
Concessioni autostradali, avanti con le gare |
La proprietà pubblica è frequentemente associata a inefficienza gestionale, extracosti e ritardi nella realizzazione delle opere: il settore autostradale non fa eccezione |
|
|
SERENA SILEONI E CARLO STAGNARO |
|
Ci sono ragioni economiche e giuridiche per cui le concessioni autostradali, arrivate alla scadenza, devono essere riassegnate tramite gare. Lo spiegano Serena Sileoni, senior fellow dell'Istituto Bruno Leoni, e Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell'IBL, nel Briefing Paper "La concorrenza nel settore autostradale. Sviluppo del settore e certezza delle regole" (PDF)
Scrivono Sileoni e Stagnaro: "vi è una ampia evidenza da molti settori diversi che la combinazione tra concorrenza per il mercato e coinvolgimento di soggetti privati offre l'opportunità di perseguire numerosi obiettivi di interesse generale: l'efficienza gestionale, la trasparenza, il miglioramento qualitativo dei servizi, la sostenibilità finanziaria degli investimenti e l'aumento delle risorse da destinare, a seconda del disegno di gara e degli obiettivi prescelti dal Legislatore, al consumatore (sotto forma di riduzione delle tariffe, oltre che di incremento prestazionale)o alla collettività (sotto forma di canone concessorio)".
Pertanto, occorre assolutamente evitare il ricorso ad affidamenti diretti o la ripubblicizzazione del settore, con la crescita esponenziale di soggetti a capitale pubblico: "è essenziale ripristinare i due pilastri che non solo la letteratura, ma anche l'esperienza indicano come fondamentali per garantire l'efficienza delle gestioni e massimizzare il benessere sociale: la contendibilità delle concessioni attraverso le gare (cioè la concorrenza) e l'affidamento della gestione a soggetti privati (cioè la distinzione netta e il contrasto strutturale tra concessionario e concedente)".
Il Briefing Paper di Sileoni e Stagnaro, "La concorrenza nel settore autostradale. Sviluppo del settore e certezza delle regole", è liberamente disponibile qui (PDF):
|
Serena Sileoni è Senior Fellow dell'Istituto Bruno Leoni. Carlo Stagnaro è Direttore Ricerche se Studi dell'Istituto Bruno Leoni. |
|
|
È possibile sostenere la Fondazione Istituto Bruno Leoni anche attraverso la destinazione del 5 per mille nella dichiarazione dei redditi:
codice fiscale 97741100016, riquadro "finanziamento della ricerca scientifica e dell'università". |
| L'Istituto Bruno Leoni è un'organizzazione con sede a Torino, Piazza Cavour 3, tesa a promuovere le ragioni del libero mercato. L'Istituto Bruno Leoni vive di sole donazioni private e volontarie. Sostienici. |
|
|
|
In ottemperanza del D.L. 196d del 30 giugno 2003 n. 196 e del Regolamento (UE) 2016/679, per la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali, in ogni momento è possibile modificare o cancellare i dati registrati nella database dell'Istituto Bruno Leoni.
Per cancellare il proprio indirizzo dalla newsletter cliccare QUI.
Per richiedere la modifica dei propri dati cliccare QUI.