È il mondo che va troppo veloce o è la scuola ad essere ingessata in paradigmi non più attuali e rilevanti per la formazione dei talenti?

Carlo Amenta ne ha parlato con Raffaella Solda, direttrice del Future Education Institute, nell'ultima intervista LeoniFiles.

Dall'avvento del mondo digitale a partire dagli anni '90, il dibattito sull'efficacia dei metodi d'insegnamento ha faticato a tradursi in una vera innovazione nel settore. I motivi sono fra i più disparati, a partire della scuola pubblica che riflette una struttura della società e delle competenze necessarie oramai troppo diverse da quelle attuali, fino alla carenza di spazi e incentivi (anche remunerativi) per i docenti volenterosi di sperimentare nuovi metodi meno convenzionali, che invece sono spesso fiaccati dalla burocrazia interna alla scuola.

Dal lifelong learning fino alla tanto vituperata intelligenza artificiale, non siamo al cospetto di perversioni moderne che minacciano il compito essenziale dei docenti nel trasmettere la conoscenza alle nuove generazioni: in un mondo che cambia, queste sono piuttosto opportunità e occasioni per riportare l'istruzione formale al passo con i tempi.

LeoniFiles: le interviste