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Il governo ritrova compattezza, ennesimo divieto a nave che ha soccorso migranti
 
Profughi su una barca di legno navigano lentamente nel Mediterraneo in condizioni precarie. Moonbird avvista la barca e ne segnala la presenza (foto: Alessio Mamo)
 
Proprio quando l’esperienza di governo sembrava al capolinea, l’esecutivo ritrova compattezza e impedisce alla nave Eleonore, con a bordo oltre 100 persone, di approdare in Italia. Scontata la firma del ministro Salvini, arrivano anche quelle di Toninelli e Trenta. Intanto a largo della Libia si registra l’ennesima tragedia: in un naufragio a largo davanti alle coste di Al Khums sarebbero almeno 40 i morti.

1. Firmato il divieto di ingresso per la nave Eleonore
Ong e divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane. Proprio attorno ad uno dei provvedimenti più controversi voluto dal ministro degli Interni Salvini sembra ritrovare compattezza la coalizione di governo: il ministro Salvini ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore, battente bandiera tedesca. 

La nave della Ong Lifeline ha a bordo 101 persone, soccorse da un gommone che stava affondando a 43 miglia da Al-Khomsin Libia.

Il provvedimento sarebbe stato firmato anche dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Toninelli e da quello della Difesa Trenta, entrambi espressione del Movimento 5 stelle.

Ennesima “crisi”? Queste sembrano essere un elemento distintivo nell’esperienza di governo Lega-M5s, il ricercatore Ispi Matteo Villa ci rivela qualche dato chiarificatore: su 453 giorni di coalizione giallo-verde, 154 sono stati giorni di "crisi in mare".

2. Un altro tragico naufragio a largo della Libia
Ennesima tragedia a largo della Libia, dove diverse decine di persone sono finite in mare dopo l’affondamento dell’imbarcazione su cui erano stipati.

L’allarme era arrivato nella notte grazie all’azione della ong Alarm Phone, la quale aveva raccolto la disperata richiesta di aiuto dei migranti a bordo dell’imbarcazione

“La notte scorsa alle 3.30 circa, siamo stati contattati da una barca al largo della Libia, a bordo circa 100 persone. Partiti da Al Khums 3 ore prima, erano in grave pericolo. Urlavano e piangevano, dicendo che alcuni di loro erano già morti”.

Nel pomeriggio la conferma di quanto già si temeva. È la stessa Alarm Phone a mettersi in contatto con le autorità libiche che confermano il naufragio, che secondo l’Oim avrebbe causato una quarantina di morti.

“Inaccettabile. Queste morti non possono essere considerate fatalità o danni collaterali. Deve essere ripristinato al più presto il sistema di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Massimo supporto a ONG impegnate a riempire il vuoto umanitario” dice la portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami.

3. L’Italia blocca gli aerei che avvistano i migranti
"Possono essere usati solo per attività ricreative". Con questa motivazione l’Enac (l’ente nazionale aviazione civile) blocca da quasi un mese Moonbird e Colibrì, i due aerei leggeri delle ong che sorvolano il Mediterraneo per avvistare i gommoni dei migranti in difficoltà: non possono decollare da Lampedusa né da altri scali del nostro paese.

"Ci viene da pensare che dietro a queste complicazioni burocratiche ci sia la volontà politica di fermare le attività di ricognizione. Evidentemente dà fastidio che gli occhi della società civile siano tanto in mare quanto in aria", dice a Repubblica Giorgia Linardi, responsabile di Sea-Watch Italia.

Del Moonbird e dei piloti della Humanitarian Pilots Initiative vi avevamo raccontato grazie a Marta Bellingreri e al fotografo Alessio Mamo in questo reportage in esclusiva dello scorso anno.

4. Dopo 14 giorni di stallo trovato l’accordo sui migranti dell’Ocean Viking
“Dopo 14 giorni di stallo, la Ocean Viking sbarcherà a Malta i 356 naufraghi soccorsi. Un gruppo di paesi europei si è fatto avanti per offrire una soluzione più umana e Malta ha offerto alla nave un porto sicuro”, lo annuncia una nota di Medici Senza Frontiere. 

Finisce così dopo due settimane di stallo l’odissea dei naufraghi soccorsi dalla nave di Msf e Sos Mediterranee, bloccata tra Malta e Lampedusa in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro.

Il premier Maltese Muscat fa sapere che, grazie alla mediazione della Commissione Europea, tutti i migranti saranno distribuiti in altri Paesi europei: Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania. La Francia accoglierà 150 dei 356 migranti a bordo della nave.

