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Passo avanti o occasione persa? Il decreto regolarizzazioni alla prova dei fatti
 
Saluzzo. S. mentre raccogli mele, a giugno 2017 ha appreso di essere diventato improvvisamente irregolare (Foto di Federico Tisa)
 
Dai dubbi relativi ai numeri della platea coinvolta a quelli sui numerosi paletti imposti per vedersi accolta la domanda. Un primo passo timido che sembra però dimenticare i diritti di altre migliaia di persone.

1. Cosa prevede il decreto sulle regolarizzazioni?
Tra i diversi provvedimenti economici contenuti nel decreto Rilancio approvato dal governo italiano il 13 maggio (e in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale), è contenuta una misura che consentirebbe di regolarizzare una parte delle migliaia di lavoratori stranieri già presenti in Italia: secondo alcune stime potranno accedere a questa procedura 200 mila persone delle 600 mila senza regolare permesso di soggiorno.

Come riporta Luca Misculin su Il Post, i canali per le  regolarizzazioni previsti dal decreto sono due:

“Il primo prevede che i datori di lavoro possano regolarizzare i lavoratori attualmente in nero. Se sono migranti irregolari, questi riceveranno automaticamente un permesso di soggiorno. Il secondo canale prevede – per i migranti irregolari che già avevano lavorato nei settori interessati ma hanno perso il lavoro – un permesso temporaneo di sei mesi per cercare un nuovo impiego nei settori concordati”.

In entrambi i casi, spiega Lidia Baratta su Linkiesta: “l’immigrato deve essere presente sul territorio nazionale prima dell’8 marzo 2020 e non deve essersi allontanato dopo la stessa data”, mentre la regolarizzazione vale soltanto nelle seguenti tre macroaree: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura; assistenza alla persona; lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare.

Sul Sole 24 Ore i costi dell’operazione: 400 euro per il datore di lavoro, 160 per il lavoratore.

Baobab Experience raccoglie invece domande e dubbi sul decreto in tutte le lingue dei migranti.

2. Passo avanti o occasione persa?
L’impressione che in molti hanno potuto scorgere riguardo la regolarizzazione dei lavoratori stranieri - scrive Andrea Oleandri per Open Migration - è che si sia trattato di un provvedimento che guardasse più a “noi” e alle nostre necessità (la frutta e la verdura che rischiano di rimanere incolte, gli anziani e i malati che rischiano di restare senza assistenza con il ritorno al lavoro delle persone con cui vivono) che ai diritti e alla dignità dei lavoratori. 

Un passo avanti non privo di ombre su cui anche i lavoratori stranieri non concordano.

“Una persona potrà essere regolare soltanto per il tempo di vita di alcune piante. Così per noi sarà impossibile avere qualsiasi progetto per il futuro”, dice Jacob Adam Ago a Giansandro Merli del Manifesto.

Positivo il giudizio di Thierno Diallo, rappresentante dei contadini stranieri che vivono nel ghetto di Borgo Mezzanone, per cui si tratta di "una misura giusta che può aiutare i tanti contadini che vivono nei ghetti della provincia di Foggia, soprattutto in questo periodo in cui c'è bisogno di più manodopera per la raccolta degli asparagi".

L’Unione Sindacale di Base ha invece indetto per il prossimo 21 maggio uno sciopero dei lavoratori della terra e invisibili contro il decreto: giovedì 21, cesti di frutta e verdura alle prefetture e appello ai cittadini per uno sciopero della spesa.


Il caporalato intanto non si si concede pause: A Terracina un lavoratore di 33 anni è stato massacrato di botte e poi gettato in un fossato per aver chiesto dispositivi di protezione dal contagio di Coronavirus. Agli inquirenti ha fatto sapere di venire costretto a lavorare anche 12 ore al giorno. Proprio nelle zone del Sud Pontino Cild, insieme a Tempi Moderni, ha fatto arrivare 5.000 mascherine protettive distribuite ai lavoratori della terra.

3. Respingimenti verso la Libia con navi private: sempre più indizi a carico di Malta
Gli ultimi indizi a carico del governo maltese, accusato di utilizzare imbarcazioni private per intercettare migranti in mare e respingerli poi verso i centri di detenzione libici, arrivano da una serie di vocali raccolti da Lorenzo Tondo per il Guardian e da Fabio Tonacci per Repubblica.

A parlare una donna che si trovava a bordo del gommone e che ha deciso di raccontare quanto accaduto il giorno di Pasquetta: il gommone sul quale tentava di raggiungere l’Europa insieme a 63 compagni di viaggio è rimasto alla deriva in mare per 5 giorni, prima di essere intercettato da una motopesca. Lei e i suoi compagni sono stati in seguito respinti in Libia, 12 persone sono morte.


