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Settembre mese terribile per le morti in mare

Foto via Twitter/OIM

Navi ong ferme, accordi con la c.d. Guardia costiera libica, operazioni di soccorso assenti. Tanti i fattori dietro un mese record per le morti in mare.

1. Morti in mare: solo a settembre oltre 200 vittime
Settembre verrà ricordato come “mese horribilis” per le morti in mare. A documentare la strage senza fine le organizzazioni che effettuano soccorsi in mare, tra tutte Alarm Phone che ha elencato almeno 6 naufragi con morti e dispersi e nessun intervento di soccorso.

Una strage per la quale il nostro paese non può continuare ad autoassolversi.

2. Intanto in Libia “abusi di Stato” contro i migranti. 
Violenze, rapimenti, torture, stupri, estorsioni, riduzione in schiavitù. L’elenco delle violenze ai danni dei migranti in Libia provate dall’ultimo rapporto di Amnesty International - “Tra la vita e la morte” è di quelli che mette i brividi. 

Il rapporto pubblicato all’indomani dell'annuncio da parte della Commissione Europea del "Nuovo Patto per la migrazione e l'asilo" può contare sulle testimonianze di uomini e donne che hanno subito l'inferno dei centri di detenzione.

Alla galleria degli orrori raccontati a più riprese dai rifugiati e dai migranti in Libia, “si aggiungono sviluppi inquietanti - commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty in Italia a Nello Scavo di Avvenire -, come il trasferimento in strutture di detenzione non ufficiali delle persone intercettate in mare.” Di fronte a tutto questo, “il nuovo Patto Ue su migrazione e asilo e il memorandum d’intesa Italia-Libia esemplificano esattamente tutto ciò che non andrebbe fatto in termini di cooperazione con la Libia”.

3. L’Italia ferma le Ong che soccorrono in mare
“I loro profili non hanno alcuna attinenza con la tipologia di servizio svolto dalla Mare Jonio".

Questa la paradossale motivazione - scrive Alessandra Ziniti su Repubblica - dietro il documento firmato dal comandante della Capitaneria di porto di Pozzallo, Donato Zito, e notificato questa notificato al comandante della Mediterranea Saving Humans con il quale viene vietato di salire a bordo ai tecnici del soccorso indispensabili per svolgere in sicurezza le operazioni di eventuale salvataggio in mare dei migranti.

Con la Mare Jonio ferma, si blocca anche l’ultima nave che prestava soccorso in mare. Per il comandante Gregorio de Falco, senatore del gruppo misto: “la verità è che c’è una persecuzione amministrativa contro alcune organizzazioni che operano in mare con grande dignità”.

4. La Alan Kurdi sbarca ad Olbia
Dopo quasi una settimana in mare, l'attesa per i 125 migranti rimasti a bordo della Alan Kurdi è finita. In serata dello scorso giovedì, il ministero degli Interni Lamorgese ha dato indicazioni affinché la nave approdasse nel porto di Olbia in Sardegna

L'Alan Kurdi, gestita dall'organizzazione umanitaria Sea-Eye, aveva soccorso durante il weekend precedente 133 migranti provenienti da tre diverse imbarcazioni in difficoltà  al largo della costa libica. Otto persone erano state già evacuate dalla guardia costiera italiana per ragioni mediche pochi giorni dopo il salvataggio.

Momenti di tensione con le forze dell’ordine si sono registrati quando alcuni consiglieri e un deputato leghista, nonostante il divieto, hanno tentato di raggiungere il porto per protestare contro lo sbarco. Nelle immagini girate dagli operatori di Unione Sarda, però, anche tanta solidarietà da parte degli abitanti.

5. A Lesbo le condizioni dei migranti sono “peggio di quelle di Moria”
Il più grande campo profughi d'Europa, quello di Moria sull'isola di Lesbo, è stato raso al suolo da un incendio divampato il 9 settembre scorso (noi ve ne avevamo parlato intervistando sia chi lì ci vive, sia chi ci lavora come medico).

Mentre il governo greco si è rapidamente mosso per creare un altro campo, i leader dell'UE hanno espresso la loro solidarietà e hanno mostrato segni di volontà per trovare una soluzione praticabile, ma le condizioni dei migranti nel nuovo sito restano terribili.

Intanto, mentre continuano i respingimenti di migranti - come documentato da Peter Yeung per il Guardian - il Governo greco accusa i volontari stranieri: spionaggio e favoreggiamento dell’immigrazione le accuse contro 35 lavoratori stranieri.

6. Bus Quarantena: dopo 20 giorni trasferiti i migranti di Udine
“I pullman nel parco Sant’Osvaldo, a Udine, sono vuoti da imercoledì scorso. I migranti saranno accolti nelle tende della Croce Rossa allestite nell’ex caserma Friuli e lì verranno effettuati i tamponi. Inoltre entro tre o quattro settimane, saranno istituite presso l’ex caserma Cavarzerani nuove strutture per la quarantena. Finisce così dopo più di 20 giorni la discussa situazione dei bus quarantena nella città friulana. Dopo la lettera inviata il 14 settembre da Ospiti in Arrivo, GrIS e altre associazioni del territorio, insieme ad Action Aid, Asgi e Intersos, e all’incontro che ne è seguito con il Capo Dipartimento Libertà Civili del ministero dell’Interno, il Prefetto di Udine e la Protezione Civile, i migranti sono stati tutti trasferiti”. Eleonora Camilli per Redattore Sociale.

7. I ragazzi di "Italiani senza cittadinanza" scrivono a Lamorgese
“Se un calciatore straniero può o 'deve' diventare cittadino in due settimane, perché degli italiani di fatto devono aspettare quattro anni?”, a seguito del caso che ha coinvolto il calciatore uruguaiano il movimento degli Italiani senza cittadinanza scrive al ministro dell'Interno, “a nome di un milione di giovani senza diritti”.

Accorciare i tempi della cittadinanza, voto, diritti, le richieste nella lettera.

8. Centinaia di persone bloccate prima di lasciare l’Algeria
Le autorità algerine riferiscono di aver impedito a 755 persone prive della regolare documentazione di lasciare il paese e di raggiungere l'Europa tra il 20 e il 25 settembre.

A fornire la cifra, il ministero della Difesa che ha inoltre desposto come i tentativi di partenze abbiano interessato tutta la costa settentrionale del paese.

Il 24 settembre scorso era stato il ministro degli Interni italiano Luciana Lamorgese, invece, a  dichiarare  - nel corso di un'audizione in commissione parlamentare sull'attuazione dell'Accordo di Schengen - che l'anno in corso è stato caratterizzato da un aumento degli arrivi dall'Algeria: dal 1° gennaio al 23 settembre sono arrivati in Italia circa 1.052 cittadini algerini rispetto ai 600 dell'anno precedente.

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