Come promuovere la crescita della Sardegna? Uno studio sui costi dell'insularità
L'insularità e la distanza dal continente spiegano in parte il basso Pil pro capite della Sardegna: lo sostengono Carlo Amenta, Carlo Stagnaro e Luca Vitale nel Briefing Paper "Il costo dell'insularità. Il caso della Sardegna" (PDF)
Secondo gli autori, la condizione insulare equivale a una "tassa" stimabile in circa 5.700 che grava sui cittadini sardi. Questo è dovuto alla ridotta dimensione del mercato interno, alla distanza dal continente e alle difficoltà nella circolazione di merci e persone. Lo studio indaga quindi le difficoltà che hanno finora incontrato le politiche di coesione a favorire la convergenza della Sardegna e conclude con alcune proposte di policy. Scrivono Amenta, Stagnaro e Vitale: "l'autonomia rappresenta una genuina opportunità. Infatti, politiche top down, che non tengono conto della conoscenza specifica di tempo e di luogo, raramente hanno successo e più spesso lasciano pochi risultati duraturi o addirittura ostacolano la crescita di lungo periodo delle regioni depresse. Al contrario, politiche concepite sul territorio e sviluppate bottom up possono con maggior probabilità cogliere le reali caratteristiche di forza e determinare una crescita più sostenuta e duratura. Tuttavia, la Sardegna può richiedere - prima ancora di mettere in campo investimenti o politiche finalizzate a rafforzare le infrastrutture, il capitale umano e l'innovazione - riforme interne nell'organizzazione dei servizi pubblici che favoriscano la creazione di un ambiente nel quale individui e imprese possano creare e prosperare, migliorando la condizione economica complessiva del territorio".
Il Briefing Paper Il costo dell'insularità. Il caso della Sardegna" è liberamente disponibile qui (PDF).
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