Autonomia differenziata, chi paga e quanto? |
Secondo la Corte, gli eventuali risparmi dovuti alla maggiore efficienza dovrebbero rientrare nella disponibilità dello Stato: ma questo rischia di scoraggiare qualunque miglioramento |
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Cosa resta dell'autonomia differenziata dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale? Dario Stevanato - professore di diritto tributario presso l'Università di Trieste - risponde a questa domanda nel Briefing Paper "L'autonomia differenziata: chi paga e quanto? Il finanziamento dell'autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 192/2024" (PDF).
Scrive Stevanato: "La Corte Costituzionale ha cassato alcune parti della Legge Calderoli sull'autonomia differenziata, imponendo il criterio della spesa standard (anziché della spesa storica) e richiedendo che le regioni siano responsabili di eventuali scostamenti tra la spesa effettiva e il costo delle funzioni devolute. Se il primo punto potrebbe contraddire il principio di neutralità finanziaria ogniqualvolta la spesa storica regionalizzata risulti inferiore a quella determinata secondo criteri standard, il secondo è sacrosanto. Il percorso dell'autonomia deve quindi riprendere da qui, nel tentativo di farne realmente un'opportunità di maggiore responsabilizzazione delle regioni, e rafforzando gli incentivi all'efficienza nelle funzioni devolute".
Il Briefing Paper di Dario Stevanato, "L'autonomia differenziata: chi paga e quanto? Il finanziamento dell'autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 192/2024", è liberamente disponibile qui (PDF) |
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