
La ri-statalizzazione occulta delle telecomunicazioni |
Il governo ha abolito una norma che impediva a Poste di utilizzare la sua rete di sportelli per fare concorrenza sleale in altri mercati: che effetti avrà sul mercato delle telecomunicazioni? |
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I nuovi sviluppi nel mercato delle telecomunicazioni puntano verso una continua crescita del ruolo dello Stato: ma questo rischia di creare nuovi problemi concorrenziali, senza risolvere quelli esistenti. Lo sostiene Carlo Stagnaro nel Focus "Lo Stato bussa sempre due volte: la "postalizzazione" delle telecomunicazioni" (PDF)
Dopo una fase di piena privatizzazione ed espansione della concorrenza, che ha prodotto un mercato dinamico e prezzi bassi, lo Stato è tornato a intervenire direttamente nel settore delle telecomunicazioni. Dopo la cessione della rete Tim a una cordata di cui fa parte il Tesoro e l'ingresso di Poste nel capitale di Tim, ora si parla anche di una possibile convergenza con Iliad: "ci troveremmo ad avere lo Stato come principale operatore del mercato delle telecomunicazioni (attraverso le offerte di Poste e attraverso Tim-Iliad controllata da Poste, con un 10 per cento di azioni che, essendoci il governo di mezzo, pesano più di quanto contino); avremmo lo Stato come unico operatore infrastrutturale (attraverso la Netco controllata dal consorzio Kkr-Tesoro-F2i e Open Fiber controllata da Cdp); e lo Stato che, attraverso la rete degli sportelli postali, può fare concorrenza sleale ai competitor".
Il Focus "Lo Stato bussa sempre due volte: la "postalizzazione" delle telecomunicazioni" di Carlo Stagnaro è liberamente disponibile qui (PDF) |
Carlo Stagnaro è Direttore Studi e Ricerche dell'Istituto Bruno Leoni.
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