From Open Migration <[email protected]>
Subject Un visto d’ingresso per presentare domanda d’asilo
Date September 1, 2020 2:54 PM
  Links have been removed from this email. Learn more in the FAQ.
  Links have been removed from this email. Learn more in the FAQ.
Il Tribunale di Roma concede a 5 cittadini eritrei - respinti illegalmente in Libia nel 2009 - di entrare in Italia per presentare domanda d’asilo. 

La web-review settimanale
in anteprima per gli iscritti alla newsletter!
View this email in your browser ([link removed])
Un visto d’ingresso per presentare domanda d’asilo

Foto via M.V. Louise Michel ([link removed])
Con una storica sentenza, il Tribunale di Roma concede a 5 cittadini eritrei di atterrare a Fiumicino allo scopo di presentare domanda d’asilo. I 5 erano stati respinti illegalmente in Libia nel 2009 dalla marina militare italiana.

1. Sentenza storica: 5 eritrei respinti in Libia ottengono il visto per entrare in Italia
“Il 30 Agosto 2020 è uno storico giorno per il diritto di asilo in Italia: con un visto d’ingresso oggi, in sicurezza, sono entrate in Italia 5 persone in cerca di protezione, applicando le leggi. Nel 2009, le nostre autorità le avevano respinte in Libia”.
[link removed]

Il 20 giugno 2009 erano stati riportati in Libia dalla nave della marina militare Orione. Dopo oltre 10 anni 5 cittadini eritrei sono atterrati a Fiumicino su ordine del giudice del tribunale civile di Roma, con in tasca una sentenza storica ([link removed]) .

Il Tribunale di Roma aveva infatti riconosciuto lo scorso novembre il diritto a fare ingresso sul territorio mediante il rilascio di un visto con lo scopo di accedere alla domanda di protezione internazionale ([link removed]) .

“Abbiamo ripreso fiducia nella giustizia” ha detto uno dei richiedenti asilo, “ora possiamo ottenere la protezione di cui abbiamo bisogno”. Ad accogliere i cinque eritrei, racconta Eleonora Camilli, Amnesty International Italia e Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), le due organizzazioni che hanno curato il ricorso. La sentenza per il cosiddetto "caso Osman" - sottolineano- ripristina la legalità del diritto di asilo sancito dall’articolo 10 della Costituzione ([link removed]) .

2. Almeno quattro migranti sono morti dopo che la loro nave è esplosa a Crotone
Sono almeno quattro i migranti morti e altri cinque quelli rimasti feriti domenica scorsa quando, a seguito di un incendio, la barca sulla quale si trovavano nei pressi della costa di Crotone è esplosa ([link removed]) .

“Per motivi ancora da accertare - scrive Alessia Candito ([link removed]) - attorno a mezzogiorno un’esplosione ha distrutto il barcone dei migranti, approdato questa mattina a Sellia Marina, che la Guardia di Finanza stava rimorchiando verso il porto di Crotone.Tre morti, due uomini e una donna, e un disperso è al momento il bilancio, cinque i feriti che hanno riportato ustioni più o meno gravi”. Ustionati anche due uomini della Guardia di Finanza, che stava trainando l'imbarcazione.
[link removed]

3. A Palermo i migranti a bordo della Sea Watch
Per loro avevano chiesto un pronto intervento anche Unhcr e Oim ([link removed]) .

Ora, a 11 giorni dal primo soccorso, le 353 persone a bordo della nave Sea Watch 4 potranno finalmente sbarcare a Palermo ([link removed]) . La loro odissea in mare non è però terminata, dovranno infatti osservare il periodo di quarantena a bordo di una nave speciale.

Intanto, mentre i 353 sopravvissuti della SeaWatch4 saranno trasferiti su una nave quarantena a Palermo, i 27 naufraghi salvati 27 giorni fa dalla nave Etienne aspettano ancora. “Fornire un porto sicuro è obbligo di legge marittima” denuncia Sos Mediteranée ([link removed]) .

[link removed]

4. Louise Michel: nel Mediterraneo c’è una nuova nave per il soccorso
Porta il nome di una pasionaria anarchica francese ed è stata fondata dall’artista Banksy. È la nave di soccorso Louise Michel, da pochi giorni in mare e già protagonista nel Mediterraneo - ha contribuito a salvare 89 persone successivamente trasferite sulla Sea Watch ([link removed]) .

Come riporta Fanpage, l’impronta dell’artista è evidente ([link removed]) : “su un lato dell’imbarcazione la firma dello stesso Banksy con un dipinto che ritrae una bambina con un giubbotto di salvataggio che si aggrappa a un salvagente a forma di cuore”.

5. Germania: sono passati 5 anni dal “ce la faremo” di Angela Merkel
Sono passati cinque anni da quando - in piena crisi dei rifugiati - il primo ministro tedesco pronunciò una delle frasi più celebri della stagione politica contemporanea: "Wir schaffen das", ce la faremo. Nel 2015 quasi mezzo milione di rifugiati fece richiesta di asilo in Germania, 750 mila l’anno seguente ([link removed]) .

Una scommessa che, come spiega Philip Oltermann per il Guardian, la cancelliera e il suo paese sono riusciti a vincere ([link removed]) .