4. Nuovi sbarchi a Lampedusa
Una barca con 60 persone dalla Tunisia e due con 111 persone dalla Libia hanno raggiunto Lampedusa. Secondo quanto riferisce Mediterranea, gli uomini sono stati messi in quarantena sul traghetto Moby, Zazà.

5. La Spagna svuota i centri di detenzione per migranti
Come risposta alla pandemia in corso, la Spagna ha deciso di svuotare i Cie-Centros de Internamiento de Extranjeros, investendo su misure alternative alla detenzione dei migranti. Ne da notizia il Global Detention Project (qui la scheda aggiornata sulla Spagna).

Giacomo Zandonini ci raccontava come stanno andando le cose nel resto d'Europa (e come in realtà sullo stesso territorio spagnolo ci fossero due grandi eccezioni: Ceuta e Melilla) 

Su Jacobin Italia, invece, Michela Pusterla si interroga sui Centri di detenzioni privati della loro funzione primaria: accantonata la possibilità di espellere per l’emergenza Covid, resta solo la detenzione. Tema che aveva affrontato anche CILD in una diretta facebook ad inizio maggio.



6. La Grecia liberi i bambini detenuti
A proposito di detenzione. “Le autorità greche dovrebbero liberare i 276 bambini migranti non accompagnati attualmente detenuti nelle celle della polizia e nei centri di detenzione in Grecia”, lo chiede Human Rights Watch in una lettera indirizzata al primo ministro Kyriakos Mitsotakis. La liberazione dei bambini è ancora più urgente in mezzo alla pandemia di Covid-19, fa notare l’associazione umanitaria.


7. Che fine fanno i minori non accompagnati?

Sui minori minori non accompagnati giunti in Italia vigila la cosiddetta “legge Zampa”, dal nome del primo firmatario, entrata in vigore nel marzo del 2017.

Quelli arrivati nel nostro paese dal primo gennaio all’undici maggio di quest’anno sono stati 750, contro i 1.680 dell’intero 2019 e i 3.536 del 2018. A preoccupare, quindi, non è tanto il numero dei minori, quanto la loro “scomparsa”:
“Nella prima settimana di maggio gli Stati Membri dell’UE hanno confermato la preoccupazione per i minori, la cui scomparsa viene riportata con definizioni come ‘scomparsi dalla struttura di accoglienza’, ‘non si sa dove si trovino’, ‘sono improvvisamente irraggiungibili’, ‘la scomparsa è fuori luogo’.” Elena Mascia su Notizie Migranti.

8. La solidarietà non è reato. La Francia assolve Cedric Herrou
La Corte d’Appello di Lione ha ritirato tutte le accuse contro Cedric Herrou, l’allevatore finito al centro di una vicenda giudiziaria per aver aiutato alcuni migranti ad attraversare il confine anche se sprovvisti di documenti.

La Corte riconoscendo il “principio di fraternità” ha riconosciuto che “un aiuto disinteressato, sia esso individuale o militante e organizzato, non può essere oggetto di procedure" giudiziarie".

Secondo Amnesty International la sentenza avrà implicazioni in tutta Europa, laddove gli "atti di solidarietà" sono stati portati in tribunale.

9. Primo caso di contagio tra i rifugiati Rohingya in Bangladesh
Un rifugiato Rohingya è la prima persona ad essere risultato positiva al test per il Coronavirus nei campi per rifugiati del Bangladesh che ospitano quasi un milione di persone.

La paura degli esperti è che ora il virus possa diffondersi, grazie al sovraffollamento e alle condizioni igienico-sanitarie delle strutture che ospitano i rifugiati sfuggiti a un'offensiva militare in Myanmar ormai due anni fa.

10. I metodi dell’amministrazione Trump per annullare il diritto all’asilo
La spietata politica contro i migranti dell'amministrazione Trump sembra dare i propri frutti: 

in base alle nuove norme volute dal Presidente, gli Stati Uniti hanno concesso l’asilo a due sole persone dalla fine di marzo fa sapere il Washington Post.

Secondo l’Aclu, l’amministrazione Usa sta sfruttando la crisi sanitaria innescata dal Covid-19 per raggiungere l’obiettivo di porre fine all'asilo umanitario: con Trump il 99,99% delle persone che chiedevano asilo alla frontiera sarebbe stato espulso prima che potesse presentare effettivamente domanda.


A questi metodi non scampano nemmeno i minori, come mostra questo approfondimento di BuzzFedd


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