
La Germania è il Paese meno paternalista d'Europa |
Italia al ventisettesimo posto, ma cosa accadrà con l'introduzione della sugar tax? |
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Il Nanny State Index mostra il grado di paternalismo nella regolamentazione dei vari Paesi d'Europa su cibo, alcolici, bibite zuccherate, sigarette elettroniche e prodotti contenenti nicotina.
I primi posti (Turchia, Lituania, Finlandia) sono occupati dai Paesi che restringono maggiormente la libertà di scelta dei consumatori, mentre nelle ultime posizioni (Germania, Lussemburgo, Italia) vi sono i Paesi relativamente più liberi.
Dopo sette rinvii consecutivi bipartisan, in Italia entrerà però in vigore il prossimo 1 luglio la sugar tax, con un'imposta di 10 euro per ettolitro sui prodotti finiti e 0,25 euro per chilogrammo su quelli destinati alla diluizione. Si prevede quindi un aumento in media del 28% della fiscalità sui beni interessati, a fronte di un gettito annuale stimato in circa 600 milioni: una cifra piuttosto modesta nel contesto delle coperture necessarie al bilancio dello Stato (la finanziaria 2025 è stata pari a circa 34mrd).
Altrettanto modesta pare l'incidenza dei soft drink fra le cause dell'obesità nel nostro Paese. Oltre ad avere un consumo pro capite (circa 50 litri l'anno) molto inferiore alla media europea (95 litri), i dati sull'obesità nel nostro Paese presentano alcune anomalie, che obbligano a trattarli con una certa cautela. Le evidenze internazionali su questo tipo di misure paternalistiche restituiscono risultati quanto meno ambigui: il rischio concreto è quello di produrre esiti opposti a quelli desiderati, spingendo le persone a sostituire il prodotto tassato con altri di minore qualità e più basso prezzo, per compensare l'imposta.
Leggi la scheda sull'Italia del Nanny State Index e il confronto con il resto d'Europa.
Il Nanny State Index è una pubblicazione di EPICENTER e Institute of Economic Affairs, in collaborazione con IBL. I dati riflettono lo stato della regolamentazione in vigore al febbraio 2025. | |
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