Alla fine del 2019, il governo ha approvato un decreto legge in materia fiscale che ha conferito maggiore severità alle sanzioni per fenomeni evasivi molto diversi tra loro. "L'inasprimento della risposta sanzionatoria - scrive Marco Di Siena nel focus "Il recente intervento in materia penale tributaria" (PDF) - costituisce un grande classico della comunicazione governativa repubblicana e, quindi, non v'è da stupirsi in modo eccessivo.
Il punto, tuttavia, è un altro. Ci si deve chiedere se effettivamente un inasprimento della risposta punitiva renda più incisivo il contrasto all'evasione". Nel focus, Marco Di Siena ripercorre l'infelice esperienza panpenalizzante della L. 516/82 le la ventennale esperienza maturata dopo il D.Lgs. 74/2000 per dimostrare come non vi sia "alcuna evidenza empirica che misure penali tributarie più aggressive facciano effettivamente regredire la propensione alla frode dei criminali tributari."
Il recente intervento in materia penale tributaria sembra quindi "essenzialmente rispondere all'idea che punendo di più (almeno a livello teorico) il sistema funzioni meglio in concreto" rispondendo essenzialmente al "tentativo di incontrare il sentimento contingente dell'opinione pubblica (o di una porzione della stessa). Peraltro, nel determinare una siffatta apparente stretta si finisce per contagiare il diritto penale di quello che è uno fra i principali difetti dell'ordinamento tributario, vale a dire l'instabilità del sistema, la contingenza delle modifiche normative, il carattere (sovente) umorale delle singole iniziative legislative.
Si tratta di aspetti patologici della materia fiscale che sono ben noti agli studiosi e dai quali, tuttavia, è auspicabile che il sistema penale resti per quanto possibile immune. La sanzione di natura criminale è la pena per eccellenza prevista dall'ordinamento giuridico sicché il suo impiego deve essere limitato e proporzionale ed ispirato ad una visione lunga e di sistema che non la faccia apparire alla collettività alla stregua di uno strumento di natura emergenziale.
Il rischio di ridurre il tutto ad una dinamica da ordini impartiti sul tamburo è un quid che va contrastato. Una maggiore ponderazione quando si interviene in ambito criminale (seppure tributario) è un suggerimento senz'altro opportuno. Il che non significa farsi sostenitori di una sorta di immobilismo in materia ma, data la delicatezza dei valori in gioco, adelante cum juicio."
Il Focus "Il recente intervento in materia penale tributaria" di Marco Di Siena è liberamente disponibile qui (PDF).
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