6. La situazione a Lampedusa
Una decina di persone sotto il municipio di Lampedusa per sollecitare lo sciopero generale minacciato dal sindaco Totò Martello e per richiamare l’attenzione sulla gestione dei migranti sull’isola ([link removed]) . Poi lo stesso sindaco ha reso noto di essere stato convocato, insieme al presidente della Regione Sicilia, dal premier Giuseppe Conte a Roma mercoledì.

Intanto sono 307 i migranti che fra la notte scorsa e lunedì mattina hanno lasciato l’hotspot di Lampedusa, dove ci sono ancora 1.219 persone ([link removed]) .

Per l’ex sindaco dell’isola Giusy Nicolini, intervistata da Maria Elena Capitanio ([link removed]) , non si può parlare di emergenza: "Quando c'ero io accoglievo il quadruplo di migranti. Vanno rifatti i soccorsi in mare e aggregate le navi delle Ong".

7. Decreti sicurezza: il governo rinvia le modifiche
Per un governo nato nel segno della “discontinuità” sarebbero dovuti essere uno dei primi nodi da sciogliere, è invece notizia di questi giorni che il premier vorrebbe rinviare a ottobre la discussione sui decreti sicurezza ([link removed]) , o almeno al dopo elezioni regionali.
[link removed]

Una decisione che era nell’aria e che da più parti ci si aspettava -racconta Eleonora Camilli su Redattore Sociale ([link removed]) - che ora però le associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei migranti considerano un autogol: “Un regalo alla destra, è una partita che va chiusa subito” dichiara Filippo Miraglia di Arci, mentre per Giancarlo Schiavone di Asgi si tratta “dell’ennesimo gioco della paura: il voto potrebbe portare a non fare più nulla”.

8. In volo sul Mediterraneo
“Da quando il silenzio ha ammutolito le radio di bordo e le guardie costiere sono diventate quasi sorde alle richieste d'aiuto, a testimoniare ciò che accade tra le coste libiche e quelle europee sono rimasti soprattutto gli occhi che volano. Al momento gli aerei civili impegnati in missioni di monitoraggio sono due: Moonbird e Seabird”. Giansandro Merli ha intervistato gli equipaggi e ci racconta le loro storie e il loro punto di vista sul soccorso nel Mediterraneo ([link removed]) .

Giacomo Zandonini ci aveva spiegato come, purtroppo, l'utilizzo di mezzi aerei sia anche l'ultima tappa nella strategia di respingimento europea ([link removed]) .

9. Iuventa: tre anni fa la madre di tutte le inchieste contro le Ong
“Le fiancate sono ormai irrimediabilmente arrugginite, la linea di galleggiamento è incrostata dai muschi, la gomma dei rhib bucata dal sole, le attrezzature di bordo del tutto fuori uso”. Così Alessandra Ziniti su Repubblica descrive le condizioni in cui è ridotta la nave Iuventa, sotto sequestro a Trapani da ormai tre anni ([link removed]) .

Da allora 10 membri dell’equipaggio sono sospesi nel limbo: rischiano una possibile condanna fino a 20 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in quello che è stato il primo procedimento giudiziario avviato contro una Ong di ricerca e soccorso in Italia (qui avevamo fatto il punto di quanto accaduto in quell’estate del 2017 ([link removed]) ).

I 10 volontari della Iuventa hanno consentito di soccorrere oltre 14.000 persone in pericolo, qui l'appello di Amnesty per chiedere che l’indagine contro di loro venga archiviata ([link removed]) .

10. Caporalato: migranti sfruttati nella startup alla moda
Sfruttamento del lavoro, violenze e insulti razziali di cui erano vittime un centinaio di braccianti di origine africana: è quanto avvenuto secondo la Procura di Milano a Cassina de’ Pecchi, hinterland milanese a pochi km dal centro città ([link removed]) .

“Non ci davano da bere. Non ci hanno dato né mascherine né guanti. Ci trattavano male”, racconta a Filippo Capra di Fanpage uno degli uomini sfruttati ([link removed]) .

L’azienda di Guglielmo Stagno d’Alcontres - al momento indagato, sotto sequestro invece l’attività - era famosa per le sue fragole a km zero e secondo il Sole24 Ore aveva raggiunto un valore di 7 milioni e mezzo di euro ([link removed]) : valore accumulato sulle spalle dei braccianti pagati solamente 4,5 euro l’ora.

Scriveteci ([link removed]) e diteci che ne pensate!

Il team di Open Migration
Facendo una donazione ci aiuterai ad offrire più informazione di qualità.
Sostienici ([link removed])
[link removed]
Esplora la nostra dashboard ([link removed])

============================================================
** Open Migration su Twitter ([link removed])
** Open Migration su Facebook ([link removed])
** Visita Open Migration ([link removed])
Copyright © 2017, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili.

Our mailing address is:
Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili
Via Monti di Pietralata 16
Rome, RM 00157
Italy
Want to change how you receive these emails?
You can ** update your preferences ([link removed])
or ** unsubscribe from this list ([link removed])
Screenshot of the email generated on import

Message Analysis

  • Sender: Open Migration
  • Political Party: n/a
  • Country: Italy
  • State/Locality: n/a
  • Office: n/a
  • Email Providers:
    • MailChimp