abou, ragazzo di 15 anni, originario della Costa D’avorio, che nei giorni scorsi era sbarcato dalla nave-quarantena Allegra. La sua tutrice, Alessandra Puccio, ha spiegato che il ragazzo - minore non accompagnato - era stato costretto a trascorrere i 15 giorni di isolamento necessari a causa dell'emergenza coronavirus a bordo della nave, nonostante fosse "in stato di salute molto grave" allo sbarco e il suo corpo presentasse segni di tortura.
"Il suo corpo è martoriato da segni di tortura. Il viaggio non è stato facile", aveva ancora detto la tutrice, avvertendo del fatto che il giovane migrante mostrasse "segni di denutrizione e disidratazione".
Secondo quanto ricostruito da Salvo Palazzolo per Repubblica, il ragazzo non parlava più al momento del trasferimento sulla nave quarantena insieme ai compagni soccorsi dalla Open Arms, era il 18 settembre. Trasferito d’urgenza in ospedale a Palermo il 29, la tutrice aveva commentato: "Mi auguro che ce la faccia, ma non posso non pensare a quei 15 giorni in cui in quarantena non ha ricevuto cure".
2. Modificati i Decreti Salvini
Dopo 13 mesi di discussioni più o meno accese e rinvii, il Consiglio dei Ministri di ieri sera ha varato a un nuovo decreto con le modifiche ai due precedenti "decreti sicurezza" fortemente voluti dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Cosa Cambia?
“Scompare la parola 'sicurezza', si parla di 'immigrazione e protezione internazionale'. Torna l’umanitaria, che si chiamerà “protezione speciale”, si ripensa l’accoglienza in chiave più inclusiva, si passa da quattro a tre anni per le pratiche di cittadinanza e non ci sono più le maximulte per le ong, che avranno un importo più basso e necessiteranno dell’intervento di un giudice per l’applicazione. [...] Il nuovo decreto si chiamerà 'Disposizioni in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, nonché in materia di diritto penale'.” Su Redattore Sociale Eleonora Camilli spiega nel dettaglio tutte le novità previste nel nuovo testo.
Modifiche più o meno incisive?
Riprendendo le parole di Francesco Cancellato su Fanpage le modifiche ai decreti sicurezza non scardinano l’idea di gestione dell’immigrazione alla base degli stessi.
3. Riforma della Cittadinanza
Tra i temi toccati dalla riforma dei decreti anche quello della cittadinanza.
Sono ridotti i termini obbligatori per il riconoscimento della cittadinanza italiana. Questi non saranno più di 48 ma di 36 mesi, ricorda Annalisa Girardi su Fanpage.
Come scrive sulla sua pagina Facebook il movimento di Italiani Senza cittadinanza: “Prima dei Decreti Sicurezza la durata massima delle nostre pratiche di Cittadinanza per legge era di due anni. Che da ieri sera, dopo il Consiglio dei ministri, potrebbero diventare tre anni. A viverlo direttamente sulla pelle non ci sembra un miglioramento da festeggiare perché chi legifera sulle nostre esistenze di ItalianiSenzaCittadinanza può e deve fare molto di più. Anche perché già aspettiamo tantissimi anni e continuiamo a dover dimostrare requisiti molto difficili per dei giovani italiani, come anni di reddito sufficiente. E se poi la richiesta ci viene bocciata, anche solo per un buco di residenza di qualche giorno quando eravamo ancora bambini o adolescenti, dobbiamo ricominciare da capo con la difficilissima e costosa raccolta di tutti i documenti necessari dal Paese di origine, anni di reddito e residenza ferrea. Ad ogni rifiuto ci ritroveremo così a dover aspettare altri tre anni”.
Ad oggi, come ricorda su Jacobin Italia Enrico Gargiulo, quella con cui si ottiene la cittadinanza nel nostro paese resta una logica opaca, dove criteri di reddito, "merito" ed eredità contano molto di più della presenza materiale nel territorio italiano.
4. Sabato scorso il settimo anniversario della strage “del 3 ottobre”
Sono passati sette anni dalla più grande tragedia del Mediterraneo che ha visto la morte di 368 persone a causa del naufragio di un’imbarcazione partita dalla Libia, era il 3 ottobre 2013.
Molte le iniziative sull’isola. Cinquanta studenti arrivati da tutta Italia hanno lanciato fiori in mare insieme ad alcuni sopravvissuti. Una cerimonia toccante avvenuta davanti alla Porta d’Europa, l’opera di Mimmo Paladino, voluta per lasciare una traccia dei migranti deceduti in mare. Un’iniziativa, racconta Alex Corlazzoli, ideata dal “Comitato 3 ottobre” e fortemente appoggiata dal Ministero dell’istruzione.
Una data importante per ricordare anche come però in mare si continui a morire.
