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Subject La Cassazione boccia il governo: i giudici possono disapplicare la norma interna
Date December 23, 2024 10:29 AM
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La corte di Cassazione dichiara che i giudici hanno il dovere di valutare se un paese di origine sia sicuro o meno per il rimpatrio.

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La Cassazione boccia il governo: i giudici possono disapplicare la norma interna

Foto via Wikimedia/Creative Commons ([link removed])

La corte di Cassazione dichiara che i giudici hanno il dovere di valutare se un paese di origine sia sicuro o meno per il rimpatrio. Nel frattempo Salvini viene assolto sul caso Open Arms. Frontex continua a essere accusata di violare i diritti umani.

1. La Cassazione: i giudici devono valutare se un paese è sicuro o meno

La corte di Cassazione ha dichiarato che i giudici sono tenuti a valutare se il paese di origine sia sicuro.

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“Altra sconfitta per il governo sul fronte migranti. La Cassazione [...] dà ragione al tribunale civile di Roma e torto al ministero dell'Interno sul caso di un migrante tunisino a cui era stato rifiutato l’asilo. E stabilisce che sì, i giudici possono valutare se un Paese sicuro per un richiedente asilo lo è davvero e possono “disapplicare” i decreti sui Paesi sicuri, se ci sono ragioni che minano l’incolumità di chi cerca protezione internazionale. O meglio: il problema della disapplicazione della legge nemmeno si pone perché la valutazione politica, in questo specifico caso, non conta”, scrive ([link removed]) la giornalista Viola Giannoli su Repubblica. E ancora: “La sentenza, va specificato, si riferisce a un caso precedente all'ultimo decreto legge sui Paesi sicuri siglato dal governo Meloni a ottobre, costruito per far sì che l’elenco degli Stati non a rischio diventasse norma pr
imaria, ed è relativo, dunque, al precedente decreto interministeriale che però era identico nella sostanza”.
“La Cassazione ha stabilito che il potere esecutivo ha il diritto di fare le sue valutazioni e riempire l’elenco come crede, ma questo deve essere vagliato dal potere giudiziario. Se così non fosse, sarebbe vulnerato il significato più profondo dell’effettività della tutela garantita dal giudice ordinario quando sono in gioco diritti fondamentali che attengono al diritto di asilo e di protezione internazionale, dice la sentenza”, riporta ([link removed]) il giornalista Giansandro Merli su Il Manifesto.

2. Caso Open Arms: Salvini assolto

I giudici di Palermo hanno assolto Matteo Salvini per la vicenda Open Arms.

“Il tribunale di Palermo ha assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio al processo per la vicenda della nave della ong spagnola Open Arms perché il fatto non sussiste. Secondo l'accusa, il vicepremier e ministro dei Trasporti, ad agosto del 2019, quando ricopriva la carica di ministro dell'Interno, avrebbe impedito illegittimamente all'equipaggio dell'imbarcazione catalana di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare”, riporta ([link removed]) Euronews. Tuttavia, scrive il giornalista Danilo Paolini su Avvenire: “[...] i fatti, ciò nonostante, esistono. E raccontano che quello fu un affronto all’umanità, perché ogni persona ha una sua dignità che nessuno può negargli e che va rispettata fino in fondo. Proprio come una sentenza”.

E ancora: “Per i pubblici ministeri, le condotte di Salvini erano oggettivamente illegali: il ministro dell’Interno aveva l’obbligo di rilasciare senza indugio alla nave Open Arms il place of safety, il porto sicuro per i 147 migranti soccorsi in tre interventi nel Canale di Sicilia. Invece, lasciandoli a bordo, agì intenzionalmente e consapevolmente — così si legge nella memoria presentata dalla procura al tribunale — in spregio delle regole. Ora, la seconda sezione del tribunale di Palermo spazza alla radice questa ricostruzione”, scrive ([link removed]) il giornalista Salvo Palazzolo su Repubblica.
3. Frontex continua a violare i diritti umani

Aumentano le prove inerenti alle violazioni dei diritti umani perpetrati da Frontex nell'Egeo e nel Mediterraneo centrale. Varie associazioni per i diritti umani affermano che, nonostante ciò, le sentenze dei tribunali hanno protetto l'agenzia dalla responsabilità e hanno limitato la giustizia per le vittime.

“Gli sforzi legali per ritenere Frontex responsabile hanno incontrato ostacoli significativi. Secondo Iftach Cohen, funzionario legale presso front-Lex (un gruppo di avvocati che contesta le politiche migratorie europee nei tribunali), solo cinque casi contro l'agenzia sono stati portati dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea (CgUe) dalla sua istituzione nel 2004, tutti respinti”, riporta ([link removed]) Info Migrants. E ancora: “Cohen spiega che i ricorrenti hanno perseguito tutte le vie possibili previste dal diritto dell'Ue per chiedere conto a Frontex. Tra queste rientrano la presentazione di un reclamo per mancato intervento quando un'istituzione trascura le proprie responsabilità, la richiesta di annullamento per contestare la legalità di decisioni specifiche e la richiesta di danni come risarcimento per i danni derivanti da azioni illecite”.

