"Wittgenstein, Elizabeth Taylor, Bertrand Russell, Thomas Merton, Yogi Berra, Allen Ginsberg, Harry Wolfson, Thoreau, Casey Stengel, il rabbino dei Lubavitch, Picasso, Mosè, Einstein, Hugh Hefner, Socrate, Henry Ford, Lenny Bruce, Baba Ram Dass, Gandhi, Sir Edmund Hillary, Raymond Lubitz, Buddha, Frank Sinatra, Colombo, Freud, Norman Mailer, Ayn Rand, il barone Rothschild, Ted Williams, Thomas Edison, H.L. Mencken, Thomas Jefferson, Ralph Ellison, Bobby Fischer, Emma Goldman, Pëtr Kropotkin... voi e i vostri genitori.
C'è davvero un genere di vita che è il migliore per ciascuna di queste persone?
Immaginateli vivere tutti insieme in una qualsiasi utopia di cui abbiate letto descrizioni particolareggiate. Cercate di descrivere la società migliore in cui vivere per tutte queste persone. Sarebbe rurale o urbana? Opulenta o austeramente limitata alla soddisfazione dei bisogni materiali? Come sarebbero i rapporti fra i sessi? Esisterebbe un'istituzione simile al matrimonio, e sarebbe monogamico? I bambini saranno allevati dai loro genitori? Ci sarebbe proprietà privata? La vita scorrerà serena e sicura o sarà invece costellata di avventure, sfide, pericoli e opportunità di eroismo? Quante religioni ci sarebbero: una, molte, nessuna? (.) Gli sport sarebbero importanti nella vita della gente (come spettatori, partecipanti)? E l'arte? Prevarranno i piaceri sensuali o le attività intellettuali? O cos'altro?
L'idea che ci sia un'unica articolata risposta migliore a tutte queste domande, una società che sia per ognuno la migliore in cui vivere, mi sembra qualcosa d'incredibile."
(Robert Nozick)
Nel terzo e ultimo episodio di Anarchia, Stato e Utopia, Alberto Mingardi (direttore dell'IBL e professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso l'Università IULM) racconta in cosa consiste l'utopia nozickiana, spiegando le innumerevoli sfaccettature di un mondo reso ideale dall'assenza di coercizione.