Talebani ed esponenti del governo di Kabul si parlano, in modo diretto e formale e si dichiarano pronti a negoziare, a trovare un compromesso politico, una soluzione che passi per la diplomazia e non per le armi. È la prima volta che accade dall’inizio dell’ultima fase del conflitto, innescata nel 2001 dal rovesciamento dell’Emirato islamico, il governo dei Talebani di mullah Omar, finiti sotto i cacciabombardieri americani, risorti negli anni successivi a causa della corruzione del governo di Kabul, degli errori e delle ipocrisie della comunità internazionale e grazie a una rete di complicità e finanziamenti regionali. E oggi pronti a tornare al potere, anche se condiviso con altri, non più esclusivo come ai tempi dell’Emirato.
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