Infine: “gli ostacoli alla giustizia per le vittime delle operazioni di Frontex hanno sollevato serie preoccupazioni circa l'impegno dell'Ue nei confronti dello stato di diritto e ciò che i critici affermano essere una cultura di impunità e mancanza di controllo in relazione all'agenzia di frontiera. Insieme alle battaglie legali in corso contro Frontex, [le associazioni] per i diritti [umani] continuano a chiedere l'urgente necessità di una riforma. I sostenitori sottolineano che l'accesso alla giustizia è una pietra angolare del quadro giuridico dell'Ue e che nessuna agenzia, inclusa Frontex, dovrebbe essere al di sopra del controllo.
4. Sfatare i miti sull’immigrazione per contribuire a creare politiche migliori

Quando i governi approvano nuove politiche migratorie, i politici europei spesso affermano che i contrabbandieri e/o trafficanti svolgono un ruolo chiave nell'attirare le persone verso la migrazione irregolare. Ma secondo il Mixed Migration Centre (Mmc), come spiegato nel nuovo Mixed Migration Review 2024 ([link removed]) questo semplicemente non è vero.

I risultati di un sondaggio su 60.000 persone migranti condotto dal Centro rivelano che in realtà solo circa il 4 percento delle persone migranti ha citato i trafficanti come un'influenza nella loro decisione di migrare. Gli amici e i familiari, i rimpatriati hanno avuto più probabilità di giocare un ruolo nel processo decisionale rispetto ai contrabbandieri. Per i migranti dell'Africa occidentale e settentrionale, molti dei quali intraprendono un viaggio verso l'Europa, i contrabbandieri sono stati citati solo dal 7% dei partecipanti, molto al di sotto rispetto ad altri amici o familiari che si trovano in un altro Paese (41%), ai genitori (22%), ad altri amici o familiari nel Paese di partenza (21%), ai rimpatriati (16%), ai social media (12%) o al coniuge (8%).
E ancora: “concentrarsi sui trafficanti come radice del male e motore della migrazione non aiuta”, ha affermato ([link removed]) Bram Frouws, direttore del Mmc, intervistato da Info Migrants. "Il contrabbando è solo un sintomo del fenomeno. Penso che sia facile per i politici incolpare i trafficanti per la migrazione irregolare. È abbastanza facile da vendere politicamente, è una facile frase ad effetto. Il tipo di linguaggio che sentiamo su distruggere le gang, distruggere il modello di business dei trafficanti, distoglie davvero l'attenzione anche da altri fallimenti politici”. Infine, dice Frouws: “i trafficanti sono certamente responsabili di molta violenza contro le persone migranti, ma lo sono anche i militari, le guardie di frontiera, altri funzionari governativi, bande criminali, altri attori armati. Ci sono tutti i tipi di gruppi coinvolti nella violazione dei diritti dei migranti. Non è così
bianco e nero come spesso viene rappresentato [...]. Ci sono numerose segnalazioni di milizie armate in Libia e persino di attori statali complici nell'attività di detenzione dei migranti per denaro prima di trasportarli di nuovo sulla costa per un altro tentativo di attraversamento del Mediterraneo”.
5. Aumentano i rimpatri forzati delle persone migranti dai Paesi Ue

La scorsa estate i Paesi Ue hanno rimpatriato 27.740 persone, in aumento del 35 per cento rispetto all'estate 2023. L'Italia ha portato a termine 1.180 rimpatri, il 16,5 per cento degli ordini di allontanamento emessi. E tutti sono stati classificati come rimpatri forzati.

“La Francia è di gran lunga il Paese che emette più ordini di allontanamento: 30.800 nell’ultima stagione calda, il 27,4 per cento del totale Ue. Al secondo posto la Germania, che ha ordinato di lasciare il Paese a 13.660 persone migranti, al terzo la Spagna, con 13.645 fogli di via. Nello stesso periodo, Grecia e Italia hanno consegnato a cittadini extra-Ue rispettivamente 7.435 e 7.130 ordini di abbandonare il Paese. Il problema però è riuscire effettivamente a trasferire in Paesi terzi le persone che secondo le autorità nazionali non hanno il diritto a rimanere. Servono accordi bilaterali con i Paesi d’origine, sono costosi e difficili da organizzare. Ed è per questo che a Bruxelles prende sempre di più forma la radicale idea di affidarsi a veri e propri hub di rimpatrio al di fuori dei confini comunitari. O di prevedere, sul modello del protocollo Italia-Albania, strutture in cui esaminare le richieste di protezione in Paesi terzi, in modo da non dover affrontare, in caso di esito
negativo, il problema dei rimpatri”, riporta ([link removed]) il giornalista Simone de la Feld su Euronews.
E ancora: “in Italia, così come in Germania e in Romania, tutti i rimpatri segnalati nel periodo sono stati classificati come rimpatri forzati. Mentre all’opposto, in Lettonia, Lituania e Danimarca oltre il 90 per cento dei rimpatri è stato registrato come volontario”.
6. I nostri nuovi articoli su Open Migration
* Un rapporto racconta la situazione delle migrazioni nel Mediterraneo, mare attraversato finora da oltre 60.000 persone solo nel 2024. Ce ne parla ([link removed]) Ilaria Romano.
* Il 18 dicembre è stata la giornata internazionale per i diritti delle persone migranti, ma anche quest’anno è possibile parlare di un ulteriore deterioramento provocato principalmente dalle politiche europee e italiane adottate per contrastare le migrazioni. Securitarismo, respingimenti e detenzioni, marginalità sociale sono gli elementi che hanno maggiormente caratterizzato questo 2024. Ce ne parla ([link removed]) Oiza Q. Obasuyi.
* La Tunisia non è un paese sicuro. A confermarlo un nuovo report della testata giornalistica FragDenStaat che ha rivelato i legami tra il paese nordafricano i Paesi Ue nel tentativo di fermare le migrazioni, ai danni della tutela dei diritti umani delle persone migranti. Ce ne parla ([link removed]) Matteo Chiani.

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