5. Mediterranea denuncia interferenze volontarie per sabotare i soccorsi
Dopo due mesi di sequestro, la nave Mare Jonio dell'ong "Mediterranea Saving Humans" è tornata in mare per la sua quarta missione. “MareJonio ha lasciato il porto di Licata per tornare nel Mediterraneo centrale a monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani e, laddove ci siano persone in pericolo, a salvare vite”, annuncia la stessa organizzazione tramite il proprio account Twitter.

Dopo aver incassato il sostegno dei vescovi, è già tempo di denunce: Nello Scavo riporta delle possibili interferenze militari per nascondere gli Sos in mare.

6. L’Ue a lavoro per redistribuire i migranti salvati da Open Arms
Attende davanti al porto di Pozzallo, la nave militare spagnola Audaz partita dal porto iberico di Rota preleverà una parte dei migranti sbarcati qualche giorno fa, su provvedimento dell'Autorità giudiziaria, dalla Open Arms. 

La Commissione europea è ancora al lavoro per pianificare la redistribuzione fra i paesi europei che avevano espresso la propria disponibilità: l'ipotesi più probabile è che la Francia ne prenda 40, la Germania 40, la Spagna 15, il Portogallo 10, il Lussemburgo 2

Intanto Riccardo Gatti, capo missione di Open Arms, racconta in un’intervista al Corriere della Sera: “Sulla nave abbiamo vissuto una situazione tragica, le persone erano allo stremo delle forze, tentavano il suicidio. In mare c’è una sola regola, chiarissima: se cadi in acqua muore”.

7. Un’estate tremenda per la natura e il clima
Alluvioni e siccità hanno causato vittime e carestie durante tutto l’anno e un po’ ovunque nel mondo, mentre l’Amazzonia brucia, così come l’Alaska e la Siberia poco prima. Parte dall’attualità Regina Catrambone per parlare di un tema sempre troppo spesso trascurato, quello dei rifugiati climatici ancora privi di riconoscimento giuridico.

Eppure secondo la Banca Mondiale, entro il 2050, fino a 143 milioni di persone che attualmente vivono nei paesi dell’Africa subsahariana, dell’Asia meridionale e dell’America Latina, potrebbero muoversi forzatamente. Come ci stiamo preparando? Cosa rimane da fare? Ce ne avevano parlato Diego Andreucci e Andrea Oleandri.

8. Secondo l’Oim quasi 900 migranti morti nel Mediterraneo quest’anno
Al 22 agosto, 859 migranti sono morti nel Mediterraneo, secondo quanto rilevato dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. 45.505, invece, il numero di migranti e rifugiati arrivati in Europa via mare quest'anno: un calo del 30% rispetto al 2018 quando erano stati 64.836. 

Sempre secondo l’Oim, la maggior parte dei decessi, quasi 600, si sono verificati sulla rotta del Mediterraneo centrale, quella che collega il Nord Africa all'Italia e a Malta. 

Della rotta mortale del Mediterraneo centrale, vi avevamo parlato qualche giorno fa con Lorenzo Bagnoli e Lorenzo Bodrero.

9. Ad Atene si sgomberano i rifugiati
Il governo conservatore di Kyriakos Mitsotakis, in carica dal mese scorso, lo aveva promesso, avrebbe portato ordine in uno dei quartieri simbolo di Atene: Exarcheia. 

All’alba di questa mattina decine di forze dell’ordine hanno sgomberato quattro siti nel quartiere, per lo più occupazioni di migranti e rifugiati, come riporta il Guardian sarebbero molti gli arresti proprio tra quest’ultimi.

Le occupazioni nel quartiere erano nate nell’estate del 2015, quando migliaia di migranti raggiunsero la capitale greca, come risposta alla mancanza di un piano di alloggi.

10. Da Trapani una bella storia di inclusione e solidarietà
Arriva da Trapani la cartolina più bella dell’estate. Al centro non solo le bellezze di uno dei mari più belli del paese, ma anche la foto di un’Italia solidale e inclusiva che troppo spesso non viene racconta.

Al lido San Giuliano di San Vito lo Capo alcune mamme hanno fatto da babysitter alla figlia di una venditrice ambulante di origine africana. Come racconta il Corriere, “la piccola è rimasta con gli altri bambini, pranzato con i suoi coetanei mentre la madre ha ripreso a lavorare in spiaggia”. Un gesto semplice eppure forte, tanto da diventare virale sui social.

E proprio di tanta pubblicità appaiono sorprese le mamme autrici del gesto: non abbiamo fatto niente di straordinario.


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