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Richiedenti asilo e lavoro: superare i divieti dannosi a economia e inclusione
 
Richiedenti asilo ai quali non è consentito lavorare, a volte anche per mesi. È quanto regolarmente accade in molti paesi dell'Unione Europea. Ma come incide questa scelta sul loro futuro e sull'economia degli stati che li accolgono? Tre ricercatori italiani hanno quantificato le ripercussioni - altissime - generate da queste norme e propongono di superarle. Paolo Riva ci racconta come.

Torniamo in Italia, nelle campagne della Piana di Gioia Tauro, dove l'emergenza Coronavirus ha messo ancora più a dura prova le già critiche condizioni di esclusione, marginalità e sfruttamento dei braccianti che lì abitano e lavorano. Medu-Medici per i diritti umani ha raccolto in un rapporto le loro condizioni di vita e di lavoro. Ce ne parla Serena Chiodo in questo approfondimento.


Infine, ecco la rassegna-web di questa settimana. Virus e migranti, l'evidente correlazione dell'ex ministro Minniti è negativa; riportati in Libia e uccisi: la tragica morte di 3 migranti sudanesi; a Lampedusa l'hotspot è al collasso. Questo e molto altro nella nostra rassegna settimanale su rifugiati e richiedenti asilo.

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In molti paesi europei, ai richiedenti asilo è vietato entrare nel mercato del lavoro per mesi. Le ripercussioni sul futuro di queste persone e sulla ricchezza degli stati che li accolgono sono pesanti. Tre ricercatori italiani le hanno quantificate e propongono di superare queste norme. Ce lo racconta Paolo Riva.
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Per il settimo anno consecutivo la clinica mobile di Medici per i Diritti Umani ha operato in Calabria, nella Piana di Gioia Tauro, durante la stagione di raccolta degli agrumi, fornendo prima assistenza sanitaria e orientamento all'accesso ai diritti fondamentali ai circa 2mila lavoratori che popolano gli insediamenti. Un anno particolare - quello dell'emergenza Covid-19 - che ha messo ancora più in luce le già critiche condizioni di esclusione, marginalità e sfruttamento dei braccianti della Piana. Gli operatori hanno raccolto in un rapporto le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti da loro assistiti, ce ne parla Serena Chiodo.
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Mentre il parlamento finanzia una nuova tranche di aiuti alla cosiddetta Guardia costiera libica, il corpo senza vita di un essere umano è lasciato in balìa delle onde da settimane senza che nessuno si adoperi per recuperarlo.
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