Unhcr e Oim ricordano come il naufragio, "provocò dolore e indignazione, e mobilitò una risposta di ricerca e soccorso in mare senza precedenti che nel corso degli anni si è però nettamente indebolita. Dal 3 ottobre 2013 hanno perso la vita nel Mediterraneo oltre 20 mila persone. Non possiamo accettare che donne, bambini e uomini in fuga dalla violenza continuino a perdere la vita in mare per una carenza di mezzi di soccorso".
Anche l'Alto Commissario per i Diritti Umani Michelle Bachelet ha parlato di un «fallimento del sistema di governance della migrazione, che non mette al centro i diritti di migranti e rifugiati», chiedendo un’azione urgente contro il dramma del Mediterraneo.
5. Ricordare perché e da cosa scappavano
La quasi totalità delle vittime era originaria dell’Eritrea. Da cosa fuggiva? Con Nancy Porsia avevamo raccontato il paese all’indomani della storica pace con l’Etiopia.
6. Il 3 ottobre c’è stata anche l’udienza preliminare del processo Gregoretti
Lo scorso 3 ottobre si è svolta a Catania l’udienza preliminare del processo Gregoretti che vede come imputato per sequestro di persona l'ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Nel Luglio del 2019 - in piena fase “porti chiusi” - la nave della Marina militare Gregoretti, con 131 persone a bordo, rimase per giorni a largo della Sicilia.
Il Gup ha deciso di rinviare l’udienza preliminare al prossimo 20 novembre quando saranno sentiti anche l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex ministro dei trasporti Danilo Toninelli e l’ex vicepremier, oggi ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Il 4 dicembre sarà poi la volta dell’attuale ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.
7. Un aereo per portare in Olanda uomini, donne e bambini intrappolati a Lesbo
Semplici cittadini e attivisti, ci sono loro le dietro l’iniziativa olandese We Gaan Ze Halen, "Portiamoli qui", capace di noleggiare un aereo per iniziare a trasportare i rifugiati da Lesbo al loro paese.
L’iniziativa nasce come risposta all'incendio del campo Moria. “Oltre ai soccorsi medici d'emergenza, basta una sola cosa: un ponte aereo da Lesbo verso paesi sicuri in Europa. Quindi è da qui che si comincia. Più grande il sostegno, più grande sarà l'aereo olandese", si legge sul sito dell’organizzazione.
Dal 2016 We Gaan Ze Halen conduce una campagna per chiedere al governo olandese l'attuazione degli accordi europei per il trasferimento dei rifugiati dalla Grecia e dall’Italia.
8. Caprera, la nave che ha fermato 7 mila migranti mentre contrabbandava tonnellate di sigarette
Avete mai sentito parlare della nave militare Caprera?
“Nel luglio del 2018, al momento del suo ritorno alla base in Sud Italia, la Caprera, una piccola nave da guerra italiana grigia, aveva contribuito a intercettare, al largo delle coste libiche, più di 80 imbarcazioni che trasportavano migranti, impedendo a più di 7.000 persone di raggiungere l’Europa”. Come ci raccontano Patrick Kingsley e Sara Creta sul New York Times, tali meriti gli erano valsi l’attenzione dell’allora ministro Salvini che aveva lodato la nave per “aver difeso la nostra sicurezza”, tributandogli “Onore!” sui social.
Mentre “difendeva la nostra sicurezza” però la Caprera stessa era impegnata nel traffico di merce di contrabbando verso l'Europa: la Guardia di Finanza italiana ha trovato circa 700.000 sigarette di contrabbando portate a bordo mentre la nave si trovava ormeggiata nel porto di Tripoli, nell’ambito di una missione della Marina Militare italiana contro il traffico di essere umani. L’intera inchiesta è stata tradotta da Mediterranea Saving Humans.
9. Nei primi sei mesi dell’anno 15 milioni di sfollati interni
Milioni di persone sono state sradicate dalle loro case a causa di conflitti, violenza e disastri ambientali nei primi sei mesi del 2020. Sono i dati di un rapporto dell'Osservatorio svizzero degli sfollati interni (IDMC), che da gennaio a giugno ha registrato quasi 15 milioni di nuovi sfollamenti in oltre 120 Paesi.
Cicloni, inondazioni, incendi e infestazioni di locuste sono la causa principale degli spostamenti, ovvero della partenza di 9,8 milioni di persone.
Conflitti e violenze, invece, sono la causa principale degli sfollamenti, in paesi come Siria, Repubblica Democratica del Congo e Burkina Faso, che secondo l'IDMC hanno visto oltre 4,8 milioni di trasferimenti interni.
Altri milioni di persone saranno probabilmente costrette a lasciare le loro case nei prossimi mesi a causa del clima estremo e della violenza in corso, avverte il rapporto. Ne parla Christian Elia su Snapshot from the Borders.
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